La verità non è sempre quella che ci aspettiamo

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Sono ancora con gli occhi chiusi quando Tyler mi chiama. Apro gli occhi e lo guardo. Il mio cuore inizia a battere come un pazzo e tutti i ricordi di eri sera tornano alla mia mente. Arrossisco fino alle orecchie, chiudo gli occhi e rido.

"Anche a te sono tornate tutte le immagini di eri sera?" mi chiede Tyler ridacchiando.

Annuisco e riapro gli occhi, ma metà del mio viso è nascosta dalle mie mani. Tyler mi osserva intensamente, mi sorride e poi mi provoca: "Sai, c'era una frase in particolare che mi è piaciuta tanto".

"Quale? Quella che sei innamorato?" domando sorridendo, anche se so benissimo dove vuole andare a parare.

"In realtà era dotato e innamorato, ma no, non è questa quella che intendo" continua sorridendo malizioso.

"Non te la ripeto" gli dico puntandogli un dito contro, mentre sorrido divertita.

"Oh, allora significa che la ripeterò io" mi sussurra malizioso.

"No dai Ty, mi vergogno" gli dico ridendo.

"Ti vergogni dopo tutti i oh Dio Tyler che hai detto?" mi domanda sgranando gli occhi e ridendo.

"Tyy!" esclamo sgranando gli occhi a mia volta.

Lui allora adotta l'altra tattica, gli occhi da cucciolo di cane. Allora mi sciolgo, gli salgo a cavalcioni, lo porto vicino a me, poi lo guardo intensamente e con sensualità gli sussurro: "Oh Ty, è così grande dentro di me" e lui subito sospira pesantemente, mi guarda, si morde le labbra, mi stringe una natica con possessione e mi dice: "Tu mi fai impazzire" e mi bacia con foga. Mi fa stendere sotto di lui, mi bacia il collo, il seno e io ricomincio ad ansimare e gemere e proprio quando sta frugando nel cassetto per prendere il preservativo, la porta della stanza si spalanca e Paul grida: "Oddio, oddio scusatemi!" e la richiude subito. Noi due ci ricomponiamo e ci proteggiamo come possiamo con lenzuola e coperte poi gli diciamo che può entrare senza problemi.

"Scusate, non volevo interrompere ma Nora mi ha chiamato perchè voi non rispondevate" esordisce Paul entrando e guardandoci con preoccupazione e agitazione.

"Hai dormito qui?" gli domando preoccupata.

Paul mi guarda furbo, "No, tranquilla, non ti ho sentita gridare" mi risponde facendomi l'occhiolino. Io lo guardo sconvolta, sospiro pesantemente e lo incito a dirci perché Nora ha chiamato.

"Ah si, mi ha detto che la zia Miriam e suo marito vi aspettano a casa loro. Tyler anche tu puoi andare, però dovete sbrigarvi. Una macchina verrà a prendervi tra un'ora davanti al campus" ci dice velocemente.

Io rimango interdetta. Perché tutta questa segretezza? Poi quando Paul batte le mani per farci risvegliare dalla trance, cerco in fretta l'intimo per poter prendere i miei vestiti dall'asciugatrice. Paul ci lascia soli e io inveisco contro Tyler perché non trovo il reggiseno.

"Non è colpa mia se ieri sera eravamo focosi" mi dice alzando le spalle e infilandosi i jeans.

Io lo guardo ridacchiando, poi lui mi consegna il reggiseno e mi aiuta a rimetterlo. Insieme ci rivestiamo, compriamo la colazione al bar vicino al campus e aspettiamo l'arrivo di Nora e Kyle, poi ci sistemiamo dove gli zii di Nora le hanno detto e attendiamo, in silenzio e con l'ansia alle stelle. Arriva quindi una macchina tutta nera, di quelle che si vedono sempre nei film che sono in dotazione al governo, una donna vestita di scuro ci fa salire con un sorriso e ci dice di metterci comodi. Il viaggio dura circa quaranta minuti e ci dirigiamo fuori città, verso nord. Poi, una volta in campagna, vediamo una piccola cittadina e alla fine una villetta solitaria con un grande cancello che si apre facendoci entrare.

"Siamo arrivati. Scendete pure, la signora Crane vi aspetta oltre la porta d'ingresso" ci dice la signora e noi scendiamo, bussiamo e ad aprirci c'è una donna sui quaranta, capelli neri lunghi e mossi, un paio di occhiali e vestita con una tuta da ginnastica nera, tipo quelle morbide e larghe.

La speranza oltre l'oceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora