Adele provò una stretta al cuore quando vide sua sorella entrare di nuovo a casa: era pallida e dimagrita e fissava sempre il bassoLe corse incontro e l'abbracció forte quasi piangendo, lei sorrise e ricambió la stretta-Natalie...finalmente sei tornata a casa...ma perché te ne sei andata via?-Natalie fissò la madre accanto a lei e poi si abbassò per guardarla in viso -Delle persone mi hanno fatto del male, così sono rimasta un po' in ospedale e mi hanno curato-Le accarezzó i capelli e poi la bació sulla guancia -Tu invece sei stata bene dalla nonna?- Adele annuì e poi chiese - Mi sei mancata tantissimo,ma Perché non sei tornata subito a casa quando ti hanno dimessa?--Perché qui a casa non potevamo ancora stare, la polizia faceva delle indagini, così mentre tu eri dalla nonna io e mamma eravamo in un'altro posto-Poi si alzò di nuovo in piedi e guardò la casa mordendosi il labbro; dopo che i poliziotti se ne erano andati avevano lasciato la casa tutta a soqquadro: mobili svuotati, oggetti in frantumi, quadri staccati, pareti scrostate...Strinse i pugni ma poi ricordò la cella orrenda in cui era vissuta per una settimana e aggiunse -Vedi Adele i poliziotti non sono stati molto gentili, preferiscono fare il loro dovere il peggio possibile e poi lasciare il lavoro sporco a noi: guarda che scempio hanno lasciato!-Lilia le lanciò uno sguardo di fuoco e poi disse per smorzare le sue parole -Non preoccupatevi del disordine, basta rimboccarsi le maniche e in poco tempo sarà di nuovo tutto come prima--come se fosse una passeggiata...- disse Natalie fra i denti-Non se ci sarà qualcuno ad aiutarvi!-Tutte tre si girarono all'unisono verso la porta e Adele corse subito ad abbracciare il papàNatalie restò immobile, con le pupille dilatate e la bocca aperta; poi quel momento di stupore scomparve ma i suoi piedi rimasero incollati al pavimentoMarco prese in braccio Adele e la culló per un po', poi la fece scendere e cercò lo sguardo di Natalie la quale lo fissò fino a quando gli occhi dolci infusi di amore di suo padre la sciolsero e non riuscì più a trattenersiIn uno scatto fulmineo si scaraventó fra le sue braccia premendo il viso contro il suo petto ma non pianse, Marco a sua volta non la lasciò andare e, con un gesto del capo, chiese a Lilia e ad Adele di lasciarli soli.A fatica la trascinó fino al divano ma la sua presa non allentó mentre Natalie, senza mostrare il viso, sussurró contro la sua maglia -Perché papà?- lui non capì e non rispose, lei allora ripeté la domanda -Perché? Perché papà?-E a quel punto iniziò a singhiozzare come una bambina lasciando che le lacrime uscissero liberamente e gli inzuppassero la camiciaMarco cercò di consolarla e rimase con lei fino a quando non la sentì gemere e poi asciugarsi le lacrime dal viso: il pianto era finito.Si staccò dal suo petto e lui la bació sulla testa sorridendole, Natalie accennó ad una lieve smorfia e poi disse -perché sei tornato?-Quella domanda lo colse di sorpresa, così rispose come le altre volte -Mi hanno concesso un po' di vacanza, avevo bisogno di rivedervi e...di parlare con vostra madre-Lei lo fissò intensamente -Sei qui da quanto tempo?- lui abbassò lo sguardo -circa un mese, all'inizio tua madre ha voluto vedermi prima di voi, poi sono andato a trovarvi a casa il giorno del tuo incidente, ma purtroppo ho potuto riabbracciare solo Adele-Natalie rimase seduta a cavalcioni sulle sue gambe: pareva poco convinta da quella versione dei fatti, tuttavia non fece obbiezioni e alla fine aggiunse soltanto -Se le cose stanno così sarai sicuramente stato vicino a mia madre, grazie per non averla lasciata sola di nuovo-Marco rimase in silenzio ma in realtà era sconvolto dalle sue parole, accarezzó lievemente la guancia di Natalie e lei gli bació l'interno della mano -Sei così cambiata non sei più la mia bambina, sei diventata una vera donna!- Natalie non rispose ma fissò la finestra -Se sono una donna è perché quest'anno non ho smesso di essere triste neanche un momento-Marco la osservò sbalordito: aveva lo sguardo perso, i lineamenti addolciti alla luce e la voce indurita come quella di Lilia...era diventata così simile a lei!-Facciamo una passeggiata?- chiese dolcemente Lui sorridendo annuì e lei salto giù dalle sue gambe Aggrappata alla sua mano si lasciò guidare fuori dalla porta e poi sulla strada: l'aria tagliente portava dietro foglie e polvere, mentre il cielo plumbeo preannunciava l'imminente arrivo della stagione invernale Nel parco camminarono per un po' e poi scelsero una panchina vuota e solitaria sotto un'ippocastano spoglioLui si sedette prendendole la testa sulle gambe mentre lei fissava il cielo: nessuno dei due disse una parola-Che cosa ti è successo quando ero in Giappone?- quella domanda gli uscì di getto e lui non poté fermarla, Natalie sospirò ma rimase in silenzio, poi disse - Sai quando ti senti così vulnerabile da poter essere calpestata anche da un pezzo di carta? È perché sei stata già distrutta talmente tanto che chiunque potrebbe fingere di amarti o di odiarti e tu da stupida ci credi perché non hai altro a cui aggrapparti...- Marco l'ascoltó con le labbra strette nella morsa dei denti il racconto di Natalie: si sentí un mostro per non esserci stato quando tutta la sua famiglia andava alla deriva, quando sua moglie veniva messa a dura prova dalla vita ma soprattutto quando sua figlia aveva subito violenza da uno stronzo, strinse i pugni e gridò -Mi dispiace Natalie! Mi dispiace davvero! Finché sarò qui non permetteró più che nessuno ti tocchi è una promessa, ma adesso non farmi sentire un verme più di quello che già sono, ormai si è già fatta giustizia -Natalie sorrise leggermente e si rannicchió ancora di più contro suo padre -Mi sei mancato così tanto, in quei momenti avevo così tanto bisogno di te e tu non c'eri,al solo pensiero che un giorno te ne andrai di nuovo...--Ssshhh- disse lui baciandola sulla testa -Non ci pensare adesso, non mi hanno ancora richiamato. Anche voi mi siete mancati, siete la mia famiglia e adesso ho intenzione di passare ogni singolo istante con voi ma soprattutto con te-Lei sorrise e si sentì felice, come se un pezzo di cielo fosse finalmente tornato lasciando posto ad un po' di tregua dalla tristezza che ormai la circondava da mesi Marco fece a gara con lei per chi raccogliesse più fiorellini nel campetto, poi si sedette insieme a lei nel prato e iniziò a intrecciarle i capelli con margherite e violette: le sue dita si muovevano con abilità dividendo equamente le ciocche e combinando i fiori con grande maestria, Natalie ricordò allora quando per la sua cresima il papà aveva deciso di raccoglierle i capelli in una meravigliosa treccia piena di rose che l'aveva fatta sembrare una principessa; da quel momento tutte le domeniche gli chiedeva di potergliela rifare perché la adorava.-Ti sono cresciuti molto i capelli, ormai li hai belli lunghi e non faccio più difficoltà a intrecciarli- Natalie sorrise e lasciò che finisse il lavoroQuando le sue mani si staccarono Marco la contempló con ammirazione, lei si sfiorò con la punta delle dita quella treccia da un lato che le ricadeva fino al gomito destro, sentì che i fiori si erano adattati perfettamente e soddisfatta si voltò per riabbracciare di nuovo suo padre e ringraziarlo per quel bellissimo regalo: in quell'attimo pensò che tutto fosse tornato come una volta-Che cosa c'è che non va Natalie?-Le chiese Marco sulla via del ritorno, lei serró ancora di più le dita attorno alle sue e rispose -Ho passato un pomeriggio meraviglioso, ma ho paura che una volta a casa tutto possa finire, tu verrai sicuramente richiamato dall'altra parte del mondo e io ripiomberó nella tristezza più totale-A sentire quelle parole provò un tuffo al cuore, si fermò immediatamente e l'abbracció con gli occhi lucidi, poi prese coraggio e le disse -Natalie neanch'io voglio più separarmi da te, e sentirti parlare così mi spezza il cuore, ma sai meglio di me che non posso abbandonare questo lavoro e che se mi richiamassero sarei obbligato ad andare dove vorranno i miei capi. Ma io non voglio perdervi un'altra volta per cui che ne diresti se tu e Adele veniste a vivere con me?-A sentire quelle parole non poté far altro che ammutolire e restare confusa: vivere con papà? In un'altro paese? Sarebbe fantastico!Per un'attimo fu tentata di accettare immediatamente ma per fortuna si placó, lui la lasciò andare e le accarezzó i capelli dicendo -Capisco che hai bisogno di pensarci su quindi ti lascerò tutto il tempo per riflettere- detto questo riprese la sua mano e la guidó fino a casaQuella sera Natalie insistette perché restasse a dormire a casa ma lui rifiutò pensando che forse Lilia non ne sarebbe stata entusiasta: di mala vogli le disfó la treccia togliendo i fiorellini ormai appassiti, poi la prese in braccio e la portò a lettoLei si dimenò ridendo perché non era più una bambina ma in realtà adorava poter essere tenuta da quelle braccia forti e affettuoseMarco le raccontò una delle sue solite storie noiose che la addormentarono subito e poi soddisfatto si allontanò dalla sua stanza per lasciarla riposare.Uscito cercò Lilia e la trovò intenta nel lavoro in camera sua, lui si fermò sulla porta e si schiarí la gola in modo che lei si accorgesse della sua presenza-Io vado- disse, lei si alzò dalla sedia e lo raggiunse -Sta sera non hai mangiato vieni che ti preparo qualcosa--Non serve ho una pizza surgelata in hotel...--Non se ne parla! Penso che è da più di un mese che non fai una cena decente e poi non lamentarti se inizi ad avere problemi di peso-Disse e si avviò in cucina col sorriso sulle labbra per quella scusa così poco veritiera: Marco non aveva mai avuto problemi di peso, il suo corpo era rimasto magro ma tonico proprio come quando si erano conosciutiIn cucina Lilia gli presentò zuppa di carote, bistecca con patatine e una fetta di torta allo yogurt, poi restò a guardarlo fare onore alla cucina e intanto cercò di riempire il tempo con qualche discorso.Finita la cena Lilia si offrì di lavargli anche le camicie sporche, lui rise ma accettò con piacere -Grazie Lilia, si direbbe proprio che non hai smesso di essere una brava mogliettina neanche a distanza di un' anno- a quelle parole lei arrossí ma subito si difese dicendo -Sai che odio la tua vita da accampamento militare, percui sono disposta anche a sacrificare un po' del mio prezioso tempo per le tue camicie-Marco rise e poi la guardò dolcemente-Grazie Lilia--Per...per cosa?- chiese lei guardandosi i piedi-Perché mi hai lasciato vedere Natalie, poter passare del tempo con lei...vedessi quanto è giù...ha bisogno di suo padre-Lei sospirò e disse -Lo so e non impediró mai che possa vederti, infondo sei stato vicino anche a me quando lei era in ospedale-Lui sorrise e la osservò per qualche secondo, a un certo punto non riuscì più a trattenersi: prese il mento di lei fra pollice e indice e lo alzò in modo da guardarla negli occhi, poi si abbassò e premette le labbra sulle sue in un gesto rapido e casto.Lei non se lo aspettava e prima che potesse reagire era già tutto finito.Quando si riprese andò alla finestra e lo osservò avviarsi alla macchina, poi avvertì una sensazione; qualcosa che non avrebbe dovuto sentire e che in qualche modo le metteva paura: infondo al cuore sentì che forse quel bacio era ciò che desiderava di più al mondo, l'unica cosa capace di riscaldare quei giorni così gelidi
Ciao ragazzi! Spero che la mia storia continui a piacervi, siete i migliori :-)
Non mi sembra vero che io abbia tutte queste visualizzazioni veramente...vi ringrazio di cuore
❤ Non pretendo di voler ottenere chissà quanto (in fondo avrete già capito che non è chissà cosa e che ci sono storie migliori) però se mi fate sentire che vi piace ne sarei davvero felice :-) spesso anche per me è difficile scrivere, continuate così siete davvero importanti per me❤
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Prima e dopo l'amore
RomanceNatalie e Christian: lei bella ma non sa di esserlo, lui un ragazzo chiuso e introverso che vuole salvare il mondo La storia di Vite infinite che non muoiono mai, perché in fondo dopo tutte le difficoltà rimaniamo sempre noi, sia prima che dopo l'a...