17. 🌕 Luna Piena

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Quando si ha la consapevolezza di avere poco tempo a disposizione, si dilatano i giorni, si allungano le ore, si ingigantiscono perfino i minuti e si addensano i secondi

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Quando si ha la consapevolezza di avere poco tempo a disposizione, si dilatano i giorni, si allungano le ore, si ingigantiscono perfino i minuti e si addensano i secondi.

Per me e Andromeda è così. Noi due per giunta dobbiamo fare i conti con l'alternarsi del giorno e della notte. Durante le ore diurne siamo costretti a rimanere separati in una sorta di stasi, di pausa sofferta che sembra interminabile; mentre torniamo ad assumere un senso nell'esatto istante in cui le ombre della sera si fanno strada sulle cose e sulle case, facendo risaltare le luci della metropoli. Noi assumiamo un senso solo di notte, esistiamo solo quando tramonta il sole, ma moriamo un poco ogni volta che risorge e lei mi dice: «Ci vediamo quando la città dorme.»

La notte scorsa abbiamo contato i passi di ballo al posto delle ore, abbiamo parlato senza sosta di tutto ciò che lei ancora non conosceva del mondo terreno. Andromeda assorbe tutto come una spugna e lo fa in fretta, lo fa con vorace fame di conoscenza e sembra non sentire mai i morsi della stanchezza.
Pare una bambina quando si guarda attorno, trovando affascinanti cose che io ho sempre dato per scontate: da come funziona una lampadina al perché il fuoco dei fornelli sia di colore blu. Spesso mi trovo in difficoltà nel trovare le parole giuste per spiegarle i concetti che sono oggetto delle sue domande, ma mai mi sono stancato di risponderle. Semplicemente vorrei avere il modo di porle anch'io dei quesiti che la riguardano nello specifico, ma ancora non sono riuscito nel mio intento.

Desidererei sapere come passa le sue giornate chiusa nel suo appartamento, dato che per lei e gli altri sarebbe pericoloso se uscisse; non so se si nutre, dato che l'ho vista mangiare solo una volta e qui da me; non so se riposa, dato che non sembra avere mai sonno; non ho idea se altre presenze strane ed inquietanti hanno provato a terrorizzarla, se parla con qualcuno, se le manca il laghetto dove era solita stare prima di diventare umana o se ha tutti i comfort che dovrebbero esserci in una casa che si rispetti.
Ieri sera, prima che se ne andasse, le ho proposto di telefonarci durante il giorno, affinché non si sentisse sola, ma mi ha detto di non avere un telefono, men che meno un computer.
Mi chiedo a questo punto come abbia fatto a stabilirsi in quell'appartamento da un giorno all'altro, senza aver avuto apparenti contatti con altre persone. Wooyoung stesso non ha saputo rintracciare quale fosse l'agenzia immobiliare che si è occupata di seguire la trattativa fra locatore e Andromeda. Quindi... come è riuscita a entrare lì? Per di più agli inizi, quando per lei mantenere una forma umana stabile non era ancora possibile!

Ci sono ancora tante cose di lei che devo conoscere, ma ormai più vado avanti e più sono convinto che non sia un caso, se proprio quella stessa creatura della soglia di cui io mi sono innamorato abbia trovato posto nell'unico appartamento vuoto di fronte al mio palazzo. È come se tutto facesse parte di un disegno, ma io non riuscissi a coglierne il quadro generale. Ho la sensazione che dietro di me e alle spalle di Andromeda ci siano fili che ci manovrano secondo un preciso piano, ma non sopporto il fatto che non si possa comprendere dove ci porteranno e soprattutto perché non ci permettono di stare insieme liberamente e ci distacchino l'una dall'altro in maniera così sadica.

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