La speranza oltre l'oceano

Mio fratello

Ieri sera è andata davvero bene, soprattutto la confessione di Paul a Giovanni è stata davvero emozionante e inaspettata. Giovanni è ancora al settimo cielo e lo sono anche io per lui. Ha desiderato così tanto questa storia, questo amore e se lo merita tutto ora. Sono felice anche per Paul che ha trovato il coraggio di essere sé stesso e di stare con la persona che gli piace. 

Ora sono le nove e sto uscendo dal campus per andare a trovare mio fratello. Nella strada verso la clinica vedo un venditore ambulante di fiori, non l'avevo mai visto prima e così decido di comprare un bouquet. Oggi c'è il sole, sembra che ci sarà una giornata limpida e non posso fare a meno di sorridere lievemente mentre mi guardo attorno. Entro in ospedale e sorrido alle infermiere che ormai mi conoscono, ma le vedo che mi guardano con uno sguardo strano. Un'ansia mi assale lo stomaco, mi sbrigo a raggiungere il corridoio di Killian e quando giungo noto un grande via vai verso la sua stanza. Non capisco cosa stia succedendo. Vedo medici e infermiere che vanno avanti e indietro, indaffarati.

"Mi scusi, cosa succede?" chiedo a un dottore.

"Si è appena svegliato il paziente della 22" mi dice sorridendomi felice, prima di allontanarsi. "Come il paziente della 22?" mi chiedo. 

"Giuly" sento una voce chiamarmi, alzo lo sguardo e noto Miriam, Julian, Elisabeth e Julia.

"Cosa ci fate qui?" chiedo avvicinandomi, con sguardo interrogativo.

"Siamo venuti a salutare Killian" mi dice sorridendo con le lacrime agli occhi. E in questo momento capisco. Giro lo sguardo verso al porta della stanza davanti a noi e noto il numero ventidue. 

"Giuly, si è svegliato" sussurra Elisabeth vedendo la mia espressione incredula e profondamente commossa.

"Co...cosa?" chiedo con gli occhi colmi di lacrime. Non ci credo, questo è un miracolo!

"Killian si è svegliato, stiamo aspettando di vederlo, ci hanno appena dato la notizia" mi sussurra il marito di Miriam.

Io li guardo e scoppio a piangere. La tensione di settimane esce dal mio corpo in una fontana di lacrime.

"I familiari del signor Crane?" ci chiede una dottoressa mentre esce dalla stanza di Killian. Tutti ci alziamo insieme e annuiamo. 

"Sono la dottoressa Hale, il signor Crane si sta riprendendo bene e molto velocemente. Si è svegliato e dopo la confusione iniziale gli abbiamo spiegato la sua situazione e ha mostrato segni molto positivi di attenzione e comprensione. Dovremo tenerlo ancora qualche settimana per monitorare il trauma cranico e la ferita, ma sarà possibile venirlo a trovare tutti i giorni. Se avete domande o dubbi, chiedetemi pure" ci dice sorridendo, prima di allontanarsi.

Tutti noi torniamo a stringerci tra lacrime, singhiozzi e tantissima incredulità. Anche se non lo mettiamo ad alta voce, stavamo iniziando a perdere le speranze. 

"Credo che sia giusto che vada tu per prima, Giuly" mi sussurra Miriam.

"No, no. Voi siete la sua famiglia da quando è piccolo. Non sarebbe giusto" dico scuotendo il capo. Non voglio rubare il loro posto.

"Giuly non lo vedi da quando sei nata" mi sussurra Julian, "Non ti preoccupare, noi possiamo aspettare ancora un po'" continua sorridendomi teneramente, prima di baciarmi sulla fronte e sorridermi. 

Annuisco, li ringrazio sottovoce e poi vado verso la porta. Il mio cuore martella forte nel petto. Dopo anni passati a sognare dialoghi con la sorella perduta, ora sto per vedere il fratello perduto, il fratello che temevo non avrei mai più visto o conosciuto. La mia mano trema quando prendo la maniglia e la abbasso per entrare. Le orecchie mi fischiano quando varco la soglia e vedo la figura di mio fratello voltata verso la finestra, seduto sul letto, con solo una flebo sul braccio. Lascio che la porta si chiuda lentamente dietro di me e mi beo della scena di Killian che per la prima volta da quando ne ho memoria si gira verso di me e mi guarda. I nostri sguardi si incrociano, lo vedo che mi studia, mi osserva e quando sorride, sorrido anche io mettendomi a piangere.