Nuovo mondo

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Lilia irruppe nella stanza d'ospedale col viso marcato e gli occhi stanchi, Natalie sollevò la testa ma non riuscì a proferir parola: la lingua le si era irrigidita a tal punto che non sapeva cosa direCon cautela scese dal letto e andò ad abbracciarla, per un'attimo la madre esitò ma poi ricambió con le lacrime agli occhi -oh Natalie, finalmente...sei ritornata te stessa e sei guarita-Quando si staccarono lei disse solo -andiamo mamma, non voglio più stare qui-Dopo aver radunato gli oggetti personali l'ospedale la dimesse e Lilia la condusse fuori, le loro mani non si staccarono neanche in macchina e Natalie percepí quanto avesse sofferto in quelle due settimane mentre lei stava male e sentì una stretta al cuore tale da congelarsi le vene. Lilia invece si martellava per abituarsi all'idea di riavere sua figlia di nuovo nella sua vita: aveva aspettato due settimane intere ma ancora non riusciva a credere che sarebbe tornato tutto normale...Decise di non dirle che suo padre era in Italia ed era anche venuto a trovarla, forse era meglio aspettare che i cocci si fossero rimessi a posto prima di sottoporli ad un'altra possibile frantumazione, forse il suo fragile cuore non avrebbe retto Arrivati dalla polizia e compilate le scartoffie Natalie ebbe finalmente accesso alla sua nuova casa: le stanze erano unite da un corridoio buio e sporco e le persone vivevano separatamente ma con bagni in comune a due a due; per ogni stanza vi era un letto, un gabinetto e un'angolo cottura, ma la polizia non forniva né cibo né servizi di pulizia Natalie si guardò attorno e strinse le labbra: una prigione! Sarebbe dovuta vivere in una prigione come un topo in una fognaIn quel momento strinse i pugni ma sua madre non le permise di sfogare quella rabbia La sua sarebbe stata la stanza numero 114, in quella affianco alloggiava sua madre, a pochi metri più in là Alice Entrando nella cella fu invasa dalla puzza di chiuso e dall'odore di naftalina: l'arredamento non era diverso da quello delle altre stanze, eppure lei percepì sempre più forte una rabbia e un'indignazione tale che avrebbe preferito ritornare all'ospedale-Vuoi che resti qui?- chiese LiliaNatalie evitó il suo sguardo e finse di concentrarsi sulla stanza -No grazie mamma, ti raggiungo per cena ma adesso è meglio che stia da sola-Lilia non si stupì della sua reazione, forse lei aveva imparato da poco ad accettare quell'orribile cella e sapeva le terribili emozioni del primo impatto-come vuoi, chiama se ti serve qualcosa--Adele dov'è?--La nonna aveva solo un posto letto, tu eri in ospedale quindi ho pensato di farla stare da lei --Hai fatto bene!- Natalie si sentì sollevata a pensare che almeno Adele non avrebbe dovuto vivere in quella merda Rimasta sola provò ripugnanza persino verso pavimento su cui poggiava i piedi, decise quindi di togliersi di lì altrimenti avrebbe spaccato tutto e sarebbe finita nei guai.Uscita iniziò a camminare per il corridoio chiedendosi fin dove arrivasse, sembrava un'infinito spazio da riempire mano a mano con dei pensieri, o con dei ricordiIn un'ora riuscì a riportare alla mente che suo padre era in Giappone, che Ester era in coma e che poco tempo fa aveva conosciuto un ragazzo di nome Zero e che lui le aveva fatto qualcosaLe bastò poco tempo, pochi attimi per rendersi conto che non si doveva fidare: lui le aveva fatto del male questo era certo, e per questo motivo che si era ritrovata in ospedale: per la sua ingenuità.Un nodo alla gola le strinse l'esofago e iniziò ad ansimare, cercò di mantenere la calma ma era ancora troppo fragile per potersi controllare quindi decise da andare da chi sicuramente l'avrebbe accolta -Natalie sei davvero tu?-In un'attimo Alice si fiondò tra le sue braccia piangendo di gioia, lei invece rimase immobile, priva di ricordi certi ma con un'inspiegabile affetto che non riuscì a spiegarsi -Alice, io...scusa ma...i miei ricordi sono vaghi e...--Tranquilla anch'io ho riacquistato la memoria da poco, ma per fortuna adesso sto bene grazie a Luca e Christian tu invece come stai?-Christian, di nuovo quel nome ossessionante...ma chi era? perché tutti ne parlavano in continuazione?-Io sto così, ma so di volerti bene anche se di te mi ricordo poco...-Alice sorrise e le accarezzó il viso -io invece non ti ho mai dimenticato...tu mi hai salvato Natalie!-Alice la fece entrare nella sua piccola cella e le offrì del te, poi le raccontò per filo e per segno la storia del bambino, la sua fuga da Luca e poi il rapimento di Zero-Non mi sbagliavo dunque- disse infine Natalie -Zero è un malvagio seduttore di ragazze- Alice annuì ma poi cercò di cambiare argomento -Io sono stata fortunata perché Luca non mi ha lasciato per tutto il tempo in cui riacquistavo piano piano la memoria, e in più fra poche settimane andrò insieme a lui per una visita ginecologica e scopriremo il sesso di nostro figlio-Natalie sorrise tristemente: la verità era che si sentiva più confusa che mai e in un certo senso invidiava la sua felicità, avrebbe solo voluto riavere completamente tutti i suoi ricordi per far incastrare i pezzi di quel puzzle impossibileQuando se ne andò Alice non la finiva più di abbracciarla, poi con un sorriso raggiante disse -Ti invito ufficialmente ad un mini-party che organizzo qui nella mia stanza domani sera vieni? Ci saranno anche Luca e Christian-Christian, ma cosa centrava realmente con la sua vita?Non fece in tempo a chiederglielo che lei aveva già chiuso la porta dopo averle strappato il sì all'invito.Rimasta sola nel corridoio iniziò a tormentarsi su tutti quei frammenti di memoria che le stavano dando alla testa senza però giungerne ad una conclusione effettiva.Camminando teneva la testa bassa e silenziosamente contava le mattonelle che mano a mano calpestava sul pavimento per cercare di distrarsi e non impazzireAd un certo punto i suoi piedi raggiunsero un'ombra che davanti a lei formava la sagoma di un corpo umano, alzò la testa.Come un'ondata venne travolta da immagini istantanee, parole, suoni, pensieri che si affollarono a casaccio nella sua menteSussultó e per poco non trattenne un grido di disorientamento: davanti a lei un ragazzo alto, magro, capelli neri e occhi azzurro cielo la fissava con un' espressione indecifrabile-Natalie...sei tu?- il ragazzo avanzó verso di lei mettendole un'innata paura: non doveva più fidarsi cecamente del suo istinto, poteva essere pericolosoFece un passo indietro e lui si fermò, lei allora si morse il labbro e disse -sei Christian vero?-Quella domanda lo sorprese moltissimo, poi abbassò lo sguardo e disse carico di dolore -Non ti ricordi più di me?-In quell'istante avrebbe voluto sprofondare, non sapeva cosa dire...Lui non aspettó una risposta e la guardò negli occhi facendola arrossireLa sorpassó avvolgendola con un profumo intenso, buonissimo che le riportò alla mente molte sensazioni: il cuore iniziò a batterele forte forte-Christian aspetta...io...grazie!- lui si fermò e si voltò verso di lei la quale abbassò lo sguardo per non doverlo affrontare direttamente -Christian di te mi ricordo momenti, sensazioni e pensieri confusi: non ho un ricordo definito, tuttavia mi hai salvato e questo mi è rimasto impresso nella memoria anche se so che non è abbastanza nei tuoi confronti...mi dispiace -Alzando lo sguardo vide che il dolore dal suo volto era scomparso -Non è colpa tua se è successo- la sua voce era bassa, profonda, metallica...-Ho perso anch'io degli sprazi di memoria e so come ci si sente, ma non ti ho mai dimenticato il tuo coraggio- Mentre se ne andava quella parola divenne per lei un tuffo al cuore: lei?coraggiosa?Forse lo era stata, o forse no...non riusciva a riportarlo alla menteSentí che sulla sua pelle erano rimaste cicatrici di paura, angoscia e dolore ma non di coraggioQuel ragazzo misterioso che forse un tempo aveva conosciuto le faceva sentire strane sensazioni, come se fosse il nettare che la tenesse in vita o la chiave mancante che forse le avrebbe fatto recuperare la memoria Quella notte quando chiuse gli occhi si sentì inghiottire dal buio, si strinse nelle coperte e lasciò che quella nube tenebrosa l'avvolgesse, improvvisamente si sentì estraniata dal mondoVenne raggiunta poco dopo da un ronzio forte e martellante nelle orecchie, aprì gli occhi Era in una discoteca con la musica a palla fortissima, la gente accalcata tutta intorno, l'odore di alcool e di sudore...Cercò di trovare un collegamento, un segno che le facesse capire cosa ci facesse lì e intanto iniziò a battere i piedi a ritmo con la batteriaSussultó, qualcuno l'aveva presa per i fianchi, girò la testa di scatto e fu invasa dall' odore di fumo: due occhi da insetto senz'iride la fissavano maliziosamente, poi il ragazzo si avvicinò e la bació a lungo premendo contro le sue labbra Lei rimase pietrificata e non riuscì a reagire, quando si staccò il ragazzo le sussurró più col labbiale che con le parole. -Ester amore mio da quando ci siamo conosciuti alla festa non passa notte che io non ti desideri, e finalmente sta sera potremo farlo se tu lo vorrai-Lei allargò gli occhi per poco non cacciò un urlo: Ester? Lei era Ester?Solo allora si rese conto di chi fosse quel ragazzo e la paura le invase le membra.Zero le afferrò la mano e la tenne salda nella sua, poi la guidò in mezzo alla folla, fuori dalla discoteca dalla porta sul retro-Ester ti voglio così tanto...- con un solo gesto la spinse in un'angolo nascosto dagli alberi e iniziò a toccarla lungo tutto il corpo infilando le mani sotto il suo vestitoVoleva spingerlo via o scappare ma non riuscì a muoversi, né a gridare, né a ribellarsi...Si sentì in trappola, paralizzata da una forza che le impediva di reagire: nel riflesso degli occhi neri di Zero vide impressa una ragazza dai capelli rossi di fuoco e lo sguardo perso nel vuoto...non era possibile, non poteva essere diventata davvero Ester!Zero gridò e lei si scosse, da dietro qualcuno lo picchió con forza e lo spinse per terra lontano da lei, Zero tentó di reagire ma l'altro era troppo forte e lo buttó a terra pestando e scalciando su di luiQuando alla fine si fermò Zero era in fin di vita, coperto di sangue e incapace di muoversi, il ragazzo con la punta della scarpa gli girò la testa in modo da guardarlo negli occhi dall'alto


-SE TOCCHI UN'ALTRA VOLTA MIA SORELLA TI AMMAZZO-Lei si mise una mano alla bocca e poi strizzó gli occhi tentando di non guardare, Christian si girò verso di lei e si avvicinò con fare preoccupato -Ester stai bene?-Lei gemette ma non rispose, si accasció per terra cercando di non piangere, in quel momento vide davanti a sé, impressa sul vetro di un negozio il suo volto sconvolto impresso nel vetro: quei capelli di fuoco, quegli enormi cerchi celesti pieni di lacrime, quel viso rotondo e dolce...non era più Natalioe ma...davvero Ester! Dopo un respiro profondo urlò con tutto il fiato che aveva in corpo e non smise di urlare neanche quando si svegliò, grondante di sudore nel letto della sua cella.Subito ritornò alla realtà e, fissando la sua immagine nello specchio il cuore iniziò a rallentare i battiti: i suoi riccioli castani, i suoi occhi verdi, il suo corpo magro e per niente ecclatante...era di nuovo se stessa e quello di prima era stato solo un brutto sogno.Il suo respiro piano piano si fece più regolare e Natalie si rigettó sul letto più calma e iniziò a riordinare le idee in testa: aveva sognato di essere Ester, in una notte in discoteca, e Zero che...In quell'istante ricordò tutto: tutto ciò glielo aveva raccontato Zero quando l'aveva ricattata, prima di farle esperimenti le aveva rivelato la vera storia di Ester che lei il quella notte aveva fatto realtà immedesimandosi nella sua migliore amica quando aveva perso la verginità Natalie si portò una mano alla bocca e trattenne un gemito: se le era davvero successa una cosa del genere quella notte...-Ester! Ma come hai fatto a essere così...debole!- Quelle parole le uscirono di getto e non riuscì a fermarle, poi si morse la lingua: No, non era stata debole! Aveva avuto coraggio a sopportare tutto, la forza necessaria per...Non finì la frase, non poteva continuarla, poi ripensó alla seconda parte del sogno: Christian che l'aveva salvata-magari era successo davvero così- si disse contro il cuscino -Però non ne sono sicura-Improvvisamente ricordò del mini-party nella stanza di Alice, e pensò sarebbe stata una buona occasione per parlare con lui, chiarire i dubbi, colmare quelle lacune che la opprimevano ormai da troppo tempoPassò circa due ore immersa nella musica cercando di scordare quei pensieri dalla sua mente, ma questa volta neanche la dolce melodia delle sue canzoni riuscì a distoglierla dalla paura e dovette cedere al sonno.

Prima e dopo l'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora