Ricordi lancinanti

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I minuti per nasconderci stavano per scadere, e io e Niragi non ci eravamo ancora nascosti, stavamo correndo per cercare un posto sicuro.
Abbiamo aperto così tante porte e trovato così tanti partecipanti nascosti e spaventati. Niragi continuava a trascinarmi per i negozi ma niente di tutto quello che avevamo attorno era sicuro e molte porte non si aprivano.
Niragi: Il tempo sta per scadere, ci resta solo che aspettare e ogni volta che vediamo gli assassini scappare cercando di non restarci secchi. caricò il mitra e mi lasciò la mano.
Beverly: Non dire stronzate, non possiamo restare qui!
Mi porse una pistola già carica e si voltò a guardarmi.
Niragi: Beverly meglio rischiare così che rischiare nascondendoci e morire sul colpo appena trovati.
"GLI ASSASSINI SONO STATI LIBERATI"
Beverly: Porco cazzo moriremo di certo.
Iniziai a blaterare camminando avanti e indietro. Ma Niragi mi prese per un braccio e mi guardò negli occhi, sembrava incazzato.
Niragi: Stammi a sentire, non ho intenzione di perdere tempo con te, se già inizi ad avere paura per una cazzata del genere, non supererai la prova dei lottatori. Rimase a fissarmi dritto negli occhi finché non sentimmo uno scricchiolio di una porta.
Tirai Niragi per un braccio e cominciammo a correre fino ad arrivare nelle scale del centro commerciale, quelle usate da personale.
Sbarrammo la porta con delle travi trovate lì e cominciai a camminare avanti in dietro per trovare una soluzione, un posto dove nasconderci, qualsiasi cosa. Niragi si appoggiò ad un muro e rimase e guardarmi nella disperazione, con un ghigno sul volto. E poi mi vennero in mente i condotti di areazione; potevamo entrare lì dentro e nasconderci fino alla fine del game.
Beverly: Niragi i condotti! Cazzo possiamo nasconderci lì sopra! bisbigliai puntando una delle botole che portavano ai condotti. Niragi mi guardò con aria strana, storcendo gli occhi.
Niragi: È una buona idea, mancano ancora 25 minuti, ma come ci arriviamo?
Continuai a pensare ad un modo per arrivare a quella botola in alto, e dalla ringhiera visti una cassa di legno abbastanza grande ma non molto alta. Corsi lì sotto e la presi.
Beverly: Con questa. Gli mostrai la cassa e poi continuai. Sali qui sopra apri la botola entri e poi mi tiri su.
Niragi: D'accordo, dammi qua.
Prese la cassa e la appoggiò per terra , ci salì sopra e forzò la botola e finalmente riuscì ad aprirla.
Lo spazio dentro era abbastanza grande, si e no poteva essere un 70 centimetri di altezza e 40 di larghezza. Mi porse una mano, ma qualcuno cercò di entrare dalla porta sbarrata, continuando a sbattere colpi. Cazzo.
Niragi: Forza Bev!
Saltai e presi la mano di Niragi e lui mi tirò su e poi chiuse la botola.
Cominciammo a girare per i condotti finché non arrivammo in un incrocio da cui da una botola si vedeva il centro del Centro Commerciale. Era molto alto. E io ho le vertigini. Mi voltai e guardai sopra di me restando seduta. Niragi mi osservava lascivo, e io spostai lo sguardo su di lui.
"15 MINUTI ALLA FINE DEL GAME"
Niragi: Stai bene?
mi chiese sfiorandomi un ginocchio, ansimavo abbastanza forte, mi mancava il respiro. Non riuscii a rispondergli per la mancanza di aria. Niragi se ne accorse e si sedette accanto a me, stringendomi il ginocchio.
Niragi: Respira con me.
Iniziò ad inspirare e espirare e io cominciai a seguirlo cercando di calmare il battito del mio cuore. Appoggiai la mia mano sulla sua che si trovava sopra il mio ginocchio. E continuammo ancora per qualche minuto.
Beverly: Scusa. Mi succede spesso. Soffro di attacchi di panico, per via di varie cose che mi sono successe prima di essere adottata.
Dissi continuando a stringere la sua mano e guardando di fronte a me.
Niragi: C'entra qualcosa tua madre?
Chiese titubando un pochino. Come cazzo faceva a saperlo?
Beverly: Tu cosa ne sai?
Tolsi la mano dalla sua e mi voltai dall'altro lato. Le lacrime cominciavano a scendere.
Niragi: L'altra sera quando sono entrato in camera tua, urlavi contro di lei. Nell'incubo.
Beverly: Dovevi lasciarmi urlare e farti i cazzi tuoi. Lo trattai male perché non volevo parlarne con lui, non credo fosse la persona giusta.
Niragi: Fanculo Beverly, sei una stronza!
Lasciò il mio ginocchio e cominciò a gattonare verso le varie strade dei condotti. Lo seguii.
