Capitolo 29:

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Dazai's pov:

Siamo finalmente a inizio dicembre. La situazione con la Guild è stabile, difatti stiamo riprendendo le vite di prima, ovviamente continuando a restare preparati in eventuali casi. Questa settimana, come la prima di ogni mese, è dedicata esclusivamente a corsi di aggiornamenti e allenamenti. Praticamente, (commissioni abituali a parte), sia l'agenzia che la port mafia, si concentra sull'aggiornare e migliorare i propri requisiti. Oltre al fattore più "teorico", gestito solitamente da Ranpo, ci si concentra su quello fisico. Quest'ultimo comprende tre fasi: allenamento singolo (di resistenza e agilità), controllo dell'abilità e combattimento.


Oggi mi è capitato l'allenamento con Atsushi e sinceramente sono abbastanza curioso di sapere quanto sia migliorato. Ho analizzato: la sua abilità, la sua forza, il suo rapporto emotivo con le cose e la resistenza. Proprio quest'ultima mi preoccupa. Per quanto venga mangiato dall'insicurezza non si lascia abbattere e appena entra in campo prova fino all'ultimo a restare in piedi "una cosa a dir poco ammirevole"

"Hai detto qualcosa Dazai?"

"Ah nono, iniziamo?" chiedo al grigio, lui annuisce e prendiamo posizione.

Appena scatta il tempo, parte in quarta: con agili salti passa da una parete all'altra, fino a che non mi arriva diretto nella direzione del volto. Ma basta alzare semplicemente il dito, attivando la mia abilità,  accompagnandolo a me una volta tornato umano. È una strategia che utilizza spesso nei suoi schemi: si muove più velocemente possibile, così da confondere l'avversario e creare una cerchia limitata attorno alla sua vista. Per di più utilizza la sua capacità rigenerativa nel caso venga ferito. Ma per sua sfortuna, queste cose non mi disturbano molto. Ho compreso i suoi schemi, sono impreparati ma precisi, e una volta capiti prevedibili.


Atsushi's pov:

Sono seduto a terra a guardare Dazai porgermi una bottiglia d'acqua. La accetto e faccio un sospiro. Lui ridacchia e si siede accanto a me in silenzio.

Lo scontro è stato più complesso del previsto. Sapevo delle sue enormi qualità, ma non pensavo raggiungessero livelli del genere. Non mi ritengo molto forte, ma pure con la mia forma totale, che fatico ancora a controllare, tiene il sangue freddo, avendo la meglio senza battere ciglio. Abbiamo fatto lo stesso allenamento per tutto il pomeriggio ed in ognuna di esse mi sono trovato a terra. Ma non mi ha buttato giù, anzi, mi ha fatto capire che ho molte cose ancora da imparare...come trovare la pace con la mia abilità. Per quanto quella di Dazai non tratti elementi fisici, ha una completa serenità con sé.

"Voglio trovare anche io la pace che hai tu" gli grido speranzoso di un consiglio, ma da parte sua ricevo solo un

"uhm?" così innocente e privo di significato. Non mi arrendo e ritento con la stessa domanda, ma lui ancora una volta mi guarda talmente stupito che per poco non si mette a ridere

"La pace che ho io dici?" punta i suoi occhi nei miei "Ne sei sicuro?" il silenzio cala in tutta la palestra, mentre le sue iridi sono ancora fisse sulle mie. Non lo avevo mai notato, il tipo di sguardo che ha lui. Non si tratta di uno sguardo smagliante e allegro come si dimostra, anzi tutto il contrario. I suoi occhi sono talmente vuoti che rischi di sprofondarci dentro, se li guardi per troppo tempo. Anche se c'è una luce in essi, è fioca, quasi invisibile, ma vivida nel suo piccolo, forse è la speranza che tutti noi temiamo di non avere.


Non so cosa abbia passato Dazai, non so come mai è così legato a Chuuya, ma non ho bisogno di conoscere ciò che era. Quando è arrivato qui ho avuto una brutta sensazione, non perché fosse aggressivo, ma bensì perché fosse il più temibile dei pericolosi: non sentiva nulla, né dentro né fuori, impassibile alla vita come all'esistenza.

Il primo mese è stato molto difficile rapportarmi con lui, aveva un portamento invisibile, ma altezzoso; si mostrava allegro come ora, solo che a quei tempi era palpabile tutta la fatica che faceva. Non capivo perché il capo avesse accettato di farlo entrare nell'agenzia, ma ora come ora sono grato che lo abbia fatto. Per quanto tutti mi dicono di essere troppo gentile nei confronti della gente, so con certezza che Dazai abbia davvero del bene in sé. Non so dove mi porterà questo pensiero e non so neanche quanto affidabile sia, ma confido nell'avverarsi.


La voce di quest'ultimo interrompe i miei pensieri:

"Prova con la meditazione" mi dice tranquillo

"Meditazione?" chiedo confuso

"Sì. Da quel che ho capito hai problemi con il rapportarti con la tua abilità, quindi credo che il controllo della tua mente sia il primo passo per farlo. Non posso darti molti consigli a riguardo, ma credo che sia una buona tecnica per iniziare. Anche se la tigre è un animale selvaggio in natura, non è detto che non possa essere addomesticata. Trova la tigre che è in te, Atsushi... e accettala. Non farti mangiare da tutta la paura incontrollata che provi nei suoi confronti, perché se la addomestichi sarà docile come un cucciolo di gatto appena nato" . Lo guardo con ammirazione, ma sono lo stesso indeciso sul da farsi. Ci rifletto un attimo, ma penso proverò a fidarmi. Alla fin dei conti sembra esperto su queste cose, in più ha un'ottima capacità di osservazione:

"Ci proverò!" gli comunico sorridendo. Prendo un ultimo respiro prima di alzarmi e tornare finalmente al mio appartamento.


Dazai's pov:

Dopo una giornata faticosa di lavoro non c'è nulla di meglio di tornare dal rosso. Alla fine l'allenamento non è andato male.  Atsushi ha delle grandi capacità, ma è troppo insicuro "speriamo che prima o poi trovi la pace".


Entro in casa e mi trovo Chuuya a mangiarsi le unghie mentre guarda un bicchiere di vino

"Ei Chu..." mi avvicino verso di lui preoccupato, ha gli occhi ben aperti, con sopracciglia incurvate, mentre si morde il labbro "Che succede?" chiedo inclinando la testa

"Dazai..." deglutisce a vuoto e gesticolando mi chiede di sedermi sul divano.

Si mette accanto a me e mi prende la mano, mentre la sua gamba non smette di tremare

"Non vorrei dirtelo... ma credo che sia giusto che tu lo sappia" continuo a guardarlo fisso con centomila pensieri che si spintonano nella mente

"Oda è sparito" il suono è secco e tutta l'aria svanisce. Il peso del corpo decade e ogni chilo ne vale dieci. Una serie di pensieri in corrispondenza alla Guild e a paranoie senza senso si accumulano, facendo tacere la voce della razionalità. Non sopporto perdere il controllo, ma in questo momento non so come ragionare... "eppure dovevo aspettarmelo" dico a me stesso.

Sento le braccia di Chuuya cingersi timide a me "Mi dispiace" sussurra. È consapevole di cosa comporterà questa situazione se non andrà per il meglio; è consapevole di quanto le mie voci mi mangeranno; è consapevole di quante bende sprecherò.

Mi stringe con tutta la rassicurazione che può emanare. Cerca di rimanere forte, di reggere anche il mio peso, per farci galleggiare, ma sappiamo entrambi che così affogheremo entrambi.



E nel buio della notte osservo le stelle del soffitto. Sinceramente mi chiedo "io cos'ho fatto". Per quanto ci provo ogni volta che penso di migliorare, tutto collassa di nuovo. I pensieri sono troppi, mi alzo e mi metto sul pavimento del balcone.

"Dazai, fa freddo fuori" mi giro e trovo Chuuya sul ciglio della porta "Ti preparo un tè, va bene?" mi accenna un sorriso porgendomi la mano. L'accetto sedendomi poi sul divano del soggiorno. Arriva il rosso con il tè, ha un viso stanco, ma si ostina a reggersi in piedi. Mi avvolge una coperta attorno, porgendomi la tazza. E sorseggiando quel liquido caldo, le mani delicate di Chuuya si fanno spazio tra i miei capelli "Lo ritroveremo" mi dice. So che lo fa per rassicurarmi, ma penso che neanche lui creda alle sue parole. Non rispondo, ma mi avvicino ancora più a lui "grazie di farmi da ancora" penso prima di addormentarmi.

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