Il risveglio di Ester

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Prima di uscire di casa Natalie lanciò uno sguardo a suo padre e sua madre abbracciati davanti alla televisione e sorrise raggiante: Marco aveva chiesto il licenziamento per cercare lavoro in una ditta Italiana che lo tenesse sempre vicino alla sua famiglia: era così bello riaverlo di nuovo a casa, da quando era tornato a vivere con loro Lilia non si staccava mai da luiAlla fermata del pullman vide Carlo con la chitarra a tracolla, le cuffiette nelle orecchie e il cappello con la visiera dietro che l'aspettavaVenendogli vicino Natalie gli levó gli auricolari e poi schioccó le dita davanti al suo naso dicendo -Hey Carlo non si usa salutare? Sembra che stai andando al patibolo, non ti costa nulla aiutarmi per una volta-Carlo alzò gli occhi al cielo e si rimise la cuffietta alzando le spalle -Guarda che ti faccio solo un favore a venire a suonare per questa tua amica, io in teoria avrei altro da fare. Comunque te lo devo per aver accettato di diventare la mia vocalist -In quel momento arrivò il pullman e i due salirono senza dire più una parola, ad un certo punto Natalie gli chiese -Perché al provino della settimana scorsa tu e il tuo amico con i capelli a spazzola mi avete scelta per il vostro gruppo pur sapenndo quanto sono inesperta?-Carlo continuò a fissare il finestrino - ho un certo intuito per queste cose, so quando una persona ha talento da vendere, e poi posso scegliere-Natalie trattenne una risata - Questo significa che il tuo amico con i capelli a spazzola non decide mai nulla vero? Sarà dura lavorare con te se pensi di poter comandare sempre da solo-A quelle parole finalmente lui si girò, poi alzò le spalle - Faró il possibile per essere un buon leader, io e Sam abbiamo sempre lavorato da soli ma ora che ci sei tu dovremo cambiare un po' di cose--Sarà meglio- disse lei fra i denti, poi lo guardò e si mise a ridere contagiando anche luiArrivati davanti all'ospedale Carlo sbuffó e si rimise le mani in tasca -Mi dici perché mi hai trascinato fin qui? Non mi hai chiesto di suonare per una tua amica?-Natalie lo prese per un braccio -Questa mia amica è...in coma, ma voglio che tu provi a suonarle la chitarra, chi lo sa magari...--Non dirmi che credi che si risveglierà- disse Carlo guardandola storto -Non siamo in un film, e questa non è una bacchetta magica-Natalie sbuffó poi smise di ascoltarlo, lo trascinò dentro e poi su per le scale fino alla porta della stanza di Ester, lui intanto non la finiva di lamentarsi -Basta!- disse lei alla fine - ti avevo chiesto di farmi un favore, non mi dicevi che me lo dovevi? Ma se continui a lagnarti sei libero di andare -Carlo fissò il suo sguardo combattivo, poi alzò gli occhi al cielo ed entrò insieme di mala voglia nella stanza di Ester con le mani in tascaAlla vista stupenda di quella ragazza addormentata come un angelo Carlo inarcó le sopracciglia, si fermò a circa un metro di distanza e la osservò da lontano, quasi pensasse fosse un miraggioNatalie invece si avvicinò di più e poi si sedette accanto al suo letto, si voltò verso di lui e gli fece segno di avvicinarsi con cautela Carlo prese una sedia e poi aprì la chitarra e iniziò a pizzicare delicatamente le corde col plettro mentre lei le accarezzava la testa-Come si chiama?- chiese indicandola con la testa -Ester- rispose Natalie -È la mia migliore amica-Carlo osservò quel viso pallido e per nulla teso, poi chiese ancora -Ma com'è successo? Da quanto tempo è qui?--Circa tre mesi e mezzo- rispose prontamente -Ma com'è successo è una lunga storia-Restarono lì circa un'ora: Carlo suonò alcuni pezzi allegri con la chitarra mentre Natalie cantó senza staccare la mano ad Ester per tutto il tempo: in quella strana atmosfera Carlo ebbe l'impressione di trovarsi in un sogno e che, nonostante Ester dormisse, in realtà era viva, presente e ascoltava le canzoni sorridendo e battendo le mani Dopo un po' le infermiere li costrinsero a uscire e Carlo a malincuore rimise via la chitarra e si avviò alla porta: lanciò un'ultimo sguardo a quella ragazza e giurò a se stesso di poterla rivedere un giorno, ma da sveglia e poi si allontanò con una strana felicità nel cuore.Natalie attraversò in fretta il corridoio per tornare a casa, non appena la vide Christian la chiamò a gran voce e lei gli corse incontro felice di trovarlo finalmente in piediLa cicatrice alla testa era ormai scomparsa, mentre la gamba ingessata aveva lasciato il posto ad una stampella e un tutore di metallo che gli conferivano maggior stabilità e facevano da sostegno alla gamba sanaNatalie gli si fiondó contro per abbracciarlo, Christian per poco non perse l'equilibrio ma lei lo trattenne a sé, poi si alzò in punta di piedi e lo bació a lungo come in preda una lunga astinenzaLui fu il primo dei due a staccarsi e inizió a fissarla con sguardo interrogativo -Perché sei qui Natalie?--Ero da Ester insieme a Carlo, volevo vedere se con la sua chitarra magari poteva...-Christian aggrottó di nuovo le sopracciglia e chiese fra i denti -Carlo? Chi è?