Il tacchettio echeggia in questo lungo corridoio ornato di quadri antichi e preziosi e sculture di giovani talenti, il tutto impreziosito da un marmo nero con venature dorate in una villa altrettanto antica di proprietà di un vecchio conoscente con il quale condivido l'amore per l'arte. Poichè fuori città, soggiornerò qui pochi giorni. Sono stata invitata per ammirare un capolavoro di Edward Hopper, pittore e illustratore statunitense esponente del realismo americano. La tela che avrò il piacere di ammirare da vicino è "New York movie" ambientata in una sala cinematografica.
Si terrà proprio in questo edificio un'asta volta a tutti ma soprattutto a chi avrà la capacità di cogliere i sentimenti dell'artista e instaurare profondamente una connessione attraverso le opere. D'altronde questo è il principio degli amanti dell'arte anche quando queste sono ambigue e di difficile interpretazione.
Accedo alla grande sala dove scorgo, oltre l'elegante figura del mio ospitante altre cinque persone a me sconosciute. Spero di non dovermi intrattenere in chiacchiere futili...
<Finalmente sei arrivata!> Il suo tono acuto e gioioso mi accoglie come sempre mentre mi viene incontro. Ricambio il saluto e in maniera educata lo indirizzo anche agli altri che hanno gli occhi puntati su di me. La sua insicurezza nell'atto che segue l'esclamazione mi fa sorridere così mi appresto a smorzare il suo imbarazzo allungando la mano per un saluto algido ma rispettoso. <Ah già, il contatto fisico non è il tuo forte> ridacchia
E' diventato nel tempo un ostacolo o meglio una fragilità che ho dovuto indebolire...
<Hai buona memoria nonostante lo scorrere del tempo> gli faccio notare sarcasticamente
<Sono ancora abbastanza giovane, soprattutto dentro>
<La gioventù appunto non è questione di età ma uno stato mentale nonostante ciò bisogna stare attenti a non cadere nella gaiezza vana> curvo leggermente il labbro all'insù e lui ride
<Vieni, lascia che ti presenti agli altri. Ho insistito così tanto perchè voglio presentarti la donna che amo...> lo interrompo
<E il quadro?>
<Non preoccuparti te lo farò vedere tra pochissimo> annuisco <Lei è la donna che amo,Sofia e loro sono la sua famiglia: Alejandro, Sinhue, Dinah e Camila> I miei occhi passano in rassegna mentre mi presento.
Qualche convenevole e ci spostiamo in un'altra sala dove finalmente potrò apprezzare il motivo per il quale ho messo da parte la miriade di lavoro che in ufficio mi attende. Con un colpo secco scopre la tela e nell'osservarla una pacata tristezza si insinua nelle fibre del mio corpo che il mio autocontrollo non fa trasparire.
<Lauren ti va di descrivere la scena raffigurata?> annuisco
<E' un'opera di Edward Hopper, come potete notare il forte contrasto luministico mette in risalto una donna sola che poggia la schiena contro il muro. Ha il capo chino, oppressa dai pensieri che la molestano. Ha lasciato la sala di proiezione per isolarsi. La tela divisa in due parti racconta la frattura tra la realtà in cui la donna è costretta a vivere e la sua realtà interiore; è il suo estraniamento dalla società, qui rappresentata da una silenziosa sala cinematografica...> Il mio tono pacato è l'unico rumore nel silenzio della contemplazione< Contemplare una sua opera comporta spesso l'essere assaliti da un senso di estraniamento e di incomprensione con se stessi e con gli altri> sussurro < Inoltre si percepisce la prevedibilità e la noia del quotidiano o il silenzio. Anche conosciuto come il pittore di quest'ultimo , dell'immobilità, della stasi: tutto sembra fermo e quasi privo di vita>
La Solitudine è un tema che è da sempre stato rappresentato dagli artisti nelle sue più fini sfaccettature. In queste pennellate decise mostra l'uomo estraniato dal mondo. Essa non è necessariamente una condizione negativa, a volte è rassicurante, quieta l'animo, è utile per ritrovare se stessi. Bisogna allora fare una distinzione tra lo stare soli e il sentirsi soli; in quest'ultimo caso la percezione è tormentosa...
...ed io cauta non vi dirò dove dimoro maggiormente...
Tra queste sfumature, riuscire a raccontare la sensazione che può dare la solitudine è sicuramente un'arte e alcuni artisti sono stati in grado di trasportare questo sentimento sulla tela in maniera eccelsa.
Rifletto.
<Lui è stato definito il pittore della solitudine americana...>
<E il poeta del sentimeto solitario> completa la frase la ragazza abbozzando un sorriso nostalgico che si dissipa di fronte l'impenetrabile
<Sai Lauren a Camila piace l'astrattismo in particolar modo>
<Si perchè stimola la creatività del cervello e poi mi piace scorgere i sentimenti degli artisti e magari ritrovarmi in quelle rappresentazioni. Insomma mi piace "esistere insieme a loro"> ruoto gli occhi al cielo con discrezione e annuisco.
<Sorprendente! Anche Lauren usa spesso questa frase, vero Laur? Come in ogni cosa cerca di immedesimarsi nel miglior modo possibile e condividere dei momenti; come a voler tornare in quelle epoche e vestire i panni dell'artista>
Di nuovo sorride guardandomi furtiva.
<L'arte si ammira in silenzio> concludo
Oh estranea amica rimani a capo chino, per non essere indiscreta al tuo isolamento neppure conoscerò i tuoi occhi ma lasciami poggiare la mia spalla al tuo fianco e afferrare con l'animo il tacito urlo che vivido rievoca in me coscienza...
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