CAPITOLO 12

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Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi.

(Marcel Proust)

Maledizione! Mi sono fatta beccare. Dovevo immaginare che Fede e Benedetta come pali non erano poi così affidabili. Ma che fine avranno fatto?! Abbandonare la loro complice al suo destino! E mia sorella Vittoria, vogliamo parlarne? La giustifico solo perché delirava sotto gli effetti della febbre alta. Lei è stata in grado di girare da sola un intero film di spionaggio: tutta colpa della sua programmazione maniacale compulsiva! Nella vita le capita un imprevisto e subito perde la testa, immaginando congiure ovunque. Che poi, quel Leonardo, è veramente insopportabile, ma rubare il lavoro di Vittoria?! Non li accomuna niente, sono l'uno l'opposto dell'altra, figuriamoci se mai presenterebbero un progetto fatto da lei! Piuttosto un foglio bianco! E' possibile che mia sorella sia talmente accecata dalla loro rivalità, da non rendersi conto che sono, e sempre saranno, due figure fondamentali per l'Agenzia proprio in quanto antagonisti? Ed io che mi sono lasciata coinvolgere in questo folle progetto.

Chissà cosa mi toccherà adesso per espiare la mia colpa. Non ne ho proprio idea. Questa attesa mi sta già facendo impazzire, e lui, alla sola idea, si starà divertendo un mondo. Devo aggiungere nella lunga lista di caratteristiche che lo rappresentano, una buona dose di sadismo.

E' l'una passata e, dopo il mio secondo Gin Tonic, seduta al bar "Dolce Vita", decido di essermi torturata a sufficienza e che è giunta l'ora di andare a dormire, o almeno di provarci. Il tentativo di svegliare Benedetta è grande ma, data la sua ingenuità e buona fede, almeno così credo, sebbene ultimamente abbia preso più di qualche granchio, finisco per desistere. Adesso sono stanca anch'io, complici le mille emozioni della serata, ne riparleremo domani.

La mattina, seppure per i miei gusti sia arrivata troppo presto, decisamente con troppe poche ore di sonno, mi sveglio felice, merito dello scalo a Palma di Maiorca.

Desidero solo fare una meravigliosa colazione e uscire dalla nave. L'incidente di ieri sera è diventato orami solo un ricordo e, confermato che i miei complici non sono stati in grado di evitarlo, abbiamo optato tutti per non pensarci più, e di goderci la stupenda escursione.

Le previsioni meteo annunciano una splendida giornata di sole, nessuna nuvola all'orizzonte, una temperatura di 27 gradi centigradi, avete sentito bene, e completa assenza di venti: praticamente ci siamo catapultati in una giornata di luglio.

Lasciatoci il porto alle spalle, risalendo a piedi i vicoli antichi di Palma, arriviamo al "Castello di Bellver": di forma circolare, sede del museo storico della città, che ci offre una splendida vista dall'alto di Palma. Scendiamo poi a visitare la Cattedrale di Santa Maria con un grande rosone disegnato da Gaudi: sfortunatamente abbiamo solo potuto sbirciare al suo interno, essendo in corso la Santa Messa. A lato, il meraviglioso "Palazzo de l'Almudaina": una residenza estiva dei re spagnoli. Sontuoso negli arredi, negli arazzi e nella splendida veduta dell'isola dalla terrazza fronte mare.

Girato il centro in lungo e in largo, in cerca di un locale selezionato da Benedetta, ma che esisteva solo nel suo quadernone, (per fortuna a volte si sbaglia anche lei), ci imbattiamo in un ristorantino di piccole dimensioni gestito da 3 ragazze del posto ed una cameriera italiana. Il locale è molto coccolo, pochi tavoli, arredi semplici, ma ben conosciuto ed apprezzato, tanto che si è riempito in un attimo. Menu ricco di specialità spagnole, ottime le materie prime, i prezzi e la compagnia.

Di ritorno per salire in nave io e Fede optiamo per un fuori programma, facendo ammattire Benedetta e la sua "Time Table". Davanti a noi infatti, scendendo per una scaletta di legno mancante di diversi scalini, ed un po' pericolante, ci è apparsa una meravigliosa calletta dall'acqua cristallina, che a seconda della profondità del mare, passava dalle tonalità del verde a quelle dell'azzurro.

Due minuti dopo eravamo già dentro, deliziati dalla possibilità di fare un bagno in mare a novembre!