-Natalie fissò il suo sguardo e gli accarezzó il viso dolcemente -È tutto ok, lui è solo il chitarrista della band in cui canto-Poi sorrise maliziosamente e disse per stuzzicarlo -Non è che...sei geloso di lui?-Christian dilató gli occhi e poi arrossì leggermente -Io? Geloso di un chitarrista? Ma come ti viene in mente, se vuoi lo sfido ad una gara di nuoto e vediamo chi è il migliore-Natalie lo guardò cercando di trattenere una risata, poi gli portò un dito alla bocca e disse dolcemente -Hey guarda che stavo scherzando, non hai motivo di essere geloso di Carlo- Christian strinse gli occhi per valutare la sua sincerità, poi sorrise leggermente e le bació quel dito che ancora teneva premuto sulle sue labbra-Tu invece perché sei qui?- chiese Natalie per cambiare argomento-Ho una visita alle ustioni- disse lui con riluttanza -vogliono vedere se stanno guarendo, ma penso che molte saranno permanenti-Natalie gli prese la mano e gliela strinse forte: non le importava se sarebbero rimasti quei segni sulla sua pelle, voleva solo che lui la smettesse di soffrire perché non lo meritava: dopo tutto quello che aveva passato doveva solo essere felice, solo in questo modo lo sarebbe stata anche leiArrivati al reparto indicato il medico li accolse dentro lo studio di visita, Christian fece per lasciarle la mano ed entrare da solo ma Natalie gliela strinse ancora più forte -Posso restare anch'io?- chiese al medico con fare supplichevole -Se vuoi- disse quello alzando un po' le spalle -Però sarà lunga e forse ti impressionerai a vedere...--Non succederà stia tranquillo!- lo interruppe lei con convinzione, poi fece per avanzare quando Christian la trattenne con un leggero strattone, lasciò che il medico andasse a preparare il lettino e si girò verso di lei, la guardò come solo lui sapeva fare e disse -Natalie perfavore, non è facile per nessuno assistervi: perfino mia madre che è infermiera, se può scegliere, preferisce non accompagnarmi, sii ragionevole e aspetta fuori che è meglio-Lei fissò il pavimento, poi alzò piano piano lo sguardo fino ad incontrare quegli occhi di zaffiro che tanto amava e rispose -Insieme le paure lasciano spazio a un po' più di coraggio; penso che sarà difficile vedere quelle ustioni per gli altri, ma soprattutto per te-Poi gli gettò le braccia al collo e gli sussurró all'orecchio -Non voglio lasciarti solo-Lui dolcemente prese la sua vita tra le braccia e la strinse a sé, poi con le labbra tracció una scia di baci lungo tutto il suo collo fino all'orecchio -Ho bisogno di te- le disse sottovoce, poi con riluttanza furono costretti a staccarsi e ad entrare nella stanza dove il medico già li attendeva.Inizialmente fece alcune domande a Christian sulla cura, su come si sentiva, quale colore avessero preso le ferite e se provava dolore a toccarleAlla fine posò la penna e il blocco degli appunti dicendo -Bene togli la maglia e siediti sul lettino- Christian obbedí e si tolse la felpa, poi si sfilò la maglietta e la cedette a Natalie rivelando un corpo cosparso da bendeIl dottore si avvicinò e con cautela gliele levó mentre Natalie sentiva il sangue defluire e i battiti accelerare sempre di piùPer un'attimo rimase immobile, pietrificata da quell'orrore e deglutí ripetutamente: il suo torace, ma soprattutto la sua schiena era cosparsa da chiazze rosse di diversa grandezza; per un'attimo credette di svenire e si sedette su uno sgabelloFortunatamente il dottore si interpose fra i loro visi e iniziò a spalmargli antinfiammatori e unguenti sulla pelle, cosicché Natalie ebbe il tempo necessario a riprendersi dallo shock e a far sparire il ribrezzo dal suo volto: alla fine prese coraggio e fece un passo avanti verso di luiIl volto di Christian era contrito per il dolore, le labbra serrate, i pugni chiusi: Natalie gli afferrò la mano sudata e gliela strinse, quando il dolore sul volto di Christian si fece insopportabile si rivolse al dottore con fare insistente-Allora?- chiese, lui alzò la testa e rispose -Come sapete già dalle analisi sono ustioni di vario genere: andiamo dalle semplici bruciature alle mani alle ustioni superficiali nella zona delle spalle, poi ci sono varie ferite di secondo grado al torace e anche alcune di terzo grado alla schiena- -Ma quanto ci vorrà per guarirle?--Stiamo già facendo il possibile, voi giovani non vi rendete conto di quanto sia complicato guarire un caso così complesso e nel minor tempo possibile-Natalie aprì la bocca per ribattere ma poi la richiuse -Allora? Quanto tempo?- il medico si massaggió la testa con una mano e disse- Allora dipende dal tipo di ustioni: alcune andranno via nel giro di quindici giorni senza lasciare segni evidenti, per altre ci vorranno anche mesi e sicuramente lasceranno cicatrici indelebili sulla pelle--ma...quand'è che potrò riprendere a nuotare?- chiese Christian - il contatto con l'acqua non provoca danni, tuttavia consiglierei di aspettare almeno qualche settimana prima di riprendere attività sportive intense, inoltre con la ferita alla gamba e al fianco non penso che riusciresti a...--Ho capito!- disse Christian mordendosi il labbro, e per tutto il resto della visita rimase in silenzio

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