Capitolo 24:

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Chuuya's pov:

Sono le 8:00 di mattina, mi sto avviando a lavoro con il solito freddo invernale, "almeno aiuta la mente". Cammino per la strada isolata, in un lungo percorso tra gli alberi. Mi piace fare due passi alla mattina, indifferente dalla stagione, ma ogni mese qualcosa cambia e quegli elementi differenti si aggiungono alla mia collezione di fotografie mentali. Nell'aria è presente una leggera brina, accompagnata dalla nebbia che ricopre la visuale. Si sta bene, fa un po' freddo, ma è talmente tranquillo che esso cala in secondo piano.

Ma per quanto posso provarci, l'inverno sarà sempre una stagione calorosa. La luce che emana quel moro ricompensa tutto il vuoto che portano queste stagioni,

"Non voglio passare un altro inverno da solo".

Per quanto mi sforzi quegli occhi color nocciola e quella risata tanto fastidiosa fanno parte di me. Sono spaventato, ma credo sia il momento di dargli una seconda possibilità. Non so se sia una buona idea o meno, cerco di non darci troppa importanza, ma l'indecisione non svanisce

"Devo assolutamente parlargli".



Una volta arrivato alla Port Mafia mi reco all'ufficio di Mori "chissà di cosa voleva parlarmi". 

Sto per bussare quando appare anche Akutagawa

"Ha chiamato anche te?" gli chiedo confuso

"A quanto pare" mi risponde piatto aprendo la porta davanti a noi.

Si presenta l'enorme stanza tetra del boss. È molto ampia, con i colori nero e rosso che predominano nelle pareti. Non ci sono molti arrendi, ma in compenso si trova l'imponente scrivania del boss alla fine di essa, pronto ad aspettarci.

"Sono contento che siete arrivati entrambi", inizia tranquillo con il suo solito sorrisino "Questa missione sarà particolare, quindi vi prego di seguirmi", finisce brevemente facendosi poi strada verso di noi.

La sua figura ci osserva fino a passarci oltre, quello sguardo ha qualcosa che non va: punta gli occhi nelle mie iridi con superiorità, consapevole a cosa ci va incontro, consapevole di come potremmo reagire. Non so cosa non vada in quegli occhi, ma hanno una sicurezza quasi perversa, alla ricerca di un'anima da divorare. Non so cosa mi si presenterà davanti, ma sono pronto, cosa sarà mai una prova fisica? In quello nessuno mi batte,

"Oh no mio caro, per tua sfortuna non sarà unicamente una prova fisica, sennò che senso avrebbe", e come se mi avesse letto nel pensiero mi ritrovo Mori a pochi centimetri di distanza, fisso a guardarmi con le sue pozze di catrame e il sorriso che solo pochi hanno coraggio di sfidare.


Sono passati ormai più di venti minuti e non abbiamo ancora capito dove ci vuole portare, fino a che non ci ritroviamo avanti a un vecchio bar abbandonato

"Non aveva chiuso 5 anni fa?" chiedo tra me e me.


Dazai's pov:

"Ok. Sono più nervoso del previsto" mi dico

È più o meno mezz'ora che vago avanti e indietro per l'Agenzia in attesa che arrivi quel momento. Le mani sudano e il cuore non si calma "non posso permettere che mi vedano così" e passo dopo passo un vuoto si riallarga e la perdita di energia si fa vivida in tutto il corpo. Mi siedo sul pavimento guardando un punto impreciso, il silenzio della stanza è assordante.

"Dazai, è il momento, andiamo" la voce familiare mi risveglia dal mio trans. È Yukichi Fukuzawa, il capo della mia agenzia. È un uomo sulla mezza età; i suoi capelli grigio chiaro gli ricoprono la testa e le spalle. Ha un portamento serio e composto, ma appena intravede un gatto tutta la sua figura crolla

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