CAPITOLO 22

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Amami o odiami, entrambi sono a mio favore. Se mi ami, sarò sempre nel tuo cuore, se mi odi, sarò sempre nella tua mente. (William Shakespeare)

«Alice, seguimi, andiamo in un posto più tranquillo».

«Vuoi portarmi al ponte fantasma?»

«Esattamente, al 21° piano c'è sicuramente più privacy».

Mi prende per mano ed entriamo in ascensore. Siamo soli, appena la porta si chiude alle nostre spalle lui è già su di me, mi spinge con la schiena addosso alla parete ed io istintivamente alzo le gambe e le stringo attorno a lui, le sue mani sul mio sedere a tenermi.

«Alice, così non ci arriviamo al ponte 21».

Scendo da su di lui e mi ricompongo. I nostri respiri ancora affannosi. Usciamo sul ponte 19, l'ultimo al quale arrivano gli ascensori, ed usciamo all'aria aperta. La mia mano di nuovo intrecciata alla sua, lo seguo, saliamo prima al ponte 20 e poi al 21.

La visuale da qui sopra è spettacolare. Mi gira e mi appoggia con la schiena allo scorri mano esterno della nave e le sue labbra sono di nuovo sulle mie.

«Coach, è così che insegni alle tue studentesse?»

«Premesso che non ho mai avuto studentesse così sexy, non credo di doverti insegnare proprio nulla».

«Io invece credo che tu mi abbia insegnato molto, in questi giorni. Inclusa questa sera».

«Non sei arrabbiata con me?»

«Non potrei mai, ti sei messo in gioco assieme a me. Bel gesto comunque, l'ho apprezzato molto, ed ottima esibizione. Ma c'è qualcosa nella vita che non sai fare?!»

«Il medico e lo scienziato per esempio».

Deglutisce, si è irrigidito subito, si è voltato e si è appoggiato alla ringhiera.

Gli vado dietro, appoggio il mio viso sulla sua spalla sinistra e lo abbraccio da dietro. Per un attimo, sorpreso dal contatto fisico, sussulta.

«Leonardo, sei un uomo di successo, in quello che fai sei uno dei migliori, sei un punto di riferimento per i tuoi ragazzi, suoni il pianoforte e canti divinamente, tutto il pubblico femminile sbavava per te stasera. Quanti talenti dovresti avere ancora per ritenerti all'altezza della tua famiglia?»

«Non è questo il punto Alice, sarò anche bravo a fare cazzate, ma restano comunque tali. Non salvo vite umane, c'è una bella differenza, non credi?»

«Credo che tu sia incredibilmente severo con te stesso. Non puoi voler bene ad una persona solo se è bravo quanto te! Solo se ha i tuoi stessi talenti! E allora io cosa dovrei dire? Se la pensi così è da escludere a priori una nostra frequentazione. Ti ricordo che servo drink in un locale notturno. Probabilmente ultimo o penultimo gradino della scala sociale, per la tua famiglia, o per quella che tu pensi sia la valutazione della tua famiglia!»

«Aspetta dove vai?»

«Leonardo, se non riconosci il tuo talento, dubito ne possa vedere qualcuno in me».

«Fermati, io non parlavo di te, ma esclusivamente di me! Ti prego non andare, lascia almeno che ti spieghi, dammi 5 minuti e poi sarai libera di andartene, se lo vorrai».

Mi fermo e mi volto.

Mi prende la mano e mi fa sedere su un lettino prendisole, lui si siede su quello di fronte e mi prende le mani. Ha la testa bassa ed è in difficoltà, questa cosa lo devasta psicologicamente.

«Leonardo se non te la senti non importa, non pensavo fosse così dura per te».

Fa un sospiro profondo.

Furto di Cuori in Alto MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora