Capitolo 20:

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Dazai's pov:

Oggi è il giorno della verità. La giornata passa lentamente, ma il momento si sta avvicinando. Il cuore è in gola e il respiro è irregolare. Sono le 19 di sera e sono chiuso in camera davanti allo specchio "Devo prendere coraggio e dirgli tutta la verità", l'unico problema è che non ho idea di come si faccia. Come faccio ad andare lì e aprire il mio cuore, buttando fuori tutto ciò che ho dentro? È impossibile.


Mi ha raggiunto Yosano così da farmi un po' di compagnia e supporto morale. Ma finiamo con me che continuo ad agitarmi e ad andare avanti e indietro per la stanza gesticolando e parlando con me stesso per come potrebbe andare l'incontro, mentre Yosano mi guarda mangiando del gelato.

Alla fine sospiro e mi siedo rassegnato sul letto

"E dai Dazai non abbatterti. Sapevi pure te che prima o poi doveva succedere... vai a fare una bella doccia rilassante, poi ti cambi e usciamo, va bene?"

Annuisco piano avviandomi verso l'armadio quando mi prende le mani interrompendo il movimento "AHHH APPROPOSITO te vai, io ti scelgo i vestiti! Ora vai, byebye" ed evitando di fare domande vado in bagno.

Alla fine mi ha scelto un semplice jeans marrone in completo con una giacca lunga dello stesso colore e una camicia bianca.


Sono ormai le 21:30, Yosano se n'è andata da ormai una ventina di minuti e tra una paranoia e l'altra decido di uscire anche io.


Chuuya's pov:

Sono le 21 l'ansia è palpabile, Akutagawa era venuto da me per supporto, ma è dovuto tornare alla base per un lavoro improvviso. Guardo perso il mio armadio cercando qualcosa di pesante, vista la stagione invernale e dato che soffro abbastanza il freddo. Rimedio con dei jeans neri strappati con una camicia bianca e un maglioncino nero sopra e se non bastasse mi copro con la mia immancabile giacca di pelle. Tra una cosa e l'altra si fanno le 21:45 e decido di uscire di casa.

In quel piccolo arco di tempo che mi rimane inizio a pensare cosa potrebbe accadere e il fatto che sono consapevole che dirò cose che non penso mi spaventa un po'. Anche se sinceramente spero vivamente che Dazai si esponga a me, non per un fatto di debolezza, ma più per un fatto di sincerità. Voglio davvero credergli sta volta, solo che dopo ciò che ha fatto è difficile. Ma sono pronto! Cercherò di non farmi prendere dalle emozioni e di usare una testa razionale, anche se so benissimo che non lo farò. Non vorrei farmi coinvolgere troppo, ma se si tratta di lui ogni occasione è buona per farlo.



Sono le 22 quando vedo arrivare in lontananza Dazai. Ha un completo omogeneo, che crea equilibrio e staticità, per di più slancia la sua figura "come se non fosse già abbastanza alto" sbuffo, ma non riesco a togliergli gli occhi da dosso "sta davvero bene". Dopo tutto questo tempo ho ancora un debole per lui e oggi me lo devo ritrovare davanti a risolvere cose impossibili per entrambi. È praticamente arrivato e con il cuore che batte a mille aspetto con ansia di parlargli.


Dazai's pov:

Mi trovo al molo davanti all'unica persona che pensavo di non riuscire più a rivedere. Un anno, un anno e ce l'ho di nuovo davanti agli occhi e questo mondo in bianco e nero è tornato a essere a colori.

Ha iniziato a piovere, gocce su gocce si fanno sempre più pesanti finché non si mette a diluviare. Per evitare di infradiciare i vestiti e prenderci un malanno, ci spostiamo a casa mia. Tutto il viaggio è silenzioso, Chuuya è poggiato al finestrino guardando la strada davanti a noi, sembra immerso nei suoi pensieri, ma la luce esterna gli evidenzia i contorni del viso rendendolo più calmo. Non so come iniziare la conversazione e non ho idea di come andrà a finire, ma una volta arrivati in soggiorno capiamo che è arrivato il momento.

Siamo in piedi in mezzo alla stanza grigia, il rosso sta guardano l'arredamento quando un "Mi dispiace" sfugge dalla mia bocca. E con quella unica frase le emozioni si accendono come una scintilla:

"Ti dispiace?" inizia a dire Chuuya "Sei serio? È l'unica cosa che sai dire?"

"Chuuya... te lo giuro" prendo un attimo di pausa e lo guardo negli occhi "Ti giuro che c'è un motivo... perdonami, giuro che non volevo lasciarti"

Gli occhi del rosso prendono fuoco, ma questa volta deciso di stare in silenzio e lasciar sfogare tutto il dolore che si è portato dietro

"IO?! Io dovrei capirti e compatirti? Io dovrei farlo? Sei tu quello che non capisce... non hai idea di cosa mi hai fatto passare DIMMI CAZZO! DIMMI COSA AVREI DOVUTO FARE! Perché giuro che non ne ho idea...Ho perso TUTTO quando te ne sei andato...e mi sento così stupido..." la sua voce si blocca, come sé stesse per comunicare un qualcosa di proibito e colgo l'occasione per ricominciare la conversazione

"Chuuya ti prego ascolta ora..." cerco di afferrargli la mano ma la respinge bruscamente "NO, non ti ascolto, non ce la faccio. Te ne sei andato, così. Di punto in bianco. Da un giorno all'altro sei diventato un completo sconosciuto! Ti ho aspettato... giuro che ti ho aspettato per tutto questo tempo... Ma mi hai lasciato qui SOLO" e con la voce strozzata prende un respiro "È stata colpa mia? Pensavo ci tenessi... ma tutto ciò che hai fatto mi ha portato a tutto altro pensiero..." abbassa lo sguardo e si rannicchia su sé stesso "Mi odi? Perché io proprio non lo capisco...tu un giorno ci sei e poi il giorno dopo non mi resta più niente. Prendi le tue cose e svanisci nel nulla e poi dopo UN FOTTUTISSIMO ANNO ricompari senza preavviso... dimmi Dazai...ti prego... dimmi cos'ho fatto di male" la sua voce si interrompe con piccoli singhiozzi.

Sono immobile a guardare quel rosso così fragile davanti a me. Sospiro e continuo il discorso con tono calmo:
"Chuuya...mi dispiace davvero per ciò che ho fatto... solo che è stato tutto improvviso anche per me... però giuro che sarò una persona migliore... giuro che ti spiegherò il perché... solo che ora non posso..." poggio due dita sotto il suo mento e gli faccio alzare la testa fino a fare scontrare i nostri occhi "posso fare qualcosa per farmi perdonare?"

Il rosso prende la mano e la sposta da sé "per favore lasciami andare" prende un respiro e cerca di calmarsi "non ho idea del perché tu lo abbia fatto e non so cosa avessi in testa, solo che non ce la faccio... non ce la posso fare" punta le sue iridi nelle mie "mi hai letteralmente frantumato l'anima..." lacrime silenziose iniziano a percorrere le guance lasciandomi imbambolato alla loro vista

"Chuuya, ti prego, non voglio lasciarti andare di nuovo" e da quelle poche parole sussurrate delle grida sempre più intense prendono vita nell'aria

"ALLORA POTEVI NON FARLO DAZAI, nessuno ti ha mai obbligato a farlo" non riesco a reggere e sbotto anche io

"NON CAPISCI CHUUYA! NON PUOI CAPIRE CAZZO... CHUUYA TI PREGO CREDIMI! VOLEVO PROTEGGERTI!"

"PROTEGGERMI DA COSA DAZAI? CHE POI PERCHE' DOVRESTI FARLO? PENSI SOLO A TE STESSO!" urla disperato fino a finire la voce

"PERCHE' TI AMO CAZZO... TI AMO TI AMO TI AMO... L'ho sempre fatto e tu non te ne sei mai accorto" mi zittisco, le luci opache della stanza svuotano l'ambiente freddo. Non posso credere di averlo finalmente detto ad alta voce. Non so come sentirmi, ciò che ho detto lo provo davvero, ma non voglio che il rosso rimanga troppo scosso. In più non mi sono mai permesso di amare una persona e se poi rovino tutto? "non è il momento per le mie paranoie" penso tra me e me. Prendo un profondo respiro e alzo lo sguardo. Mi trovo Chuuya davanti a me, è bloccato a fissarmi. Ha gli occhi rossi e un fottio di lacrime si rincorrono scendendo rapide dalle guance.

Senza aggiungere una parola prendo il rosso e lo stringo a me. Avvolgo il suo corpo fragile con le mie braccia e proteggo la sua figura. È magro e caldo. Il profumo si dilaga nelle narici arrivando dentro al cuore. La sua testa è poggiata sul mio petto cercando di sprofondarci dentro. Le sue lacrime non si fermano e bagnano la camicia. Le sue braccia timide si avvinghiano a me, come per paura che fosse tutta una illusione. Scoppia in un pianto isterico, buttando fuori tutto ciò che aveva trattenuto ed esprimendo tutta la nostalgia accumulata nei mesi. A mia volta mi stringo a lui, piegandomi un po', in modo da poggiare la testa accanto alla sua 

"non voglio più lasciarlo andare".

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