Capitolo 1:

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Dazai's pov:
"Sono le 5:30, dopo un'altra notte insonne tanto vale alzarsi" penso; passato qualche minuto, con tutta la mia poca voglia, decido di farlo. Guardo fuori e noto che le prime fioche luci dell'alba sono pronte ad accogliermi anche in questa nuova insensata giornata. Mi faccio una doccia, cambio le mie bende e dopo aver messo il solito completo per lavoro decido di uscire, "mangerò qualcosa alla base". Il sole fa ancora fatica a uscire, fa freddo, ma dovevo aspettarmelo dato il mese di novembre. Arrivo a destinazione con l'obbiettivo di andare diretto nel mio ufficio, ma vedo che Mori ha voglia di cambiarmi i piani, mi sa che non farò colazione. Mi incammino per il corridoio guardando la neve che cade debole dal cielo, "sta per succedere qualcosa" dico tra me e me, non so perché ma la neve è come un campanellino d'avviso. Cerco di non dilungarmi troppo con i miei irrefrenabili pensieri ed entro nella tetra stanza del mio boss.

"Buongiorno Dazai, sarò breve; prima di tutto volevo darti il tuo incarico di oggi..." inizia porgendomi i fogli con i dettagli, "in più", aggiunge "questa sera, per le 20, ci sarà un evento per un gruppo ristretto di invitati, per presentare uno dei nostri dirigenti che stazionano all'estero. È in viaggio dall'America, il suo arrivo è previsto per questo pomeriggio. Voglio che ci sei anche tu, così da introdurlo anche agli altri domani. Mi aspetto molto da te, puoi andare". Dopo che mi ha congedato e aver recuperato i fogli mi avvio fuori sfogliandoli pian piano così da capire cosa mi riserverà la giornata.

"Chissà chi sarà mai sto mezzo americano".


"Finalmente a casa" dico cadendo a peso morto sul divano "non ce la posso fare", queste mura sono troppo opprimenti per una sola persona. Nel silenzio assordante decido di incamminarmi verso al mio armadio, recupero dei vestiti per la sera e mi butto in doccia. Dopo una mezz'ora esco svogliatamente "che mondo vuoto" penso guardando le strade desolate della sera. "Chissà dov'è finita la gente, sarà la zona, la sicurezza qui è pari a vincere un biglietto della lotteria".



"Sono arrivato qualche minuto fa e già sono tra gli alcolici... che caso perso", alla fine mi arrendo e opto per uno scotch. "Non c'è Oda, mi sa che sta con i bambini" mi dico girando per la sala. Faccio cenno a Mori per segnare la mia presenza e mi siedo al mio posto "che noia".

Vedo il boss cimentarsi fuori da quel luogo opprimente, "sarà arrivato quel tipo". Alla fine entra con altri invitati "che mi sia sbagliato?", senza neanche finire la frase entra una figura con dei capelli ginger che risaltano tra le deprimenti pareti. Si avvicina con un calice di vino rosso e si siede nel tavolo acconto al mio e lì tutto si ferma. Il tempo ha stoppato il suo corso, i miei occhi vagano fugaci su tutto il corpo dell'individuo: il cappello lascia spazio alla scia di capelli rossi che scorrono in una coda, finendo poco oltre le spalle, segue il suo corpo all'apparenza esile, fine, ma allo stesso tempo elegante, sottolineato soprattutto per le curve dei fianchi; non è molto alto, ma la sua forza ha la meglio, considerando il suo titolo. Porta il suo calice alla bocca, ha delle labbra sottili, ma evidenziano i lineamenti accurati del viso. Il cuore accelera senza un motivo preciso e il mondo sembra colorarsi per la prima volta. Deglutisco a vuoto e, per quanto difficile sia, distacco lo sguardo, richiamato dalla voce di Mori.

"Salve a tutti, come già avvisato in precedenza quest'oggi siamo qui per presentare uno dei nostri dirigenti esteri" comincia il discorso, facendo avvicinare lo sconosciuto a sé "lui è Chuuya Nakahara, dirigente che si è occupato dei lavori svolti in America, ma da domani in poi si unirà qui in Giappone. Prenderà posto qua nella sede principale, provvederemo noi ad avvisare i nuovi sottoposti assegnati. Bene è tutto, potete tornare alla vostra serata". Finita la presentazione mi scrivo delle note mentali sul nuovo soggetto, "chissà perché è tornato", bah mi faccio troppe domande.

Passata qualche ora noto che anche lui, disinteressato come sembrava, esce dalla sala. Decido di seguirlo, magari attacco bottone.

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