Kaori
"quindi l'hai davvero detto ai tuoi?" accarezzai la piccola testa di tadashi, sedendomi davanti a lui e prendendogli le mani.
"Sì... Non è stato male, e ora sono molto più libero..."
Sorrisi, ero molto fiera di lui. Ora che il suo segreto era finalmente uscito, potevo parlarne tranquillamente con tutti. Presi una tazza di cioccolata calda dal mio tavolo, passandogliela.
La prima cosa che aveva deciso di fare quel pomeriggio era stata venire a trovarmi, e dato che faceva ancora freddo eravamo rannicchiati sulle sedie, vicini, e riuscivo a sentire che qualcosa non andasse, nonostante il sollievo.
"Dashi, tutto okay? Dovresti essere contento... Ora puoi finalmente essere te stesso." Tentai di rassicurarlo, accarezzandogli una spalla.
"Sì, me stesso, con la gonna e la camicia più stretta dell'universo..."
Il sorriso che avevo abbozzato sulle labbra sparì in un momento.
"Non puoi parlarne con qualcuno a scuola? Sono sicura che possano fare qualcosa..."
Mi fermò subito, abbassando gli occhi.
"Ci ho provato. Due ragazzi più grandi mi hanno anche fatto uno scherzo, e ora non riesco più a parlare con nessuno in classe perché pensano tutti che io sia pazzo... I professori mi guardano solo con disgusto."
Feci un lungo sospiro, prendendogli la tazza dalle mani e lasciandola sul legno, per poi abbracciarlo forte.
"Forse ora che i tuoi lo sanno, possono parlarci loro..."
"Forse... K, non dovevamo...?"
"Shh... Lasciati abbracciare. Andrà tutto bene."
Accarezzai la sua schiena, fermandomi un po' per fargli i grattini dove sentivo il tessuto del suo binder.
"Sto bene, davvero, è solo faticoso... Però ogni volta so che posso vederti dopo le lezioni, quindi sto meglio..."
Mi allontanai per guardarlo in faccia, con gli occhi lucidi.
"È una cosa molto carina... Vieni qui" Mi avvicinai al suo volto, prendendogli il mento e baciandolo.
Il modo in cui ricambiò era dolce, innocente, e mi fece impazzire. Gli accarezzai un ginocchio, nonostante fosse freddo, e continuai a baciarlo.
"K, mi avevi detto che potevamo parlarne..."
Lo sentii staccarsi per pronunciare queste parole e ne approfittai per baciargli il collo.
"Kaori..."
"Sssh... lascia che mi prenda cura di te, piccolo Dashi..."
La mia mano scivolò un po' più su, e non avevo smesso di baciarlo in qualsiasi punto della sua gola.
"A me piaci con la gonna... Insomma, molti modelli adesso le mettono e-"
"Io non sono un modello." Lo sentii spingermi via e lo guardai di nuovo in faccia. Mi stava praticamente bruciando con lo sguardo.
"Dashi, su..."
"No. Me l'hai promesso... Non vuoi stare con me? Noi facciamo le cose che fanno i fidanzati, quindi perché non me lo chiedi e basta?"
Sospirai, appoggiandomi di nuovo allo schienale.
"È diverso... Tua sorella mi odierebbe... Sono molto più grande di te, e... Tu stai cercando di scoprire te stesso..."
"Pensi che io sia solo un bambino che non sa quello che vuole?"
Mi misi dritta, scuotendo le mani.
"No, no, davvero, non è così, è solo quello che può sembrare da fuori..."
Mi fermò, mettendosi vicino a me mentre si alzava, ma poi si risedette, stavolta su di me.
"So quello che voglio, Kaori, so cosa sto facendo e so esattamente che voglio baciarti quando ti bacio, so che voglio stare con te e sicuramente sono sicuro di quello che voglio essere. Ho tutto il coraggio del mondo, evidentemente più di te, bellissima."
Sentii i brividi dietro la schiena alle sue parole, ma misi subito le mani attorno ai suoi fianchi, ipnotizzata.
"Scusa, hai ragione, a volte faccio fatica a ricordare che a quattordici anni mi rendevo conto delle cose come lo faccio ora..."
Aprì di più gli occhi, guardandomi con uno sguardo un po' offeso e un po' divertito.
"Quindi, cosa volevi? Che fossi il tuo giocattolino ingenuo che non sa dove girarsi? Puoi fare la donna matura un'altra volta, Kaori, quando sei con me sei al mio livello, e vorrei che fossi la mia ragazza, perché sei bella, intelligente, e gentile. Ti basta, o devi per forza sentirti mille volte più saggia e superiore?"
Mi scappò una risata, e scossi la testa.
"Mi piacerebbe essere la tua ragazza, Tadashi..." Gli accarezzai i capelli dietro le orecchie. "Sei pronto alle conseguenze?"
"Se non sapessi affrontare le conseguenze delle cose, sarei rimasto nel closet..."
Risi, e poi lo abbracciai forte.
"Il mio piccolo uomo."Hiiragi
"Dai, bevi."
Il bicchiere d'acqua davanti a me era l'unica cosa su cui riuscivo a concentrarmi.
