Noi?

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E siamo ancora qui, tutti quanti immobili, scioccati, che osserviamo le due foto. Identiche.

"Com'è possibile?" chiede Nora sconvolta, sedendosi sul letto, affiancata da Kyle.

Non riesco nemmeno a rispondere. L'unica cosa che so è che in questa foto c'è mia sorella e ora la speranza di trovarla è più forte come non mai. Solo che anche la paura della verità si fa sentire. Tyler mi si affianca subito, mi stringe e mi aiuta a sedermi sul letto. Sospiro, guardo la foto e poi trovo la forza di sussurrare: "Questi qui a destra sono i miei genitori e in braccio a mia mamma ci sono io. In questa foto so che c'è anche mia sorella, ma non so quale delle bambine sia. La foto è stata scattata durante un incontro formale in Somalia".

Nora mi guarda sconvolta. "Ci sono i figli di mia zia Miriam, la sorella di mia mamma e lo zio Julian Crane" spiega mostrandomi le persone.

"Crane?" le chiedo con foga. Il cognome è lo stesso dell'ambasciatore che era in Somalia nel periodo in cui i miei genitori sono stati attaccati e uccisi.

"Si, ma è un cognome tipico qui in America. Però se vuoi posso chiedere meglio ai miei genitori" mi dice Nora prendendo il telefono.

"Non avevi già chiesto?" domando perplessa.

"Si, ma mi hanno detto quello che anche voi sapevate. Però ammetto che quando ho fatto il suo nome mi sono sembrati sconvolti, non ci ho dato molto peso in quel momento, ma ora credo che sia davvero importante parlare con loro" mi risponde decisa premendo il tasto di chiamata e sapendo in corridoio.

Io sospiro. E se Nora fosse mia sorella? E se una delle sue cugine lo fosse? Che coincidenza assurda sarebbe quella di essere finita in stanza proprio con lei?

"Ly vedrai che scopriremo la verità" mi sussurra Tyler abbracciandomi. Sono così contenta di averlo al mio fianco, tutta l'attesa di questi anni si sta facendo pesante e a volte mi offusca la mente e non mi permette di essere lucida e razionale. 

"Li ho chiamati" dice Nora tornando dal corridoio. 

"E?" domando balzando in piedi.

"E mi hanno detto che forse è meglio se parliamo con loro di persona" continua Nora lanciando il telefono sul letto.

"Vogliono che ci incontriamo?" chiedo non comprendendo.

"Si, sono qui a New York per lavoro e hanno detto che ci possiamo vedere più tardi al bar del campus" mi risponde, "Non ci posso credere! Oltre ad avermi mentito in faccia, mi hanno nascosto una verità scottante ed enorme!" esclama Nora, furente, con le lacrime agli occhi.

"Nora non agitarti. Non sei sicuramente tu mia sorella, sono sicura che questo i tuoi genitori te l'avrebbero detto" le dico avvicinandomi cauta per abbracciarla. 

Nora sbuffa, tira un calcio al letto e poi scoppia a piangere. Kyle le si avvicina e la stringe. "Credo sia anche lo stress degli esami che si avvicinano" dice forzando un sorriso. 

Nella stanza cala il silenzio, tutti siamo muti, sconvolti, che cerchiamo di processare quello che abbiamo appena scoperto. Io mi stringo a Tyler e penso cosa ci potrebbero dire i genitori di Nora più tardi, poi scuoto il capo e cerco di ripetermi che immaginarmi le cose non mi sarà di aiuto. 


Verso le quattro io e Nora con tutti i nostri amici ci dirigiamo verso la caffetteria, vediamo i genitori di Nora, che sono sconvolti, preoccupati, e ci sediamo tutti assieme. Loro chiedono se possiamo stare solo noi quattro, ma Nora insiste che la verità nel nostro gruppo è importante e che se non lo scoprono ora, lo scoprirebbero dopo. Quindi fanno meglio a spiegare tutto dall'inizio. 

La speranza oltre l'oceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora