39 (finale)

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Ashley pov:

Era arrivato il momento.
Eravamo fuori da quella fabbrica abbandonata, tutti armati e in ansia.
Non sapevo che cosa sarebbe successo di lì a poco, ma ad essere sincera avevo già una brutta sensazione che cercavo di scacciare in continuazione, sperando fosse solo il panico.
Ashtray era di fianco a me, intento a riempirsi le tasche di munizioni e a ricaricare la sua arma, cose che io avevo già fatto in precedenza.

Nathan: tutto ok Ashley?

Mi chiese accarezzandomi la testa, facendomi fare un leggero sorriso, seguito dal mio capo che si mosse su e giù, dichiarando una risposta affermativa alla sua domanda.

Jordan: forza ragazzi andate, e ricordatevi che noi saremo qui non appena avrete finito.

Esordì voltandosi verso di noi, con uno sguardo lievemente preoccupato.

James: finiamo sto cazzo di inferno vi prego

Piagnucolò uscendo per primo dal furgone, seguito da tutti noi.

Ash: ricordi cosa ti ho detto?

Io: Ash sei consapevole che non potrò starti sempre dietro non è vero?

Il ragazzo sospirò e, mentre i miei fratelli cercavano un modo per entrare che implicasse il non fare troppo rumore, mi afferrò il viso con entrambe le mani per poi baciarmi.

Ash: non farti ammazzare

Io: neanche tu

Nathan: ho trovato qualcosa

Skip

Eravamo finalmente in pace. O meglio, quasi: eravamo entrati con facilità, ma questo aggettivo non poteva essere associato invece al percorso, che ci toccò fare, per arrivare a dove ci trovavamo in quell'istante. Almeno una trentina di uomini dello zio di Henry ci aveva assalito, costringendoci non solo a sprecare munizioni, ma anche ad avvisare il nostro nemico che eravamo lì.
Oltre a questo contrattempo, le ferite sul corpo di ognuno di noi non erano la cosa migliore che ci potesse capitare: io avevo un taglio sul braccio non troppo profondo, che procedeva in linea retta dal polso fino al gomito, Nathan aveva un proiettile nella spalla, James aveva un taglio sulla fronte e Ashtray pure.

Nathan: ci siamo?

Chiese sussurando e guardando me e Ash, il quale si stava sorbendo una medicazione fatta al volo dalla sottoscritta.

Ash: se tua sorella la smette si

Disse afferrandomi il fianco con la mano, iniziando a darci dei colpetti come per dirmi "va bene così". Allora smisi di tamponargli il graffio, distanziandomi da lui e ricaricando la mia arma.
Ci spostammo poco più avanti, più precisamente verso la fine del corridoio nel quale stavamo camminando, fino a ritrovarci di fronte a una porta.
Nathan ci si appoggiò, tentando probabilmente di udire eventuali rumori al di là di essa.

Ash: stammi dietro

Mi sussurrò all'orecchio prima di sorpassarmi e mettersi davanti a me.
Sospirai, non volendo che facesse da scudo, ma in quel momento discutere non era la soluzione giusta, specialmente perché Nathan spinse la porta, entrando in un ulteriore corridoio.
Alla fine di quest'ultimo si sentiva il rumore di alcune voci, per cui cautamente ci addentrammo, finendo in un enorme spiazzo: una stanza gigantesca, probabilmente un vecchio magazzino dato le scatole impolverate presenti, e al centro tre divani, posti tra varie colonne portanti, sui quali erano seduti lo zio di Henry e alcuni suoi scagnozzi.
Ci nascondemmo dietro alle scatole, per cercare il momento più giusto per attaccare.
Voltai il mio sguardo verso Ash, che era intento ad ascoltare le parole di uno scagnozzo, mentre io avevo completamente la testa annebbiata, non riuscivo a pensare ad altro se non a "moriremo".

Sei Così Cambiata- Ashtray x reader Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora