CAPITOLO 9

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Viaggiare è fatale ai pregiudizi, ai bigottismi e alle menti ristrette. (Mark Twain)

Una delle cose che mi ha entusiasmato di più nel decidere di fare questa vacanza è stata l'idea di visitare Barcellona, poco importa se prima sarei dovuta passare per 2 supplizi annunciati: la sveglia alle 7.30 del mattino ed il monologo di Benedetta, prima della mia dose di caffeina. Quello che non avevo calcolato era un terzo supplizio, del tutto inaspettato.

Conclusa la colazione, stanca di aspettare che Benedetta terminasse la sua routine mattutina di yoga, con fare disinvolto, sono andata in ricognizione lungo il corridoio della cabina 14124.

La camera era aperta, con la porta appoggiata al carrello degli inservienti incaricati alla pulizia: non ci ho pensato due volte. Sono entrata nello sgabuzzino di servizio, c'è n'è uno in ogni corridoio, ho indossato una divisa pulita e sono entrata nella 124, pronta a compiere la mia missione segreta.

Sono intenta ad aprire la borsa porta pc adagiata sopra al letto quando sento entrare qualcuno.

«Tu non sei Adrien!»

«No, sono la nuova cameriera rumena, mi chiamo Elena»

«Ma avere già fatto giornata di formazione?»

«Formazione, ehm no, a dire il vero no, oggi è il mio primo giorno».

«Si, si, io capire, sempre a me toccare insegnare. Allora, avere poco tempo, ascoltare bene, 10 minuti per cabina, prendere questi guanti, togliere le cose di clienti da sopra al letto senza rompere niente e copiare quello che fare io. Stendere bene lenzuolo di sotto, ecco brava, poi tirare bene quello di sopra, sistemare il cuscino. No, non così, il tuo veramente brutto, guardare come fatto io. Ecco già meglio, adesso sistemare piumino sopra, ben teso. Beh, per essere prima volta, può andare. Adesso ordinare tutti gli oggetti sulla scrivania, io ho già aspirato moquette prima. Più veloce, non abbiamo tutta la mattina. Bene, noi andare in bagno, pulire doccia, lavandino e water. No, no, niente bene, niente bene, tutto sbagliato, guardare me. Così, pulire bene e asciugare tutto, doccia, lavabo e rubinetto. Forza, mettere energia. Lucido, voglio tutto lucido e tutto asciutto. Fare te adesso. Meglio, ma non ancora bene, rifare. Adesso cambiare tutti gli asciugamani e svuotare cestino. Ritardo, troppo tempo, più veloce. Ah, disastro, prossima cabina fare meglio. C'è tutto corridoio per imparare. Fino in fondo tutte nostre, lato di qua e lato di là. Venti cabine, vedrai che alla fine tu imparare, domani fare ancora meglio. Vado a svuotare questi, tu iniziare altra cabina».

Ma appena esce a svuotare i cestini, sono già fuori, con una delle due Diamond card Passe-partout in tasca. Lascio la divisa tra le cose sporche del prossimo sgabuzzino e della signorina Elena più nessuna traccia. Esausta, come neanche dopo una sessione di quaranta minuti in palestra, torno dai ragazzi in cabina.

«Ali, dov'eri finita, è da venti minuti che ti aspettiamo. Non eri tu quella che fremeva di vedere Barcellona?»

«Fede, non puoi capire cosa mi sia toccato fare!»

«Lavare i piatti perché non trovavi più la tua Diamond Card?»

«Peggio! Pulire la cabina di Mister Agenzia! Il suo bagno!! Ti rendi conto?!»

«Ti ha beccata mentre curiosavi nella sua camera?»

«Non lui, l'inserviente addetto alle pulizie! Così ho dovuto fingere di essere una nuova collega, per fortuna per passare inosservata a curiosare, mi ero giusto infilata una divisa».

«E ti ha creduto?!»

«Certo che mi ha creduto, ma ho dovuto fare tutto quello che mi diceva e in fretta pure! Riordina, pulisci, svuota, lava, asciuga!! Un vero incubo».

Furto di Cuori in Alto MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora