A rubare a un ladro, non è peccato. (Proverbio popolare)
La porta della cabina 14124 si apre, come per magia, al passaggio della Diamond Card universale, quella sottratta al personale delle pulizie.
Non ho la più pallida idea di quanto tempo possa durare la degustazione di Rum, pertanto dovrò cercare di sbrigarmi. Trovo una prima borsa porta pc appoggiata sulla scrivania di fronte al letto: al suo interno alcuni fogli con abbozzati alcuni disegni, una chiavetta usb ed un portatile con un adesivo in basso a destra con delle iniziali: LDV, quelle di Leonardo. Apro l'armadio e trovo un'altra borsa, l'appoggio sul letto e la apro. Al suo interno ci sono 2 pacchetti di fazzoletti, delle caramelle alla liquirizia (che mia sorella adora), dei post it colorati (di cui Vittoria non potrebbe mai separarsi) e quattro matite perfettamente appuntite. Questa decisamente potrebbe essere la borsa a tracolla di mia sorella: faccio per estrarre il pc quando sento la serratura magnetica che sblocca la porta. Ci vogliono mediamente quattro secondi perché si apra: faccio giusto in tempo a chiudere la cerniera della sacca e a gettarla istintivamente sopra alla scrivania.
Sono stata beccata con le mani nella marmellata.
«Si può sapere chi diavolo è lei e cosa ci fa nella mia cabina?»
«Sono una sua spasimante, era ora che tornasse, cominciavo a sentirmi sola».
«Le ripeto la domanda, chi è lei e cosa vuole da me?»
«Non crede semplicemente alla possibilità che io sia rimasta ammaliata dal suo ballo, abbia avuto letteralmente un colpo di fulmine e ora voglia conoscerla meglio?»
«No, non credo ai colpi di fulmine e tanto meno credo a lei. Le consiglierei di smetterla di sparare cazzate e di cominciare a parlare, perché tra dieci minuti, a partire da adesso, la consegnerò alla vigilanza».
«James Bond non se la sarebbe fatta sfuggire una simile opportunità, di conoscere una bella donna intendo».
«Intanto io non sono James Bond, questo è certo, ma soprattutto è da appurare se lei rappresenti per me un'opportunità. Ho forti dubbi in proposito. Al momento, opterei piuttosto per una seccatura dalle sembianze di una ladra, non particolarmente scaltra, devo aggiungere. Potrei concederle anche bella, questo posso riconoscerlo. E adesso parli che il tempo passa, non vorrei che il carcere rovinasse così tanta bellezza».
«Mi manderebbe in carcere?! Fa sul serio?!»
«Ha già un piede dentro, per quel che mi riguarda».
«Glielo ha mai detto nessuno che ha un pessimo carattere?»
«Tutti i giorni a dire il vero. Tic tac, tic tac, lo sente il tempo che passa?».
«Ok, le racconterò tutto. Poi però non si lamenti se le piaceva di più la prima versione! Mi chiamo Alice Martini, le ricorda nessuno?».
«A dire il vero no. Dovrebbe?»
«Vittoria Martini le è più familiare?»
«La Dottoressa Martini?! Si, di lei mi ricordo, bellezza insipida, acqua e sapone, precisina, secchiona, logorroica e permalosa. Intelligente e gran lavoratrice comunque».
«Si. Direi che parliamo della stessa persona. Mia sorella».
«Sua sorella? Siete il giorno e la notte, se lo lasci dire. Ma in ogni caso, cosa ci fa nella mia cabina?»
«Come ben saprà si è presa il Covid, in un momento di delirio, con la febbre a 39, ha lasciato l'Agenzia per tornarsene a casa, lasciando il suo portatile in ufficio. Il giorno seguente sono passata a ritirarlo personalmente, ma mi hanno riferito che l'ha preso lei e che sarebbe partito prima per Milano e poi per questa crociera».
STAI LEGGENDO
Furto di Cuori in Alto Mare
ChickLitVittoria, la classica sorella maggiore, studiosa, dedita prima alla scuola e poi al lavoro, lo stesso fidanzato dalle scuole superiori, nessun grillo per la testa, precisina e noiosina. Almeno fino ad oggi. Alice, incostante, istintiva e passionale...