Beverly: Dove diavolo stai andando?!
Niragi: Lontano da te mi hai stancato ragazzina.
Continuai a seguirlo gattonando sempre più veloce per non perderlo di vista.
Beverly: Niragi aspetta! Scusam-
Il condotto cominciò a scricchiolare e si sfondò per il troppo peso ricevuto da entrambi. Niragi mi prese per un pelo, penzolante mi trovavo in un negozio di cappelli. Sentii uno sparo, e poi un altro e un altro ancora.
Beverly: Niragi aiutami! Cazzo!
Niragi cercò di tirarmi su inutilmente.
Niragi: Lasciami la mano, scendo anch'io.
Lasciai la mano e caddi in ginocchio, saltò anche lui e mi prese la mano trascinandomi dietro la cassa.
"5 MINUTI ALLA FINE DEL GAME"
L'assassino era entrato nel negozio; Niragi mi strinse a se tappandomi la bocca con la mano e io mi strinsi a lui a mia volta. L'assassino girò l'angolo e ci vide, indossava una maschera da maiale.
Niragi mi tirò per il braccio e cominciò a correre, tirandomi con se. Proiettili ci passavano accanto, mancava  pochissimo alla fine del game. Un Proiettile mi sfiorò un fianco, provocando un dolore assurdo. Sicuramente era un taglio molto profondo. Continuai a correre nonostante il dolore lancinante.
"30 SECONDI ALLA FINE DEL GAME"
L'assassino ci stava alle calcagna. Niragi svoltò a destra continuando a trascinarmi. Negli ultimi cinque secondi, l'assassino ormai abbandonato a se stesso e consapevole che a breve sarebbe morto, si fermò e cadde in ginocchio. Niragi si voltò e io mi fermai. Il game era finito e un laser aveva appena trafitto l'uomo.
Io caddi per terra. Niragi si era allontanato e non avevo nessuno con cui aggrapparmi.
Niragi: Cazzo Bev stai perdendo troppo sangue!
Niragi si inginocchio e premette sulla ferita. Io cacciai un urlo.
Beverly: Portami fuori di qui!
La voce metallica parlò un ultima volta:
"GAME CLEAR,CONGRATULATIONS.
GIOCATORI SOPRAVVISSUTI: 2"
Beverly: Hai qualcosa con cui fermare il sangue?
Dissi io con voce tentennante.
Niragi: In macchina dovrebbe esserci un kit medico. Aggrappati a me.
Mi tirò su e mi aggrappai alla sua spalla.
Camminammo fino alla macchina e Niragi mi appoggio sul cofano davanti e corse a prendere il kit nel bagagliaio. Ritornò da me con delle bende.
Niragi: C'erano solo queste. Merda!
Urlò Niragi.
Beverly: Niragi tranquillo non sto morendo, fasciami e stringi così il sangue si fermerà.
Gli presi il viso tra le mani per far si che mi guardasse negli occhi. Lui annuì.
Niragi: Alza la maglietta.
Disse facendo un occhiolino, tornando il solito Niragi pervertito di sempre. Alzai gli occhi al cielo accennando un sorriso. Alzai la maglia e lui cominciò a fasciarmi. Era molto cauto e a volte mi bruciava. Ma doveva stringere quindi non potei dirgli nulla.
Dopo aver finito si sedette accanto a me. Dopo un po' di silenzio parlai.
Beverly: Mia madre era una stronza.
Niragi si voltò con attenzione iniziò a scrutarmi e pronto ad ascoltare ciò che stavo per raccontare.
Beverly: Mio padre e mio fratello sono morti in un incidente avvenuto sullo Shrine Bridge. Mio fratello era il mio gemello, aveva solo 14 anni. Dopo la loro morto eravamo rimaste al verde, e mia madre cominciò a prostituirsi. Non abbiamo mai avuto un buon rapporto. Io ho sempre provato a parlare con lei dei miei problemi a scuola. E anche dell'autolesionismo.
Alla parola autolesionismo, Niragi sbarrò gli occhi e mi accarezzò la schiena per qualche secondo.
Beverly: Mi disse che se volevo sopravvivere dovevo prostituirmi anch'io. Aveva già portato un uomo in camera mia, e lei mi costrinse, le urlai di lasciarmi più volte. Ma lei non mi lasciò, e io a quel punto presa dalla paura le ruppi la lampada in testa e scappai di casa. Andai alla polizia e la denunciai. Finii in diverse case famiglie, finché la madre di Arisu volle adottarmi. Poco dopo morì di leucemia. E io restai con Arisu, suo fratello e suo padre. Mi hanno salvato la vita.
Appoggiai la testa sulla sua spalla. Siamo rimasti in silenzio per moltissimo tempo.
Niragi: È ora di andare.
Mi scrollò dalla sua spalla e si avviò al posto del guidatore. Io lo seguii.

Quello stronzo di Niragi Suguru// the next levelDove le storie prendono vita. Scoprilo ora