La mia testa stava scoppiando, riuscivo a malapena a tenere gli occhi aperti.
"Bevi, ho detto."
Spostai un attimo gli occhi verso il mio ex marito.
"Shizu, che ci fai qui...?"
"Mi hai lasciato tipo quaranta messaggi da ubriaco, Gi, cosa dovevo fare?"
Guardai in basso, e di nuovo sentii una fitta in mezzo agli occhi.
"Non dovevi lasciarmi..." Mi strofinai gli occhi, anche se non aiutava col dolore, e poi presi il bicchiere d'acqua, bevendo.
"Questo non è giusto... Eri tu quello infelice, quello paranoico, quello che ha anche solo proposto di lasciarci. E lo sai bene. Non parlarmi di queste cose ora, ho... altro a cui pensare."
Lo guardai dritto negli occhi.
"Perché? Come ho fatto a scendere così tanto in basso nella lista delle tue priorità?"
La fontana si stava aprendo, e ormai stavo piangendo liberamente davanti a lui.
"È ovvio che ho proposto di lasciarci, era come se non avessi più un marito! Ogni notte andavo a dormire piangendo perché non sapevo se mi amassi o no. Ero disperato, mi sentivo completamente lasciato indietro dall'unica persona che mi importa davvero, solo perché c'era un nuovo copione, una nuova lezione, un nuovo film, ed era tutto più importante di me. So che sono un disastro, so che non sono stato sempre il miglior compagno ma mi sembrava che andasse tutto bene. Ho proposto di lasciarci perché era meglio che evitare di dire ti amo per paura di cosa mi potessi rispondere. Volevo che capissi quanto mi fossi mancato, quanto volessi tornare ai noi di prima, non avrei mai pensato che potessi accettare così, su due piedi, come se stessi aspettando la scusa per lasciarmi da sempre! Volevo che mi dicessi ti amo ancora una volta, volevo che mi dicessi di essere pronto a lottare per noi, volevo che mi prendessi tra le braccia e che mi facessi capire che con te sarebbe sempre andato tutto bene, e invece non ti è importato, non sei riuscito neanche a versare una lacrima per me, dopo tutti questi anni, e io facevo fatica a respirare perché non ci credevo. Abbiamo costruito una vita insieme, pensavo potesse durare per sempre, e invece mi hai sfilato il mondo da sotto ai piedi... Come pensi che io possa vivere così? Mi sono dedicato a te per tutta la mia vita, ho fatto di tutto per te, e pensare che in qualche modo tu mi odiassi per quello che sono quando ho cercato di essere la persona migliore che potessi essere solamente per te mi ha ucciso. Come faccio ad andare a dormire sapendo che volevi già lasciarmi? Che fingevi di amarmi? Che fingevi per non farmi male quando tutto questo mi ha fatto ancora più male? Non mi hai mai detto niente, ti sei chiuso in te stesso e tutto quello che vedevo era una facciata che volevi mostrarmi per non sentirti in colpa, per non fare il passo avanti e dire che i tuoi sentimenti erano cambiati, che ti eri stancato di me. Io ti amo, ti ho amato per sempre e ti amerò per sempre, Shizu... Perché non mi hai parlato? Perché mi hai lasciato soffrire per così tanto tempo? Eravamo io e te contro il mondo... Ti ringrazio per essere qui, per essere stato qui nonostante tutto, ma io non ce la faccio, mi hai detto di cercare di vivere senza di te ma come posso riuscirci? Come ti saresti sentito tu se ti avessi detto la stessa cosa quando eri tu a vivere per merito mio? Cosa ho fatto di così tanto imperdonabile da perdere una persona a cui ho dato tutte le parti di me stesso? Perché mi devo incolpare ogni notte perché i tuoi sentimenti per me non sono più gli stessi? Come faccio a non ubriacarmi ogni giorno quando so che qualcuno ti ha toccato, ti ha baciato e molti altri lo faranno dopo di me? E perché cazzo tu non vedi tutto questo? Come fai a dormire tu, la notte, eh? Come fai a non sentirti annegare ogni volta che pensi a me? Come hai fatto a cancellare ogni singola emozione e ricordo che avevamo insieme in così poco tempo? Come fai a voler continuare a vivere quando non esistiamo più noi? Eri preoccupato perché non volevi che io stessi male... Dimmi come fare, ad essere distaccato come te, a smettere di amarti, a smettere di pensarti, perché io non ce la faccio. Ti prego, Shizu..."
Non sentivo più il suono della mia voce perché le mie orecchie stavano fischiando troppo forte, ma sentii le braccia di Shizusumi attorno a me, e altre lacrime che mi bagnavano il collo, insieme alle mie.
Restammo così, a singhiozzare insieme, perché non c'era nient'altro da fare.
STAI LEGGENDO
It's a Family Matter (Given ITA)
FanfictionOrmai i nostri adorati personaggi di Given sono mariti, mogli e genitori. Essendo molto legati, sono rimasti tutti amici, e i loro figli si conoscono tra di loro come se fossero fratelli. Tra amori, dolori e avvenimenti inaspettati, l'adolescenza di...