Non realizzo chi è a fianco a me finché non mi riscuoto e guardo il guidatore. Si tratta di Tyler, che mi lancia il casco che aveva in mano e parte a tutto gas. Le macchine della polizia arrivano mentre noi ci allontaniamo, noto dallo specchietto retrovisore che fermano un po' di gente e tra loro spero che non siano i nostri amici.
"Di chi è la macchina?" chiedo nonostante la confusione dietro di noi e dentro di me.
"Di Michael, lui userà la mia moto" mi dice Tyler mentre, con maestria, guida lungo una strada di campagna semibuia con i fari spenti.
"Dove andiamo ora?" gli chiedo spaventata.
"Torniamo in città, ma prima dobbiamo fare un giro un po' largo" mi dice mentre si immette su una statale.
Annuisco, scrivo ai ragazzi che sul gruppo ci rassicurano che stanno bene e stanno andando verso il campus e mi chiedono se io e Tyler siamo tranquilli. Rispondo loro di si e che ci vedremo appena possibile.
"Come hanno fatto a sparire così velocemente?" gli chiedo.
Tyler sogghigna, "Li ho istruiti sulle strade e precauzioni da prendere quando vengono alle corse. Non voglio che vengano beccati solo perché io rischio" mi spiega.
Rimango in silenzio e poi gli chiedo: "Ma perché corri, esattamente?".
Tyler sospira. "Corro principalmente perché mi piace, ma anche perché mi permette di guadagnare qualche soldo che posso usare per pagare l'appartamento nel quale sono e l'università" mi dice.
"Non hai una borsa di studio?" chiedo.
"Non sono riuscito ad ottenerla. Mi sono fratturato un braccio alla fine delle scuole superiori, poco prima di poter avere la borsa di studio come giocatore di football americano e quindi non me l'hanno data" mi racconta, "I miei mi passano la maggior parte dei soldi visto che ce la fanno, ma se posso aiutarli, anche se non totalmente, beh, lo faccio più che volentieri."
Rimango in silenzio. Credo si possa dire che è piuttosto ammirevole quello che fa, sconsiderato si, ma anche ammirevole. "Quindi sai giocare a football" gli dico guardandolo con un sorrisetto.
"Certo. Vuoi che ti insegni?" mi chiede poi sorridendo.
"Si, perché no? L'ho sempre sentito nominare questo football americano, ora vorrei provare anche io l'ebrezza. Poi come insegnante ho questo magnifico professionista mancato" gli dico cercando di sfotterlo.
"Mh, mi hai chiamato magnifico. Dovrei essere contento o vergognarmi perché sono un cliché?" mi domanda con il suo solito ghigno malizioso.
Arrossisco leggermente e poi gli dico: "Ma quanto puoi essere scemo?".
Dopo un lungo giro e dopo tante canzoni alla radio che hanno riempito il silenzio tra noi, arriviamo al palazzo in cui i ragazzi hanno gli appartamenti.
"Vuoi che ti porti al campus?" mi chiede Tyler.
Scuoto il capo. Sono stanca adesso ed è anche molto tardi. Sarà mezzanotte e mezza.
"Vieni" mi dice Tyler e mi porta su, a casa loro. Si tratta di un piccolo appartamento con cucina, sala da pranzo e salotto tutti assieme, poi ci sono le camere da letto matrimoniali e il bagno. Devo dire, che per essere un appartamento di maschi, è anche abbastanza ordinato e pulito.
"Ordinato eh?" mi domanda Tyler sorridendo.
"Mh, più o meno dai" gli dico sorridendo divertita.
"Ti va un po' di latte caldo?" mi chiede Tyler frugando nel frigo.
Annuisco. Il fresco esterno comincia a farsi sentire e solo ora mi rendo conto che ho ancora la sua felpa addosso, ma in realtà non la voglio togliere, c'è il suo profumo. Mi sembra quasi di essere abbracciata a lui.
Dopo aver scaldato il latte mi porta fin sopra il palazzo dove abitano per mostrarmi New York dall'alto e di notte.
"Sembra di essere dentro la via lattea" gli dico sorridendo. Davvero è una vista magnifica.
"Oppure assomiglia alla notte stellata di Van Gogh" mi dice lui.
Lo guardo ammirata. "Non sapevo fossi esperto di arte" gli dico ridacchiando.
"Oh, ci sono tante cose che non sai di me" mi risponde sorridendo lievemente mente mi guarda con intensità.
"E tu di me" gli rispondo guardandolo nello stesso modo.
"Scopriamole" mi sussurra avvicinandosi prima di abbracciarmi. Le sue braccia sulla mia schiena, il suo respiro tra i miei capelli, il suo profumo su di me... mi sembra di essere in pace con tutto, con tutti.
"Hai freddo?" mi chiede dolcemente. Io scuoto il capo, sto benissimo.
Dopo un po' rientriamo, sono stanchissima.
"Vuoi restare a dormire qui?" mi chiede.
Annuisco. Spero non pensi male. Lui mi spiega del letto, dell'asciugamano in bagno e mi da una sua maglietta per dormire. Poi, quando esco dal bagno, lo vedo con una maglietta da sotto e un paio di pantaloni del pigiama, che con un cuscino va verso il divano.
"Ma dove vai?" gli chiedo, "Non voglio cacciarti dal tuo letto!" continuo.
"Non volevo che ti sentissi a disagio" mi dice Tyler.
"Tranquillo, non c'è problema. Possiamo tranquillamente dormire nello stesso letto" lo rassicuro, anche se da un lato non ci credo molto neanche io. Non voglio che la vicinanza mi faccia fare cavolate.
"Ok ok" mi dice sorridendo. "Se dovessi avere bisogno di qualcosa, svegliami pure" mi dice sistemandosi affianco a me nel letto.
Gli rispondo di si e lo ringrazio. Poi mi metto sotto e spengo la luce. Rimango immobile a fissare il soffitto per un po', poi mi giro e cerco di dormire, ma il sonno sembra essersene andato. Sento Tyler respirare rilassato, forse dorme. Dopo un po' lo sento girarsi verso di me e mettere un braccio attorno alla mia vita. Il mio cuore batte come un pazzo nel corpo e questo contatto mi rilassa, mi fa sentire amata, considerata. Chiudo gli occhi e sospiro. Chissà, forse lui sta già dormendo e non si accorge neanche di aver fatto questo gesto. Questo pensiero mi fa rimanere un po' male, ma nonostante ciò cerco di dormire e di bearmi di questa sensazione di pace e tranquillità che la sua vicinanza mi emana.
TYLER
Ancora non ci credo che abbia accettato di dormire nello stesso letto. Sono contento che l'abbia fatto. Ora penso stia dormendo. Lei è così bella, così genuina, forse non se ne rende conto ma per me è davvero importante. Lentamente decido di metterle una mano attorno alla vita, come se fosse la mia ragazza, come se fossimo così importanti l'uno per l'altra. Lei non si muove, quindi presumo si sia addormentata. Mi dispiace solo che non si accorga di questo gesto, perché per me è carico di significato.
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La speranza oltre l'oceano
RomanceGiulia, una ragazza italiana di 20 anni, parte per il college NYU in seguito alla vincita di un'importante borsa di studio. Oltre a coronare il suo sogno di un'esperienza negli States, incontrerà nuovi amici e un ragazzo davvero mozzafiato che le fa...