Capitolo 7:

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⚠️WARNING ⚠️ sh

Le missioni che tanto sembravano rare ora fanno parte della pura quotidianità, "Double Black", ormai è così che ci chiamano.

Ormai sono passati già due anni dal primo arrivo di Chuuya, eppure, quel momento è sempre vivido nella mia testa, in quel giorno dove tutto si è fermato e hanno rinnovato le lancette del Tempo della mia esistenza chiamata "Vita". Quel rosso è la mia rinascita, ma la mia disgrazia, nella notte in cui l'ho conosciuto è la notte in cui, senza neanche volerlo, ho conosciuto quella spaventosa emozione chiamata "amore". Queste cinque parole mi terrorizzano più di ogni altra cosa al mondo, eppure, non riesco a farne a meno.



Sono con Chuuya a casa mia, lui sta in doccia mentre io tento di cambiare le mie bende e più mi guardo più il vuoto si allarga "perché sono così?", da quella singola domanda una cascata di altre migliaia si precipitano nella testa. Dovevo cambiare le bende e invece sono qui, fisso sul letto a guardare un punto impreciso della stanza; "Voglio morire", ecco la conclusione dei miei pensieri, "che ci faccio ancora qui?" e la risposta a quella domanda si presenta sullo stipite della porta.

Una testa rossa mi si presenta davanti e, in silenzio, mi inizia ad avvolgere delicatamente le bende, partendo dal braccio sinistro.

La testa sta sprofondando, "non doveva vederle", con occhi spalancati finalmente riesco a rivolgergli uno sguardo e con occhi preoccupati mi accenna un sorriso "voglio sparire". E improvvisamente un calore mi avvolge, quel rosso tanto scorbutico all'apparenza è qui, a stringermi con tutto il suo cuore, cercando di urlare tutta la sicurezza che mi vuole offrire.

E da quelle iridi ormai stanche di restare spalancate si fa strada una lacrima fredda; scende senza paura da quegli occhi che un senso non ne avevano più da tempo. E da quella singola fonte salata si fanno largo una seconda, una terza, una quarta, fino a che quella scia ormai marcata non finisca più.

Mi stringo in quell'abbraccio che tanto desideravo e quel dolore silenzioso pian piano si faceva voce da quell'anima lacerata.

Il rosso del sangue mi aveva accompagnato per anni, quel immenso calore che tanto trasmetteva mi donava speranza di provare ancora una volta qualcosa, ma ora, quelle cicatrici minate su quelle braccia deserte mi facevano desiderare la neve.

Dovevano portarmi forza, nell'aver passato quei momenti, eppure non provavo altro che ribrezzo. Quei segni creati dagli atti di Mori e da me stesso non potevo perdonarmeli, sensi di colpa e disgusto, ecco ciò che la mia testa ripeteva. E ora, Chuuya le ha viste, che penserà di me ora?



Sono le due di notte e sono in salotto, fino a che Chuuya non si presenta davanti a me con un pigiama in mano, mi fissa, non so cosa pensare o fare, ma a quanto pare lui sì.

Parte in quarta verso di me mi obbliga a cambiarmi e ora mi riguarda, io lo guardo, e prima che potessi fare qualcosa inizia a sciogliere le bende

"la pelle deve prendere aria, ora vieni a dormire", mi sussurra con tono dolce per poi alzarsi e rintanarsi in camera.

Resto immobile per qualche minuto, ma alla fine decido di seguirlo.

Non gli ho rivolto neanche una parola dall'accaduto, l'unica cosa che sono capace di fare è stringermi stretto a lui, come se avessi paura che possa dissolversi da un momento all'altro "restami accanto, se non per sempre, almeno per ora".

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