Capitolo 16:

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Dazai's Pov:

Saranno passati ormai 7 o 8 mesi dall'ultima volta che ho visto Chuuya, il tempo è crollato e ha smesso di seguire il tracciato dall'ordinario. All'agenzia va tutto bene, mi sono abituato ai componenti e loro lo hanno fatto con me, sono brave persone, molto casiniste, ma anche profonde e sincere. La cosa che mi ha stupito di più, da quando sono entrato qui, è la fiducia e la disponibilità di ascolto che ti offrono; sembra una cosa banale, ma alla Port Mafia cercavano il più possibile di starmi alla larga. Grazie a questo riesco a mostrare un lato solare di me, cosa che sinceramente non avrei mai immaginato di possedere. Sono più tranquillo con la loro compagnia, non sento tanta pressione e posso lasciarmi andare con battute ed ironia, anche se a volte d'obbligo per quando sono inghiottito dalle paranoie. Sento di star cambiando in meglio, ma appena torno solo ritorno come sono e il crollo mentale aumenta di pesantezza.



Sto finendo il mio turno di lavoro, ma oggi sono particolarmente stanco, quindi decido di passare l'ultima ora tra i divanetti isolati del bar accanto all'agenzia "non c'è mai nessuno a questa ora, per fortuna".


Dopo un po' mi arriva incontro Yosano Akiko, la dottoressa dell'agenzia e si siede di fronte a me. Ha un viso fine, corniciato da dei capelli castani scuri tagliati a caschetto, è molto gentile e disponibile, ma allo stesso tempo è meglio non avercela contro.

 Ha un viso fine, corniciato da dei capelli castani scuri tagliati a caschetto, è molto gentile e disponibile, ma allo stesso tempo è meglio non avercela contro

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"Hey Dazai, di nuovo qui tutto solo?", chiede calma

"Eh già ahah, come mai qui a quest'ora?", rispondo ridacchiando

"Ogni tanto sparisci ed ero curiosa dove andassi, per cui eccomi qui! Spero non ti abbia dato fastidio", non rispondo, consapevole che potrei fare cadere le mie barriere e consapevole del fatto che vorrei stare da tutt'altra parte, come il molo del porto, accanto al mio rosso.


Dopo qualche minuto di silenzio Yosano mi fa alzare lo sguardo e riprende il discorso:

"Sai Dazai... mi preoccupi un po'. Sei sempre sorridente e scherzoso eppure a volte è come se ti eclissassi da tutt'altra parte, come se sparissi dalla realtà. Sicuro sia tutto ok?"

E da lì tutto si spezza, tutto quell'equilibrio che ho faticato ad ottenere ora è crollato, occhi vuoti incontrano le iridi preoccupate della dottoressa:

"Ehm...io...sinceramente non lo so", vorrei stopparmi ma le parole viaggiano più veloci della mente, il corpo è in tensione e la voce fatica a uscire in modo scorrevole. Alla fine mi lascio andare, fidandomi della donna che ho davanti: "sai prima di venire qui ero legato a due persone.  Una era una figura quasi paterna, ci tenevo un sacco, mentre l'altro, ecco... era quello di cui ti avevo già parlato...il mio ex partner di lavoro... ecco...lui... beh è come se fosse parte di me, come se fossimo legati da un filo indistruttibile. Ma me ne sono andato, l'ho ferito e l'ho lasciato solo", sento un blocco alla gola e dopo una pausa riinizio a parlare di quella persona con l'identità inanimata: "Penso che starebbe meglio senza di me, credo che tutti starebbero meglio se non esistessi... il problema è che non riesco a credere il contrario...passo la maggioranza dei miei giorni a chiedere perché io sia ancora qui, perché devo ancora continuare a vivere. Pensavo di aver trovato un motivo, un motivo per andare avanti, ma ora l'ho perso. Ora probabilmente mi odierà, ora sarà concentrato sulle sue moto e sul lavoro, ormai l'unica cosa che proverà per me è tutto l'odio che ha nei miei confronti e io non so come fare, non voglio che mi odi, non voglio essere odiato, non da lui. Mi odio con tutto me stesso, ma il solo pensiero che anche lui possa iniziare a vedermi come mi vedo io mi manda in crisi, la mia testa va totalmente in confusione, non ce la faccio, non ci riesco...".

I pensieri si stoppano quando una mano calda prende la mia e un sorrido gentile mi accoglie

"Va tutto bene, da come lo hai descritto, sia ora che le altre volte, sembra uno molto testardo e deciso, ma soprattutto uno che tiene davvero a te" fa una pausa mi guarda con incertezza, ma chiede un'informazione con la speranza di aver risposta: "Senti Dazai, so che forse non è una domanda molto adeguata però credo sia un ottimo momento per chiederlo... per caso la persona di cui parli... è Chuuya Nakahara? Il dirigente della Port Mafia?", spalanco gli occhi e senza volere lascio il pensiero uscire da bocca: 

"Come fai a saperlo?"

"Non per nulla sono una detective ahah... tranquillo Dazai, non gli faremo niente, d'altronde negli ultimi due anni siamo in pace con la Port Mafia, era solo curiosità personale, dato che non conosco quasi nulla di te e se la cosa ti preoccupa tranquillo che non lo dirò a nessuno. Se ti va mi piacerebbe conoscerti meglio, ti puoi fidare di me, so che magari non è una parola del tuo vocabolario, ma nel caso hai bisogno ci sono, posso essere un'ottima amica", dopo queste parole mi manda un ultimo sorriso avviandosi poi verso l'uscita del bar.

La vedo uscire lasciandomi con il mio caffè e i miei pensieri. Dovevo aspettarmelo da una come lei, eppure è come se mi fossi aggrappato a quella micro speranza di non farle sapere nulla di me.

Ho opinioni contrastanti al riguardo, ma effettivamente non posso giudicarla male o altro, per di più sembra una persona affidabile, sinceramente non so che fare... non voglio continuare a stare solo, forse un amico, come mi ripeteva sempre Oda, mi farebbe bene.



È sera e come al solito sono sul letto con i miei pensieri, guardo il solito soffitto, è bianco e vuoto "forse dovrei attaccarci qualcosa sopra", il silenzio mi avvolge e la solitudine si fa strada nella mia anima

"Riuscirò a dormire?"

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