Capitolo 32:

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Chuuya's pov:

Mi risveglio con le prime luci del mattino invernale

"Sono ancora tra le braccia di Dazai" penso sorridendo.

Con difficoltà mi siedo sul materasso, coperto unicamente dalle lenzuola disordinate. Osservo il volto dormiente del moro, ha dei lineamenti morbidi e delicati. Gli accarezzo i capelli setosi, beandomi di questo momento di pace. Poco dopo Dazai si strofina gli occhi con la mano, per poi riaprirli piano. Con viso assonnato e voce roca, inizia a parlarmi:

"Chuuya sei qui" mi dice sorridendo, io ricambio di riflesso, buttandomi letteralmente su di lui. È bellissimo vederlo sorridere così, sentire la sua luce e la sua anima calda scontrarsi su di me. Inizio a ridere senza controllo, non riesco a smettere di travolgere il moro con la mia gioia. Coinvolgo anche lui nella mia risata fragorosa, facendomi bloccare per qualche istante. Appena il moro dona voce alle sue emozioni mi alzo leggermente, poggiandomi sulle braccia. Lo guardo con occhi di meraviglia, pronti a far traboccare la tanto incomprensibile felicità.

Le nostre anime sono legate alla lotta dell'umanità, e io come lui, vogliamo restarci aggrappati fino all'ultimo.


Lo abbraccio con affetto per poi rialzarmi. Gli scompiglio i capelli annunciandogli il piano della giornata:

"Bene Osamu, è tempo della colazione! Quindi muoviti ad andare in bagno per ora che cucino, poi usciamo a farci un giretto"

"Mi chiami per nome ora? Mi sento onorato" ridacchia prendendomi in giro

"Bah" rispondo semplicemente.


Sono perso tra i fornelli, canticchiando una vecchia canzone dei Queen (Good old-fashioned lover boy). Sta mattina l'aria è leggera e la voglia di amare rimbalza tra le pareti del cuore. Inizio a ballicchiare a tempo della musica, mentre cucino del riso

"Che bella visione" ridacchia il moro. Sobbalzo, per poi girarmi a guardarlo male

"Che ti guardi merdazai"

"Il tuo bel culo"

"EH?! SIEDITI E STA ZITTO" sbuffo per poi portare i piatti al tavolo. Lui mi sorride, ringraziandomi per il cibo. L'atmosfera si immerge in un universo parallelo. Le parole vengono dette traverso i piccoli gesti e gli sguardi consegnati all'altro. Gli unici rumori permessi sono delle bacchette che sbattono sul piatto e dei nostri respiri rilassati.


Una volta finito di ripulire i piatti e di esserci lavati i denti, ci avviamo in camera. La scelta dei vestiti è sempre fatale. Anche se non sembra, sono letteralmente fissato nel trovare l'outfit perfetto per ogni occasione. Inizio a parlare con Dazai, cercando di capire quali siano i vestiti più adatti, ma in cambio ricevo unicamente un:

"Stai bene con tutto, quindi tranquillo", in compenso lancio un paio di insulti, per poi andarmene mezzo offeso con i primi vestiti che capitano.


Alla fine ho optato per una semplice felpa e un paio di jeans larghi

"Per fortuna oggi è soleggiato".

Siamo usciti ad un orario abbastanza decente. L'aria è piatta e fresca. Attorno a noi ci sono poche persone, comprese tra quelli con il cane o quelli che corrono. Sposto il mio sguardo in giro per il paesaggio. Gli alberi sono ormai spogli, alternati dalle panchine vuote. Ci sono poche nuvole in cielo, permettendo al Sole di entrare in scena con il suo freddo calore.

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