All'ennesimo ultimatum di Benedetta, avendo acquisito una certa esperienza con mia sorella, su quando è il caso di non tirare ulteriormente la corda, ci rimettiamo in strada per raggiungere la nave. Se all'inizio eravamo un po' spaventati dalla sua grandezza, con il passare dei giorni, uscendo a fare le escursioni, abbiamo particolarmente apprezzato il fatto che si veda da distante, facilitandoci il ritorno a bordo.

Indecisi se strafogarci di gelato o se andare in palestra, alla fine propendiamo per la seconda. Domani la nave resterà in navigazione tutto il giorno per raggiungere il lontano porto di Palermo il giorno successivo, pertanto niente scali, niente escursioni, niente camminate. Ridendo e scherzando infatti il contapassi ci segnala, ad ogni escursione, tra i 15 ed i 18 chilometri di cammino al giorno: in vista dell'astensione forzata di domani, meglio cominciare a ridurre le calorie delle prossime 24 ore.

«Benedetta, muoviti, Fede ci sta aspettando».

«Eccomi, eccomi, ho dovuto mettermi il collirio, queste lenti a contatto saranno anche belle ma mi danno sempre il tormento».

«Scusa, ma quello sarebbe il tuo completino da palestra?»

«Cos'ha che non va? Troppo stretto vero? Forse è meglio che mi metta la tuta marrone».

«Non provarci nemmeno! Ti sta benissimo, solo che è la prima volta che ti vedo con qualcosa di così aderente. Scusa ma quelle tette dove le nascondevi?! Sei una sorpresa continua. Andiamo, a Fede gli prenderà un colpo».

«Meglio se mi cambio, allora».

«Nemmeno per sogno, siamo in ritardo sul tuo programma, dobbiamo uscire, adesso».

«Io non avevo messo in programma la palestra».

«Beh, se ci fosse stata, adesso saremmo in ritardo, quindi usciamo».

«Alice, finalmente, è venti minuti che vi aspetto. Benedetta... sei diversa... stai bene, molto bene».

«Visto, te l'avevo detto che stai una favola, e tu che volevi cambiarti per metterti quell'orrenda tuta marrone».

«Non è orrenda, è comoda, è poi è un regalo di tua sorella».

«Ah, ecco, adesso si spiega. Ci credo sia comoda è di due taglie più grande, tanto vale mettersi addosso un sacco: ma cosa fate voi due, una gara a chi indossa le cose più larghe?»

«Ma dipende dove devo andare! Non ci vado mica in ufficio in tuta».

«Ecco brava, tienila chiusa in armadio finché non ti trovo io l'occasione giusta per tirarla fuori: mai. Ecco, finalmente siamo arrivati, entriamo».

La palestra è semi deserta, complice probabilmente il rinfresco al ponte 6, ricco di pizzette e salatini: è incredibile la quantità di cibo che riescono a mangiare certe persone, praticamente a tutte le ore.

«Benedetta, mi spieghi com'è che tu conosci il Personal Trainer, direi anche con una certa confidenza, mentre io e Fede non ci abbiamo mai parlato, seppure veniamo qui praticamente tutti giorni?»

«Semplice Alice, quando sono venuta ad allenarmi, dopo anni di lontananza dallo sport, mi sono fatta aiutare per essere certa di fare i movimenti giusti ed evitare di farmi male: voi non c'eravate, dovevo pur chiedere a qualcuno».

«E avevi lo stesso completino immagino».

«Certo, me lo ha regalato mia madre, dubito avrò altre occasioni d'indossarlo, qui, a parte voi, non mi conosce nessuno. Resta inteso che io, di mio, non lo avrei mai comprato».

«Tua madre? La stessa che insiste a farti usare le lenti a contatto? Devo proprio conoscerla, mi sta già simpatica, Santa Donna!»

«Una vocina dentro di me invece mi dice di tenervi lontane voi due, faccio già fatica a tenervi testa separatamente!»

Stanche, ma orgogliose della performance in palestra, io e Benedetta rientriamo in cabina, in parte con la scusa che noi donne necessitiamo di più tempo per prepararci per cena, sicuramente perché siamo distrutte.

Ad attenderci un biglietto appeso fuori della porta.

Spazio Kiki

Cosa ci sarà scritto in quel biglietto? 🤔🤔🤔

Andiamo a scoprirlo!
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Furto di Cuori in Alto MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora