Una cascata di acqua tiepida imbeve le mie spoglie, le mie ciglia serrate intente a obliare gli istanti precedenti ma al di là mettono alla luce un groviglio di cose che non voglio districare. Maledico me stessa, maledico la mia sorte! Lei, abile prestigiatrice nella mia proibizione assoluta si esibisce e mi incanta. Maledico lei, maledico i suoi passi di nuovo accanto ai miei! Si disperde dalle mie fibre l'asprezza del mio vivere come se avesse autorità su quella parte di me che tanto mi ha fatta penare.
No, questa volta no.
Calpesterò l'errore, sarò padrona dell'io, sarò Caronte: al converso traghetterò l'anima mia oltre la morte alla vita impassibile... il fiume Acheronte sarà l'equilibrio che dividerà le sponde, giudicata dal mio intimo nel Tartaro e chissà se nei Campi Elisi seppur gelidi un giorno dimorerò non avendo amato...
Il mormorio poveniente dal corridoio mi ridesta così mi affretto ad asciugarmi e vestirmi per raggiunge gli altri.
<Loro sono Sir. Sam Garcia e suo nipote Peter> Joel riceve gli ospiti nella sala da pranzo e li annuncia al resto dei presenti, io sono terribilmente in ritardo e nella fretta rischio di rotolare giù per le scale, dannati tacchi! <Oh eccola, lei è Lauren>
<Buonasera, perdonate il ritardo> stringo le mani tese
<E' un piacere conosere una bella donna come lei e le si può perdonare anche un ritardo> sorrido a fatica detestando da sempre i complimenti<E' davvero bellissima!> continua ad adularmi il più grande dei due
<Cami?> il giovane punta lo sguardo oltre la mia spalla mentre mi stringe velocemente la mano<Sei tu?!?> non mi volto neanche quando urta con la sua la mia spalla. Questo cafone maleducato!
<Ciao Peter>
<Peter?> ride sonoramente<Dolcezza, non mi hai mai chiamato per nome. Sono il tuo "mon colibrì"> beh, se questo appellativo allude anche a qualcos'altro è messo male, poverino. Veloce e piccolo...Madre Natura a volte è davvero stronza. Camila non proferisce parola<Anche se non stiamo più insieme voglio essere per sempre il tuo colibrì> quando uno rincoglionisce per la vagina.
<Sono passati tanti anni> la sento sussurrare
<Cinque, cinque anni fa stavamo insieme. Cinque anni fa ti sei dichiarata a me e abbiamo iniziato la nostra storia d'amore, anche se breve>
Mi giro: la guardo, mi guarda e le nostre iridi intrattengono una breve conversazione, le sue digiune si cibano della mia consapevolezza e della mia afflizione, mentre il ragazzo saluta i genitori della bruna con familiarità.
Dal guardo di pietra
Medusa distruttrice
mi occulto e taccio...
D'altronde, miei cari, ho saputo educare i miei occhi al silenzio pronti al distacco in ogni circostanza ché la mia pura sincerità è un velo di lacrima...
Ci sistemiamo intorno al tavolo e questa volta Camila non riesce a prendere il posto vicino al mio ma di fronte, accanto a quel ragazzo e sua sorella. Lui non le toglie gli occhi di dosso e lei li tiene puntati su di me che fingo di non notare. Si intrattengono in una conversazione sull'arte e tutte le cose tecniche riguardanti l'asta. A quanto pare il signor Garcia è colui che ha organizzato tutto, amante dell'arte da sempre e collezionista di opere.
<E tu Peter ti occupi ancora dell'azienda di famiglia?> sposta l'attenzione Sinhue
<Si. Adesso sono direttore a tutti gli effetti> dichiara spocchioso<Le decisioni sono mie> ride
<Sapevo che avresti ottenuto quel posto, un ragazzo promettente come te non poteva fare altro> si complimenta<Sono proprio felice di averti ritrovato e soprattutto che tu e mia figlia vi siate ritrovati qui>
<Lo sono anche io Sinuhe. Camila è sempre nel mio cuore> afferra la mano della bruna e la bacia <La penso spesso> la ragazza in questione è visibilmente in imbarazzo e si limita a sorridere
<Magari potreste riprovarci...> scherzando rivela la sua speranza<Sei il ragazzo perfetto per mia figlia>
<Mamma!> l'ammonisce
<Non arrabbiarti Cami. Non ha detto nulla di male e poi chissà...le mamme ci vedono lungo>
Per quanto una madre ci veda lungo sulle cose cerca sempre di proiettare ciò che pensa sia buono per i propri figli e nella benignità del gesto a volte dimentica che la felicità dipende dalla libertà assoluta, anche se a volte sbagliata; dovrebbero soltanto tenere le braccia tese per risollevare.
Uno sbaglio è lezione di vita.
<Questa bella donna, invece, di cosa si occupa?> mi viene rivolta una domanda che non subito afferro poichè intenta a riflettere su quanto il parere di un genitore delle volte possa portare i propri figli a rinunciare a qualcosa per il timore di sbagliare e di conseguenza deluderli. I figli si dovrebbero educare alla felicità soltanto.
<Ehm...Ho una piccola azienda> non mi sbilancio molto, non mi piace parlare di me né di quello che faccio. Ad ognuno gli affari propri.
<Le piace l'arte?>
<Si. In ogni sua forma>
<Bene! E ne coltiva qualcuna?>
<Non ho tempo purtroppo>
<Beh tu scrivi e a volte dipingi> si intromette Joel
<La scrittura è un'arte nel momento in cui lo scrittore diventa riconoscibile e distinguibile dagli altri>
<Se tu pubblicassi i tuoi scritti potresti diventarla>
<No. Per me è solo una necessità. Troppo privato per discuterne> e così metto fine ad un inizio che concerne il mio più intimo spiraglio dell'oltre...
La prima portata li fa finalmente tacere.
La mia testa è un fardello.
***
Stasera la volta celeste povera di luce è la chioma delle mie profonde radici che finalmente si mostra senza bugia e la sua silente presenza mi accompagna nella solitudine. Il vino dondola nel calice tulipano che ho già riempito più di due volte e il calore che la mia pelle emana mi mette in guardia. Disinteressatamente sorseggio e mentre il cielo lascia cadere qualche goccia di pioggia, alzo il calice per brindare. Una risata proveniente da fuori rompe l'idillio e i miei occhi se ne vanno alla ricerca fermandosi su due figure, che messe a fuoco riconosco:Camila e Peter. Lui la tiene stretta cercando riparo dalla pioggerella, le sposta i capelli e lascia baci sul suo capo e lei adagiata sul suo petto... E' così scontata.
Un boato mi rispecchia: Giove stasera è mio protettore.
Balzano,al rientro, le sue palpebre alla mia finestra mentre chiudo le tende.
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