CAPITOLO 61

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Alcune strade portano più ad un destino che ad una destinazione. (Jules Verne)

Vittoria

Lo scrosciare della pioggia, quel pomeriggio, pareva inarrestabile. Un'enorme quantità d'acqua che, con fragore, continuava imperterrita a riversarsi sulla vetrata. Un temporale primaverile che, per quanto annunciato, per chi come lei, controllava tutto maniacalmente, bollettini meteo inclusi, l'affascinava e spaventava allo stesso tempo. Un susseguirsi di lampi e tuoni che, tanto solenni quanto fulminei, continuavano a monopolizzare la sua attenzione, distogliendola insistentemente dalla sua presentazione.

«Vittoria, stai tranquilla, è solo un temporale, vedrai, tempo un'oretta e tornerà il sereno».

«Ludovico, sono solo un po' preoccupata per Alice e Leonardo, non è il tempo migliore per prendere il traghetto Livorno Olbia. Non potevano rimandare la partenza a domani mattina?»

«Sei troppo apprensiva, sono solo due gocce di pioggia».

«Ti ricordo che oggi è sabato 17 giugno».

«Tua sorella adora il 17, a lei porta fortuna».

«L'ultima volta che hanno preso una nave è quasi naufragata!»

«Appunto, statisticamente ha pochissime probabilità che la cosa si ripeta».

«Probabilmente hai ragione, torniamo alla nostra presentazione».

«Ecco da brava, siamo già in ritardo, avremmo dovuto finirla ieri e invece siamo ancora in Agenzia a lavorare di sabato pomeriggio».

«Ludovico, sei anche peggio di me, la scadenza è fissata per lunedì prossimo e l'abbiamo praticamente finita, solo il tempo degli ultimi piccoli aggiustamenti e poi la possiamo postare».

«Odio trovarmi all'ultimo, mi rende ansioso, altro che le due gocce di pioggia».

«Dovresti tornare a lavorare con Leonardo, lui sì ti fa provare il brivido della consegna allo scoccare dell'ultimo minuto».

«Non me ne parlare nemmeno, spero rimangano solo antichi ricordi».

E torniamo a testa bassa a completare la campagna pubblicitaria.

Alice

«Leonardo, forse non è stata una bella idea partire con questo tempo. Condivido l'idea di fare un favore al tuo cliente, ma avremmo dovuto organizzarci meglio».

«Alice, a noi non piace organizzarci! E poi continuo a trovarla un'ottima soluzione. Portiamo la Range Rover del mio cliente con il traghetto da Livorno ad Olbia e lui in cambio ci ospita una settimana nella sua villa di Cala Brandinchi. La spiaggia è caraibica, vedrai, domani sarai di tutt'altro parere».

«Hai ragione, ma potevamo comunque partire domani mattina, invece che oggi alle 22!»

«Così viaggiamo di notte e domani recuperiamo mezza giornata di sole».

«Leonardo ci sono tuoni e fulmini, un vento pazzesco e ci sarà il mare mosso».

«Alice da quando sei così apprensiva? Mi sembri tua sorella Vittoria!»

«Devo ricordarti la nostra ultima esperienza in nave?»

«Mi sono innamorato di te in quella crociera, per me resterà sempre un bellissimo ricordo».

«Ruffiano! Comunque oramai è fatta, il traghetto sta per lasciare il porto di Livorno, dobbiamo uscire dall'auto, che ne diresti di andare a bere una cosa al bar, prima di sistemarci in cabina?»

«Mi sembra un'ottima idea».

Il traghetto è nuovo, è stato varato il mese scorso, non è economico, ma dovendo fare solo il viaggio di andata non è stato un problema. Torneremo in aereo, con volo su Verona.

Il bar è davvero carino, come pure il personale di bordo, gentile e disponibile. Viaggeremo durante la notte, arrivando al porto di Olbia alle 7.30 del mattino di domani.

E' una vacanza nata un po' per caso, all'ultimo minuto, ma sinceramente avevo bisogno di una pausa. Dal giorno d'inaugurazione del "Peccato Di-vino", abbiamo lavorato ininterrottamente, a ritmi pazzeschi. La gestione va a gonfie vele, sia dal punto di vista economico che del clima che si è creato tra noi ragazzi: sono stati proprio loro ad insistere che mi prendessi una vacanza e so che il locale, nel frattempo, sarà in ottime mani.

Sono le 23, il temporale continua ad imperversare senza tregua, c'è molto vento ed il mare come previsto è mosso, tant'è che le onde s'infrangono sulle vetrate del bar.

Stiamo per andare in cabina quando incontriamo un ragazzino con il cappello da capitano, seguito ad una certa distanza dai genitori.

«Ciao, ma che bel cappello che hai!»

«Ciao, sono appena stato in plancia comandi e sono stato nominato aiutante del capitano».

«Quale onore e come ti chiami, signor aiutante del capitano?»

«Mi chiamo Pietro ed ho 10 anni».

«Pietro, ti confesso che io oggi ho un po' di paura a navigare in questo mare mosso».

«Non ti devi preoccupare, è tutto sotto controllo. La nave è nuova e ci sono tantissime strumentazioni di bordo che ci aiutano in queste situazioni di mal tempo».

«Vi aiutano?! Certamente, adesso che so che ci sei tu ad aiutare il capitano, mi sento molto più tranquilla di prima».

«La rotta è conosciuta, l'abbiamo già fatta tantissime volte. E questo è solo un temporale primaverile, non stiamo mica affrontando le onde oceaniche. Nessun iceberg in vista, puoi starne certa».

«Hai perfettamente ragione, allora adesso posso andare tranquillamente a dormire».

«Buonanotte signora, comunque se vuoi posso portagli i tuoi saluti».

«Portare i miei saluti? A chi vorresti portarli?»

«Al capitano! Lui starà sveglio tutta la notte, comanderà il traghetto fino al porto di Olbia».

«Ah giusto, il capitano, visto che siete tanto amici, perché no, ti ringrazierei se lo salutassi da parte mia».

«Sicuro che siamo amici, io adesso lo chiamo "Pasqua'", ma per tutti gli altri lui è il Capitano Pasquale Locorotondo!»

E a quel nome io e Leonardo rabbrividiamo.

Il padre di Vincenzo Locorotondo.

Sarà il caso di indossare i giubbotti di salvataggio!

Spazio Kiki

Ah ah ah che sfiga!!
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Furto di Cuori in Alto MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora