Sono qui

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Dopo la bella notizia di ieri sono di nuovo qui, in ospedale. Sto aspettando Miriam e le sue due figlie che sono arrivate dalla California ieri sera tardi. Le devo conoscere e confesso che sono anche un po' agitata, sono le sorelle adottive di Killian, coloro che hanno vissuto con lui tutta la loro vita. Le invidio molto e temo che saranno ostili nei miei confronti, insomma è un po' come se ci stessimo rubando il fratello a vicenda. Ma allo stesso tempo non voglio essere così negativa. 

"Giulia, cara" sento la voce di Miriam che mi chiama.

"Ciao Miriam" la saluto e la abbraccio, mentre noto dietro di lei le due figlie. 

"Loro sono le mie figlie, Elisabeth e Julie" mi dice indicandomi le due ragazze, entrambe bionde,  molto belle e con una spruzzata di lentiggini sui visi angelici. 

"Molto piacere Giulia, siamo davvero emozionate che tu sia qui" mi saluta calorosamente Elisabeth, abbracciandomi con semplicità, come se ci conoscessimo da sempre.

"Killian sarebbe così felice ed incredulo di vederti qui, ancora più di noi" mi dice Julia abbracciandomi a sua volta. 

Io le guardo, sorrido loro lievemente e poi mormoro: "Vi ringrazio davvero. Anche io sono incredula, non avrei mai creduto che le cose sarebbero potute andare così". Miriam mi guarda con gli occhi lucidi, poi mi abbraccia forte e sospira. Anche le due sorelle si stringono a vicenda, poi si siedono e solo ora noto la stanchezza, i capelli arruffati, i vestiti scomposti e scelti a caso. Siamo tutte preoccupate, se solo lui ci potesse vedere, chissà cosa direbbe.

"Siete le parenti del soldato Killian Crane?" ci chiede un'infermiera.

Noi annuiamo. "Potete entrare a parlargli, ma solo una alla volta e non per più di cinque minuti a testa" ci dice sorridendo e mostrandoci la porta semi aperta.

Io guardo Miriam e le sue figlie. Penso vorranno andare prima loro, ma invece mi sussurrano che loro aspetteranno. "Non lo vedi da quando sei una neonata, immagino sarai curiosa di vedere com'è, di potergli parlare e dire che sei qui" mi sussurra Miriam. Con gli occhi lucidi e il cuore che batte annuisco, le ringrazio e poi entro piano nella stanza. La luce dell'esterno filtra dalla finestra con le tende tirate. Il letto dove c'è mio fratello è occupato da un corpo con tubi e macchinari intorno. Il mio sguardo osserva tutto il corpo fino al viso, visibile bene per la fasciatura che contiene i capelli e i tubicini per la respirazione nel naso. Il mio cuore fa una capriola e non posso non scoppiare a piangere, anche se silenziosamente. Mi siedo nella sedia accanto al letto e stringo piano la mano di mio fratello, poi lo guardo in volto.

"Killian, sono io, Giulia. La sorella che avevi perduto" sussurro con le lacrime che scendono dagli occhi. Ha un viso dolce, da bravo ragazzo. Gli occhi chiusi, le ciglia sottili, le sopracciglia pronunciate e la bocca piccola mi ricordano vagamente un 'insieme tra la mamma e il papà, dalle poche foto che ho di loro. La mascella è alquanto pronunciata e già mi immagino le mille ragazze che gli vanno dietro anche solo per questo piccolo dettaglio sexy. Poi scuoto il viso, con un sorriso lievemente divertito sulle labbra e gli occhi che lacrimano. Oddio, è tutto così assurdo. Vorrei tanto che si svegliasse, che mi parlasse, ma non si muove. Decido di restare in silenzio, di fargli sentire la mia presenza e di abituarmi alla sua. Dopo un po', gli lascio un bacio sulla fronte e lo saluto. 

"Com'è andata?" mi chiede Miriam prendendomi le mani, che stanno leggermente tremando. 

"Bene, bene" sussurro ancora emozionata, "Non ci posso credere" ammetto per la millesima volta. Davvero è stranissimo.


Mentre anche Miriam, Elisabeth e Julie salutano Killian rimango in corridoio e parlo un po' con loro. Una volta finito, le infermiere e il dottore, lo cambiano e lo visitano, così noi decidiamo di andare a pranzare alla caffetteria dell'ospedale. Le due sorelle mi raccontato un po' dell'infanzia loro e di Killian. Poi mi spiegano come sono finite entrambe in California e che vivere assieme non sia sempre facile.

La speranza oltre l'oceanoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora