CAPITOLO 35

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Perché non solo sei bellissima, ma la più bella del mondo, mentre ti guardo sognare, io penso era una vita che ti stavo aspettando. (Francesco Renga)

«Alice, ti va di spostarci fuori, in un posto più tranquillo, vorrei parlarti».

«Ho un'idea migliore Leonardo, qui ci vorrà almeno mezz'ora prima che tornino i soccorsi, che ne diresti di salire al ventesimo ponte, da soli, io e te».

«Credo che sia una follia, dovremo salire a piedi tredici ponti, completamente al buio, nel bel mezzo di un possibile naufragio della nave».

«Appunto, fosse l'ultima cosa che faccio, la voglio fare con te».

«Alice, guardami, non ti succederà niente, mettitelo in testa, a costo di portarti a nuoto sulle mie spalle fino alla riva, non è così distante dopo tutto».

«Leonardo, sarò più diretta, stanotte voglio fare l'amore con te».

«In questo caso rettifico, ritengo che sia folle al punto giusto, sai una cosa? E' l'idea migliore che potesse venirti in mente!»

Mi prende per mano, puntiamo le torce dei nostri cellulari davanti a noi, per illuminare il percorso. Il suo ha una carica residua del 10%, il mio del 45%, ero riuscita a caricarlo in cabina con Benedetta.

Facciamo pochi passi e veniamo fermati dal Comandante Ranieri.

«Ragazzi, scusate, dove pensate di andare?»

«Abbiamo un'urgenza, ma torneremo in tempo per il prossimo sbarco delle scialuppe, non si preoccupi».

«E' così che si chiama adesso? Avere un'urgenza? Per quanto la cosa a voi possa sembrare arcaica, sono stato giovane anch'io. La vostra idea è una vera pazzia, ma temo che indipendentemente da quello che vi dirò, la seguirete lo stesso. Personalmente ritengo che potreste anche essere più sicuri, a patto che non vi chiudiate in una cabina interna, ma che saliate agli ultimi ponti della nave. Ho sentito che partiranno a breve anche degli elicotteri dell'aeronautica militare, alla peggio, se tarderete, vi recupereranno da lì. Ho tre figlie più o meno della vostra età, non fatemi pentire di avervi lasciato andare. Giovanotto mi rivolgo a te, mi raccomando, sii responsabile, prenditi cura di lei, ci rivediamo a terra, e cercate di usare la testa».

«Grazie Comandante, saremo prudenti».

Decidiamo di ascoltare il suo consiglio e di raggiungere il gruppo scale successivo, spostandoci dal centro della nave alla prua, aggrappandoci a quello che troviamo, per la pendenza a sinistra della nave e l'affossamento della poppa sul fondale, con il conseguente innalzamento della prua.

Raggiunto il successivo gruppo ascensori, lo raggiriamo e prendiamo le scale, aggrappandoci per i corrimani. Ponte dopo ponte, fino al raggiungimento del diciannovesimo. A quel punto siamo usciti ed abbiamo raggiunto il ventesimo dall'esterno, dalla rampa di scale posta dietro le piscine.

Come avevamo già notato nei giorni scorsi a poppa della nave, anche a prua ci sono dei baldacchini con materassini e coperte, a disposizione dei passeggeri che vogliono godersi la magia delle stelle di notte. Come prevedibile, stanotte l'intero ponte è deserto, completamente a nostra disposizione.

Solitamente la nave è illuminata a giorno, tutto questo buio è decisamente inquietante, spettrale. Ci distendiamo sul materassino sotto al baldacchino e ci copriamo con una calda coperta.

E' notte fonda, la brezza della serata si è trasformata in un vento più freddo, ho i brividi, ma probabilmente non solo per quello.

«Alice, stai bene?»

«Sono solo un po' scossa dalla situazione, questa nave era l'apoteosi della bellezza, l'esaltazione del lusso e del divertimento, in poche ore tutto questo si è spento, assumendo connotati opposti».

Furto di Cuori in Alto MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora