Capitolo 18:

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Chuuya's pov:

È lunedì sera, sono le 17 eppure il cielo è già scuro, le giornate si stanno accorciando e si affaccia il secondo dei tanti Natale senza il moro. È strano pensare che sia passato poco più di un anno da quando se n'è andato. Ma è ancora più strano pensare quanto le persone possono cambiare in così poco tempo. È stato un po' il mio inizio e la mia fine, ha segnato un'era. In partenza non ero nulla, esistevo e basta, ma grazie a lui ho conosciuto le emozioni. Sembra una cosa banale, ma ho iniziato a vivere e convivere con ogni cosa che mi apparisse davanti, sia in positivo che in negativo. Non avrei mai pensato di riuscire ad avere degli amici, di provare gioia, ma soprattutto tristezza. Per quanto abbia fatto male la sua perdita, mi ha regalato la più forti delle emozioni: la speranza. Senza di lui non avrei mai creduto di poter aspettare così tanto tempo il ritorno di una persona.



Sono le 19 e sono con Kouyou, una dirigente della Port Mafia, una delle uniche persone a cui tengo e di cui mi fido. È più grande di me, ha un corpo slanciato, con dei fianchi morbidi e porta dei lunghi capelli rosa, quasi sempre legati in uno chignon. La sua immagine è molto curata, come il suo carattere, almeno in apparenza. È molto dolce e mi tratta come se fossi il suo fratellino minore e personalmente vorrei fare di più per lei. È intelligente, abile e dura come una corazza, ma in fondo è fragile, soffre molto le perdite e spesso sente il suo passato pesarle sulle spalle.

 È intelligente, abile e dura come una corazza, ma in fondo è fragile, soffre molto le perdite e spesso sente il suo passato pesarle sulle spalle

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Siamo fuori alla sede, sto fumando una sigaretta, mentre lei mi racconta della sua giornata, fino a che non fa una domanda che mi destabilizza:

"Tieni ancora a Dazai giusto?" e da lì tutto si blocca.


È passato ormai un anno da quando Dazai se n'è andato, ormai sono convinto che sia tutto superato e che per me non è più che una persona come tante, ma come un bambino mi ritrovo spesso a sentirne la mancanza.

"Non so dove sia, non so se mi ha visto tra i giornali o tra i documenti dell'agenzia, non so se sono tra i suoi pensieri, non so se si ricorda dei momenti passati assieme e delle promesse che ci siamo fatti... ma sai... credo di averlo superato. Sto cercando di prendermi cura di me e di non pensarlo, eppure è sempre fisso lì. Non credo di essere arrabbiato con lui, anche se a volte penso il contrario. Non so cosa provo per lui e sinceramente non ci voglio ragionare, ho accettato l'idea che non tornerà e non vedo più il bisogno di trovarlo."

E più trascinavo quelle parole, più mi rendevo conto delle bugie che stavo versando. Indifferente per quanto il tempo passi, lui per me sarà unico come unica è la rosa per il Piccolo Principe.

Lei cerca di rispondere ma decido di andarmene "Non voglio più parlarne", prendo la moto: l'aria sul viso e la velocità mi aiuta a schiarire le idee. Dopo una mezz'oretta vado in città per comprare del vino.

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