Lilia si sentiva impazzire: il tormento che le dava quel pensiero nel suo cervello ormai da settimane riusciva a mandare all'aria la sua concentrazione sul lavoro e non le dava pace.Lei ovviamente continuava a lottare con se stessa nel tentativo di scacciarlo, ma ben presto si accorse che più i suoi sforzi erano intensi e più quel pensiero le penetrava nella testa con facilità Alla fine si alzò di scatto dalla sedia dell'ufficio e andò verso il telefono della scrivania accanto: in questo modo non avrebbe potuto riconoscere il numero Con mano tremante compose quella serie di numeri che sapeva a memoria e non aveva mai scordato, poi lentamente portò all'orecchio la cornetta: il suono dello squillo rendeva quel momento così atteso talmente odioso che Lilia avrebbe per un' attimo pensò di sottrarsi e tornare al lavoro-Pronto?- la sua voce le echeggiò nella testa e le riaffiorò alla mente ogni ricordo di quel passato meravigliosoAvrebbe voluto parlare, dirgli ti amo torna da me Marco, ma la lingua rimase impietrita-Pronto? Chi è?- quella voce era insistente come sempre, e quel timbro forte e vivace era come nuovo ossigeno per i suoi polmoni ormai morti, ma nonostante ciò non riuscì a proferir parola: i suoi sforzi la delusero un'altra volta Lui riagganciò ma a lei non dispiacque: si sentiva appagata da quella telefonata e,anche se non gli aveva parlato, riusciva a percepire che questo era proprio il segreto per la svolta che voleva nella sua vita insipida e monotona.Anche se probabilmente Marco non le era stato fedele e si era messo con un'altra donna a lei non importava: voleva ricucire anche un semplice rapporto, e fargli capire che era cambiata e che non aveva dovuto lasciarla senza un vero motivo Mentre quei pensieri le affollavano la mente già in preda al caos decise di tornare a casaIn macchina rivide se stessa nei ricordi degli anni passati mentre la musica del suo ex marito usciva dallo stereo sempre più forte vibrando sul volante della macchina.Si rese conto che Marco in fondo aveva avuto un migliore di motivi per lasciarla e fuggire in Giappone: la sua arroganza, il suo egoismo, la sua incuranza, il suo poco amore...Si asciugò una lacrima che le era scesa sulla guancia: è vero aveva sbagliato, aveva dimostrato di essere la persona peggiore del mondo e forse lo era ancora, ma non voleva buttare via tutto no!Si sentiva diversa, come se alla fine si fosse ripresa dal buio dei suoi primi anni di matrimonio e avesse ritrovato parzialmente la retta via: per le sue figlie!Al momento loro erano la cosa più cara che aveva oltre a sua madre, e se avesse continuato a trattarle freddamente forse Natalie avrebbe voluto raggiungere suo padre in Giappone Premette contro l'acceleratore e sorpassò tutte le macchine davanti: questo non doveva succedere e, anche se forse lo meritava, non voleva che accadesse.Se però Natalie lo avesse chiesto lei non glielo avrebbe impedito: in fondo era un suo legittimo diritto voler stare un po' con suo padre dopo un anno, ma lei in cuor suo sapeva che se fosse andata in Giappone non avrebbe più fatto ritorno.
Dopo aver svuotato tutto il suo armadio nel tentativo di trovare un vestito adatto per la serata, Natalie si rassegnò esausta all'unico abito decente che aveva, ma che però si vergognava a mettereEra nero, corto, senza maniche e un'ampia scollatura davanti: se l'era messo solo per la comunione di Adele, ma se l'era tolto subito dopo la cerimonia.Sospirò forte e lo prese dall'armadio insieme a delle scarpe col tacco nere che metteva solo per le occasioni speciali.In genere tutti i giorni si truccava solo col mascara e una leggera matita sotto gli occhi per non apparire troppo sciatta e darsi un pizzico di vivacità: quella sera però doveva essere speciale e quindi provò ad armeggiare con l'eyeliner e il lucida labbra nel tentativo di sembrare bella. Quando alla fine si confrontò con lo specchio vide riflessa una spilungona stretta in un miniabito, coi capelli ricci e il viso un po' troppo acceso: con una smorfia fece per andare a cambiarsi quando il citofono la fece sobbalzare: Zero era già arrivatoLa vide uscire di casa, non ci poteva credere: prima ancora di salutarla la attirò a sé in un bacio infinito e passionaleLei si divincolò subito e, piena di vergogna disse -ciao! Sono ridicola vestita così vero?-Lui la osservò con un sorrisetto malizioso, poi disse -sembri molto gnocca, però mi piace è un look fantastico-Lei arrossì, lui invece si avvicinò di nuovo e la prese per mano -andiamo?-Sulla moto l'aria formava un tunnel avvolgente da cui Natalie si sentiva risucchiare: si strinse ancora di più e appoggiò la testa sulla sua schiena: se era insieme a Zero sarebbe andata ovunque e non le importava di nulla.La discoteca in cui entrarono sembrava un enorme seminterrato in cui la gente si ammassava a ballare senza un ordine preciso, Zero si fece strada e iniziò subito a battere i piedi, poi prese un bicchiere dal bancone e bevve avidamente Trascinò subito Natalie in un angolo della sala, lei si vergognava a ballare e ci vollero almeno 10 minuti perché iniziasse a muoversi veramente in mezzo a tutta quella gente accalcata intorno a lei.Dopo 20 minuti non si rese più conto di chi le stava intorno e si scatenò sul serio come era capace, Zero intanto le ballava appresso mentre beveva con avidità da un bicchiere all'altro senza fermarsi. Dopo un'ora lui le si avvicinò lentamente sempre di più e le allungò le mani sulla schiena e poi sul sedere; all'inizio lei non se ne accorse e continuò a ballare, poi pensò fosse un gioco così iniziò a camminare verso l'uscita ridendo mentre lui le stava dietro.Non appena fu fuori si mise a correre, ma lui da dietro l'afferrò per i fianchi e la girò di scatto, poi la sbattè contro il muro e iniziò a baciarla con avidità sul collo e dietro le orecchieNatalie non capiva se era uno scherzo o lui faceva sul serio, quando poi però le mise le mani sotto la gonna non ebbe più dubbi e iniziò a divincolarsi -Basta Zero! Smettila! non voglio!-Zero però non le diede ascolto e le sue mani avanzarono ancora di più risalendole le gambe.Natalie percepì che era ubriaco fradicio e fu invasa dalla paura; come dei fotogrammi pensò ad Alice mentre perdeva la verginità con Luca in un cesso pubblico: non voleva fare la stessa fine, no lei era diversa!Provò a spingerlo via ma lui la stringeva più forte, urlò aiuto ma nessuno la sentì: la musica era altissima, mentre i ragazzi che uscivano intontiti dalla sbronza non la sentivano-Zero non voglio! Va' via, qualcuno mi aiuti!-Gli Tirò un calcio a vuoto sulla pancia e poi sui genitali, lui gridò e allentò la presa: con un balzo riuscì a liberarsi e corse più forte che poté lungo una strada deserta e senza luci.Quando le gambe non la ressero più si voltò ansimante ma non vide nessuno: si accasciò dietro a dei bidoni della spazzatura e, non appena riuscì di nuovo a respirare, si gettò per terra e iniziò a piangereLe lacrime le scorrevano sulle guance portando via il trucco dagli occhi come un torrente in piena: perché era accaduto? Perché Zero l'aveva fatto? In un attimo capì che quel ragazzo che credeva di amare in realtà era come tutti gli altri, e forse l'aveva usata fin dell'inizio Si sentiva una stupida per ciò che aveva fatto, per tutta la fiducia che aveva avuto e per tutto l'amore in cui aveva creduto: in quel momento desiderò essere inghiottita dalla notte e portata da Ester nel suo mondo di sogniNon appena acquisì un po' di lucidità si accorse di trovarsi distesa ai piedi di un bidone dell'immondizia, in una via deserta che non conosceva e ad un'ora a lei ignota: doveva tornare a
casa!A fatica si alzò da terra e si mise a sedere sul muretto più vicino, tirò fuori dalla tasca il cellulare e scorse la rubrica dei contatti: a quell'ora sicuramente nessuno le avrebbe risposto, sua madre inoltre, se l'avesse saputo, si sarebbe preoccupata a morte e le avrebbe impedito di uscire di nuovoQuasi inconsciamente pensò a Ester, nel suo letto in ospedale: lei avrebbe di certo trovato il modo di tornare, forse avrebbe chiesto aiuto a qualcuno di fidato, capace di tenere la bocca chiusa e di non giudicarla dalle apparenzeUn filo di speranza le attraversò la mente disperata: Christian!Senza pensarci due volte scorse i contatti nella rubrica fino al suo numero e poi avviò la chiamata automaticamente.Mentre aspettava che rispondesse pensò che in fondo non c'era nessun motivo perché lui la aiutasse: Christian era freddo, distaccato e sicuramente la odiava per la sua schiettezza e il suo modo di essere, dal canto suo il rancore che provava nei suoi confronti le impediva di instaurare con lui alcun tipo di relazione amicaleQuella però era un'emergenza e, anche se non aveva nessun diritto di farlo, doveva provare a chiedergli aiuto mettendo da parte l'orgoglio e i rancori.-pronto?- la sua voce era calma, e Natalie si schiarí più volte la voce post-pianto perché sembrasse anch'essa tranquilla - Christian? Sono Natalie --va tutto bene? Hai bisogno di qualcosa?-Le sue scarse capacità di recitazione erano evidenti, e Natalie si vergognò di aver finto di essere normale -mi potresti venire a prendere? Ho bisogno di un passaggio per tornare a casa-Non lo pregò, ma le sue parole tradivano una supplica infinitaDopo un silenzio estenuante Christian rispose senza cambiare tono -dimmi dove sei, arrivo fra un quarto d'ora-
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Prima e dopo l'amore
RomanceNatalie e Christian: lei bella ma non sa di esserlo, lui un ragazzo chiuso e introverso che vuole salvare il mondo La storia di Vite infinite che non muoiono mai, perché in fondo dopo tutte le difficoltà rimaniamo sempre noi, sia prima che dopo l'a...