Capitolo 30:

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Dazai's pov:

Siamo ormai ai primi giorni di febbraio. Le festività si sono concluse bene e io e Chu stiamo provvedendo a sistemare le ultime cose nella casa nuova. In realtà non c'è molto da dire, tutto è rimasto stabile com'era. Anche se penso di star migliorando almeno un poco. Senza Oda sento un vuoto dentro di me, ma la speranza che possa tornare mi regge in piedi. Poi la presenza del mio rosso mi riempie e sono davvero grato di averlo accanto a me.

La port mafia e l'agenzia sono ufficialmente alleati e i capi di entrambe le divisioni collaborano in ogni cosa. Siamo sempre entità differenti, ma appena una delle due ha bisogno d'appoggio o aiuto, l'altro è pronto a supportarla. Ora che si sono unite vediamo molto più spesso agenti o esecutori della port mafia, così da facilitare i casi inerenti a loro. Non siamo d'accordo con i loro ideali, ma li rispettiamo lo stesso. Per di più aiutano, perché se dicono in che casi sono coinvolti, o comunque sono inerenti a loro, guadagniamo molto più tempo. In più posso usarla come scusa per vedere più spesso il rosso, soprattutto ora che è pieno di impegni.


Sono a lavoro ormai da un paio di ore, in sti tempi non c'è nessun caso interessante, le uniche cose che facciamo è compilare moduli su moduli dei vecchi casi risolti nell'ultimo anno.

Sto sorseggiando un caffè, mentre trascrivo le ultime informazioni del fascicolo che ho avanti quando Ranpo mi chiama:

"Ei Dazai, Fukuzawa ti chiama nell'ufficio"

"Ok, grazie".


Mi affaccio alla stanza:

"Siediti pure Dazai" appena entro nell'ufficio è come entrare in un'altra dimensione. È una stanza a sé rispetto al resto dell'edificio. Ha uno stile antico, è ordinata, sobria e molto bilanciata. Trasmette la personalità di Fukuzawa "non è cupa come quella di Mori" rifletto osservando in giro. Presenta molti dipinti e piccole foto di gatti. Un grande lampadario pende al centro della stanza, facendo risaltare il legno della scrivania.

Mi siedo di fronte a Fukuzawa. Il suo sguardo serio penetra nella mia barriera di indifferenza. Raddrizzo la mia postura e pongo tutta la mia attenzione sulla figura che ho davanti:

"Ci è appena giunta una notizia da Mori..." fa una pausa e recupera un foglio "...riguarda Oda" stringo la mascella pregando di non dare voce a ciò che penso. Inizio a sudare e tremo, i secondi di silenzio sembrano durare un'eternità. Fukuzawa fa un sospiro, porgendomi il pezzo di carta: "Sappiamo entrambi che in questi casi è meglio arrivare dritti al punto. Tra poco Mori informerà anche Chuuya, quindi non devi preoccuparti nel dirglielo. Non voglio girarci troppo attorno...non abbiamo ancora tutte le informazioni a riguardo, ma molte voci affermano che Oda non c'è più. Non si sa come sia deceduto, per quanto mi riguarda faremo il più possibile per trovare l'assassino..." mi guarda in cerca di qualche segno di reazione "mi dispiace...per qualsiasi cosa siamo qui a darti supporto, sappiamo che era molto importante per te. Dopo informeremo anche la struttura che tiene i bambini che aveva preso in affidamento, per qualsiasi cosa aggiorneremo te o Chuuya..." continua a parlare, ma ogni termine risulta senza significato. Frasi cadono nell'oblio della mia mente. Il cervello è sconnesso e il tempo devia il suo percorso regolare. Sono immobile sulla sedia. Le mie mani sono strette sui miei pantaloni. La testa è china e continua a girare. Gli occhi non trovano un punto da osservare. Il respiro diventa irregolare, mentre una stretta si fa largo nel mio petto.


Mi alzo di scatto e con movimenti scoordinati esco dalla stanza. Attraverso tutte le scrivanie senza guardare in faccia nessuno e mi trovo in uno dei luoghi più remoti dell'agenzia. Mi siedo al centro della stanza, mi copro il viso con le mani cercando di ritrovare il respiro perso.

The action will have consequencesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora