Vi abbiamo trovati

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Dopo l'incontro con l'FBI ci trovammo con i genitori adottivi di Killian e i miei amici, per aprire la busta e scoprire dov'erano sepolti i nostri genitori. Discutemmo su come muoverci, su cosa fosse la cosa migliore da fare. Alla fine il padre adottivo di Killian chiamò l'ambasciata americano per spiegargli di cosa avevamo bisogno e il mese successivo vennero spostate le salme per essere seppellite in Italia, a Udine. Ossia da dove erano partiti i nostri genitori.

"Siete pronti?" chiedo mentre saliamo sui taxi che abbiamo chiamato per andare all'aeroporto. Tutti insieme, famiglia e amici, stiamo andando verso l'Italia, per la sepoltura e il funerale dei genitori di Killian e me. In questo mese abbiamo saputo i risultati degli esami e siamo tutti abbastanza soddisfatti, Killian è migliorato moltissimo, ora cammina e tra poche settimane potrà riprendere a fare piccole corsette.

Il viaggio di ritorno è particolare per me, dopo così tanti mesi tornerò nel paese in cui sono cresciuta e per di più con tutte le persone che davvero ci volevo portare. Un po' mi dispiace lasciare gli States, mi trovo davvero bene qui, è un po' come se ci fossi nata... infatti spesso a pensarci mi fa strano. Anche per questo ora provo sentimenti contrastanti. Gli altri, invece, sono elettrizzati oppure molto agitati. Per esempio, guardando Nora posso proprio leggerle la felicità negli occhi. Anche perché mi ha sempre detto che uno dei suoi sogni era quello di vedere l'Italia. Guardando, invece, Matt è emozionato, ma a modo suo. Infatti ora sta dormendo. Per quanto riguarda Killian, invece, è emozionato ma anche molto nervoso.

"Non lo so neanche io, forse che per la prima volta nella mia vita posso vedere dove sei cresciuta, i posti che  hai visto, le persone che hai frequentato e che hanno contribuito a formare la persona che sei oggi" mi dice sorridendo e abbracciandomi.

Io sorrido, è il fratello migliore che potessi desiderare, davvero.

"E tu Ty? Come sei?" gli chiede mio fratello.

"Tutto bene dai. Sono curioso, davvero" annuisce il mio ragazzo sorridendo.

Chissà se le aspettative di tutti saranno soddisfatte, penso tra me e me.


Dopo circa otto ore di volo atterriamo a Trieste e attendiamo l'arrivo del treno che ci porterà a Udine. Siamo tutti abbastanza frastornati, ma decisi a resistere. Innanzitutto il treno italiano fa un certo furore. Si tratta di un mezzo di trasporto molto diversi rispetto a quello americano, ma quello che colpisce tutti è la folla, ma anche il fatto di come si possono comprare i biglietti.

"Davvero pazzesco" borbotta Killian sedendosi su un sedile da quattro.

Io e Giovanni ce la ridiamo a crepapelle per le loro espressioni incredule oppure le loro battute. Noi siamo abituati. Una volta giunti a Udine mi prendo un momento per guardarmi intorno, come se fossi una turista. Tutto è uguale, ma anche nuovo allo stesso tempo. Ascolto le frasi in friulano che tanto mi erano mancate e osservo tutti colore che gesticolano mentre parlano. Devo ammetterlo, mi era davvero mancato parecchio parlare ed essere completamente italiana!

"Quindi tutti gesticolano spesso, è proprio vero" mormora affascinato Paul guardandosi intorno.

"Hai visto eh?" gli domando ridacchiando, poi li richiamo e dico loro di seguirmi. Le suore ci stanno aspettando in convitto.


"Oddio è tutto così diverso!" esclama Nora guardandosi intorno estasiata. 

"Tutto è così storico ma anche moderno" annuisce a sua volta Kyle, che ama l'arte e il design. 

"Tutto è originale, diverso e allo stesso tempo uguale" affermo guardando il paesaggio che possiamo ammirare dal castello. 

"Possiamo fare un giro tra le vie?" mi chiede Nora saltellando.

"Dove si trova la scuola che hai frequentato?" mi chiede anche Killian.

Io sorrido e anche Giovanni ridacchia. Così li porto a fare un breve tour della città, mostrando loro anche l'università italiana. Siccome è aperta entriamo e la mostro, spiegando un po' come funziona e al fatto che prima di sapere che avessi vinto la borsa di studio, avevo pensato se iscrivermi qui.

"Non sembrava neanche un campus" disse Matt guardando l'ingresso.

"Si vero? Qui è tutto diverso" annuii mentre proseguivamo il giro del palazzo.


La sera tardi, una volta tornati in convitto, ci mettemmo a parlare nel giardinetto. Il leggero fresco della sera attutì un po' la nostra stanchezza.

"Cosa facciamo domani?" mi chiese Killian.

"Domani abbiamo una cerimonia in ricordo dei nostri genitori nel duomo di Udine, poi tutti insieme andremo al cimitero dove pochi giorni fa hanno sepolto i nostri genitori" spiegai con lo sguardo fisso davanti a me. Era giunto il momento, ora potevamo anche piangere o pregare su una tomba vera e propria, ma per tutta la nostra vita l'unica cosa che avevamo fatto era stata quella di alzare gli occhi al cielo.

"Siamo pronti" annuì Killian stringendomi la mano.

Annuii e dentro di me pensai: "Finalmente vi abbiamo trovati e riportati da dove siete venuti. Ora potete davvero riposare in pace"




La speranza oltre l'oceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora