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Ashley pov:

Finita la colazione mi alzai. Non volevo restare un minuto di più con loro.

Kevin: dove vai?

Mi chiese mentre mi dirigevo verso l'ingresso.
Sospirai e uscì, senza prestargli attenzione, chiudendo la porta dietro di me. Presi una sigaretta dalla tasca, l'accesi e inizia a camminare per il vicolo abbastanza lentamente godendomi finalmente della pace.

??: ASH

Non mi girai. Sapevo benissimo chi fosse, non avevo bisogno di vederlo.

Io:  vattene. Voglio stare da sola

Ash: fermati

Io: hai sentito che ho detto?

Ash: potrei farti la stessa domanda

Frustrata diedi un tiro alla sigaretta e, dopo aver buttato fuori il fumo, mi girai, ritrovando Ashtray a un paio di centimetri da me. Sentì il suo respiro aumentare, segno del fatto che fosse agitato.
Risi spontaneamente mentre lui continuava a fissare le mie labbra e i miei occhi, nei quali ci si stava palesemente perdendo dentro a giudicare dal fatto che più mi guardava più notavo una leggera dilatazione delle sue pupille.
Dopo almeno 10 secondi eravamo ancora lì. La confusione che quel ragazzo aveva portato nella mia mente da mesi mi stava devastando pian piano, e cazzo, volevo che accadesse qualcosa. Per cui dovetti smuoverlo.

Io: hai intenzione di baciarmi o aspetti un invito speciale?

Ashtray sorrise e si avvicinò a me, facendo così incontrare le nostre labbra.
Ammisi che non sapevo se mi piacesse quel bacio, ma l'incredibile sapore di fumo presente sulle sue labbra mi fece completamente dimenticare qualsiasi domanda presente nella mente.
Quando ci staccammo il ragazzo sorrise con una leggera preoccupazione negli occhi, forse perché aveva paura della mia reazione.
Ma io semplicemente mi misi a ridere vedendo la sua faccia.

Ash: hey non ridere

Probabilmente lo disse perché aveva capito che lo stavo prendendo in giro.
Gli diedi un pugnetto sulla spalla e tornai a incamminarmi verso la fine del vicolo con un sorriso stampato sul volto.

Ash: aspettami

Disse per poi affiancarmi.

Io: cosa vuoi?

Ash: stare con te, no?

Lo disse quasi come se la cosa fosse scontata.
Ammisi che mi sentì apprezzata, in quel momento, finalmente da qualcuno che non fosse Nathan o James.
Sorrisi leggermente e quando Ashtray lo notò mi scompigliò i capelli.

Ash: è bello vederti felice

Continuavo a non capire se quelle cose le pensasse davvero o se le dicesse solo per far sì che la mia rabbia, repressa nei suoi confronti, sparisse.
Preferì non chiederglielo, non volendo pensarci in quel momento.

Restammo fuori per un po', dal momento che i miei erano in casa e perciò volevo stare fuori il più possibile, ma ovviamente, mi toccò rientrare.

Nathan: si parla di te al TG

Esordì appena entrammo in casa.
Mi girai verso lo schermo, notando così la foto di una telecamera di sicurezza che aveva ripreso me e i ragazzi, con ovviamente le maschere, mentre sparavo in testa a un ragazzo.

Io: non male la foto

Kevin: riesci sempre a farti riconoscere?

Io: come te del resto

Nathan mi si affiancò, mettendomi una mano sulla spalla e sospirando. Non ne poteva più di quella situazione che lo stava già stressando.
James continuava a guardare i nostri genitori da lontano, non volendo avvicinarsi, con uno sguardo colmo di disprezzo nei loro confronti.

Fezco: emh...Hey?

Alzai lo sguardo verso le scale, individuando la figura del ragazzo abbastanza perplessa.
Ragionai sul fatto che, effettivamente, Fez era rimasto in camera di mio fratello per tutto il tempo, per cui restò all'oscuro del fatto che i miei genitori fossero arrivati
Quando li vide sgranò gli occhi e richiamò Ashtray, che corse da lui, per poi seguirlo in fondo al corridoio dove si misero a parlare.

James: perché siete qui quindi?

Lucy: ah, allora parli piccolo bastardo. Ti ci voleva tanto?

Nathan si allontanò andando verso la libreria, non sapevo perché ma in quel momento non mi importava: il tono con cui aveva detto quella frase era fastidioso, e mi stava tremendamente sul cazzo.

Io: rispondi a James e sta zitta.

Kevin: non parlarle così

Nathan: Lucy, parla ancora così a mio fratello e ti pianto un proiettile in fronte.

I miei genitori si alzarono, increduli della cosa, mentre un sorrisetto soddisfatto si fece strada sul mio volto.
Nathan gli aveva puntato la pistola addosso, con uno sguardo fermo e deciso. Non avrebbe avuto nessun rimpianto, il che era comprensibile: dopo tutto ciò che aveva dovuto passare, era il minimo.

Kevin: riuscite sempre a essere odiosi

Lucy: n-no ecco...vostro padre intendeva-

Kevin: non proteggerli. Sono degli ingrati di merda, soprattutto tu.

Indicò Nathan, che si infilò la pistola in tasca, sospirò e iniziò ad avanzare verso mio padre.
James corse da me, affiancandomi, e infilandomi una pistola nella tasca dei jeans.

James: *sussurra* per ogni evenienza. Non voglio che ti accada nulla.

Nathan: ingrato io? Io che curavo le ferite di Ashley causate dalle bottiglie di alcol che ti scolavi e lanciavi sul pavimento dove Ash inciampava? Io che davo una mano a James coi bulli della sua scuola? Io che quando ho potuto li ho portati via da quella cazzo di catapecchia dove l'aria era irrespirabile a causa del fumo delle vostre canne? Io che vi ho fatto entrare qui perché siete riusciti a rovinarvi da soli e ora rischiate il carcere?
L'ingrati qua dentro siete voi, non io.

Detto ciò sferrò un pugno sul volto di mio padre, che cadde sul tavolino da caffè in vetro, spaccandolo.

Lucy: SEI IMPAZZITO?

Nathan si girò lentamente verso la mia figura e mi guardò.

Nathan: non voglio picchiare una donna

Sorrisi, capendo cosa intendeva.

Io: ci penso io.

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Spazio autrice
Heyyyyy I'm back ;)
Come state? Spero tutto bene e che questo capitolo vi sia piaciuto<3333

Sei Così Cambiata- Ashtray x reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora