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Klara non si fece più sentire e Lewis rimase ogni giorno a giocare con Willow, guardando in continuazione il cellulare, alla ricerca di un suo messaggio che non arrivò mai.

Ormai Klara a fatica dormiva.
Passava le sue giornate al lavoro, per poi rimanere fino a cena, nella stanza dell'ospedale a tener compagnia a Scott, che ogni giorno peggiorava sempre di più.

La tosse forte e il sangue alla bocca divennero quotidiani, ed il dolore sempre più persistente.

Lewis ripartì qualche giorno dopo, per andare in Germania, prossima tappa del Gran Premio.
Si poteva dire che il suo nervosismo e la sua tristezza, la notarono tutti non appena entrò nel paddock.

Non guardò nessuno, camminava dritto guardando l'asfalto <sei carico?> domandò Bono sedendosi al suo fianco, ad uno dei tavolini del bar, ma lui non lo sentì.
<Lewis?> in quel momento alzò lo sguardo dal suo caffè e guardò l'amico <mi hai sentito?> scosse la testa in risposta.

<ti ho chiesto se sei carico, che succede?>
<nulla, ho dormito un po' male> mentì.

<che hai fatto in questa settimana?> domandò poi per cambiare discorso, e per cercare di non creare del silenzio.
Lewis lo guardò nuovamente, sospirò e posò il cellulare sul tavolo, lasciando che lo sfondo si illuminasse, mostrando una foto di loro due.

<sono stato dalla mia famiglia, non ho fatto granché> borbottò.
<allora ti sei riposato abbastanza, adesso mi sa che devi andare alla conferenza> lo avvertì alzandosi.
Lui annuì e lo salutò, lasciandosi andare nel silenzio, verso la stanza dove avveniva la conferenza stampa.

Li incontrò Sebastian e Daniel, che lo osservarono da capo a piedi, come per esaminarlo.
Daniel non rimase in silenzio per molto, si avvicinò a lui e gli dette un piccolo pugno sulla spalla attirando la sua attenzione.

<Heidi ha chiamato Klara qualche giorno fa> sussurrò poco distante da lui e le sue orecchie si drizzarono, non appena percepirono quel nome. Voltò lo sguardo verso il pilota ed aspettò che continuasse <gli ha detto che vi siete lasciati, per questo sei così spento mate?> lui annuì a quella domanda <che altro gli ha detto?> domandò perplesso, Daniel scosse la testa <non lo so, mi ha solo detto questo> ammise alzando le spalle poco prima che venissero chiamati.

E mentre Lewis era impegnato a rispondere alle domande dei giornalisti sulla gara che ci sarebbe stata quel weekend, Klara mise le cuffie alle orecchie, avvio la musica ed uscì di casa.
L'aria cominciava ed essere fredda, l'autunno preso completamente il possesso del clima, con la brezza che creava brividi e le guance rosse.

Il cielo di Londra aveva assunto un colore triste, grigio, senza sole, senza nulla, solamente nuvole grigie.

Arrivò davanti all'ospedale poco prima del tramonto, entrò dentro e la sala era ricolma di persone in attesa del loro turno.
Tirò su la mascherina, levò le mani gelide dalle tasche e cominciò a sfregarle fra di loro per un po' di calore, che non arrivò.

<ciao tesoro...> disse un'infermiera vedendola.
<ti chiamo il Dottor Murphy e gli dico che sei arrivata> lei annuì ed attese.

<ciao Klara, mi dispiace dirti che oggi non posso farti vedere Scott> l'avvertì tristemente, posò una mano sulla spalla cercando di confortarla per ciò che stava per dirle.
<stavo giusto per chiamare te e la tua famiglia>

<Dottor Murphy...>
<no Klara, non ancora, ma sta peggiorando>
<la prego, me lo faccia vedere> disse balbettando, fra i respiri che cominciarono a mozzarsi in gola.

<non posso, chiama i tuoi genitori, dovreste essere tutti qui a fine radiografia> lei annuì tristemente e chiamò sua madre, che riattaccò la chiamata totalmente in lacrime.

Fuoco e Benzina | LH44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora