Oggi è il giorno dopo aver festeggiato il risveglio di Killian. Mi sono svegliata presto e sono uscita dal campus senza dire nulla a nessuno. Ho lasciato a Nora un messaggio per farle sapere che sto bene e che sono con mio fratello, mentre a Tyler ho mandato un vocale per dirgli che probabilmente ci vedremo nel pomeriggio.
Ora sono in attesa dell'arrivo di mio fratello con il suo autista di fiducia all'angolo della strada e quando arriva salgo in macchina accomodandomi a fianco a lui.
"Ciao Giuly" mi saluta abbracciandomi e dandomi un bacio sulla fronte.
"Ciao Ky" gli rispondo abbracciandolo a mia volta. Sono così contenta di poterlo avere accanto a me in questa importante ricerca.
"Come sta oggi?" mi chiede sorridendomi.
"Bene bene dai, e tu invece? Come vanno le gambe e la schiena?" gli chiedo sorridendogli.
"Ogni giorno meglio, poi la fisioterapia mi sta aiutando moltissimo. Se continuerò a migliorare così tanto, tre due o tre mesi potrò ricominciare a correre e ad allenarmi nella palestra dei militari" mi dice sorridendo, è felice di poter tornare quasi alla normalità.
"Tornerai in missione?" gli chiedo preoccupata.
Killian mi guarda e mi sorride: "Non voglio più lasciare la mia famiglia, infatti penso di accettare la proposta che mi hanno fatto".
"Che proposta?" gli domando curiosa.
"Mi hanno chiesto se voglio diventare un addestratore di militari e tenere anche corsi di autodifesa qui a New York e nella base qui vicino" mi annuncia sorridendo.
"Oddio Ky è bellissimo!" esclamo felicissima. Se fosse partito non sarei riuscita a stare tranquilla, la paura di perdere il mio unico fratello era tanta.
"Si, lo è davvero. Ci metterò tutto l'impegno possibile per svolgere al meglio questo lavoro anche se mi dispiacerà vedermi passare davanti tanti giovani che metteranno a rischio la loro vita" mi confessa mesto.
Io lo guardo, anche un po' incredula, ma capisco perfettamente il suo stato d'animo e quello che voleva dire. Soffrirà nel vedersi passare davanti tante e tante giovani vite, che magari prima o poi sarebbero verranno spezzate in battaglia nonostante anni di fatica, lavoro e a discapito anche di tutte le persone che amano queste giovani vite. Così lo abbraccio e rimaniamo vicini per il resto del tragitto verso l'edificio principale dell'FBI.
Passiamo la periferia di New York, finché non vediamo una grande struttura in vetro e cemento con in grande l'acronimo FBI.
"Siamo arrivati ragazzi" ci avvisa Paul, l'autista.
"Grazie Paul" gli dico mentre scendo e vado ad aprire la portiera a mio fratello. Paul scende a sua volta, prende la carrozzina e ci accompagna dentro. Veniamo accolti da un ragazzo e una ragazza sorridenti che ci chiedono come aiutarci. Killian parte in quarta dicendo che vorrebbe vedere chi ha condotto le indagini sulla morte del senatore Crane e quando gli chiedono chi è lui mostra il tesserino dell'esercito e la sua carta d'identità che contengono il cognome acquisito.
"E lei chi è?" chiedono a me.
"Sono sua sorella" dico prima di mostrare passaporto e visto studentesco.
I due ci guardano e confabulano tra loro. Poi ci chiedono di attendere e vanno a chiamare a quelli che presumo siano i superiori.
"Cosa pensi ci diranno?" gli chiedo sedendomi accanto a lui.
"Non credo vi negheranno un aiuto" si intromette Paul, guardando i due ragazzi.
"Come fai a dirlo? Se ci sono pesanti segreti di stato faranno di tutto per proteggerli, parenti o non parenti permettendo" sussurrò perché temo mi possano sentire.
STAI LEGGENDO
La speranza oltre l'oceano
RomanceGiulia, una ragazza italiana di 20 anni, parte per il college NYU in seguito alla vincita di un'importante borsa di studio. Oltre a coronare il suo sogno di un'esperienza negli States, incontrerà nuovi amici e un ragazzo davvero mozzafiato che le fa...