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Smeraldo:
È morto...

Lewis rilesse più volte quel messaggio mentre il cuore cominciò a scoppiargli dentro al petto.

Quel momento era arrivato.
Quel momento che sapeva, sarebbe arrivato, adesso lo stava straziando. Era stato tutto invano, il tentativo di aiutarla, per poter salvare la vita, non era servito a nulla.

Perché la vita andava così, quando vieni richiamato, quando arriva il tuo momento, giovane o vecchio che tu sia, non puoi scappare, nessuno poteva.
Neanche la vita più giovane e forte che lui avesse conosciuto c'era riuscita a scappare da quel destino tanto orribile.

Si ritrovò a piangere di fronte a quella notifica.
Lui che si sentiva tanto forte, lui che veniva definito tante volte alieno per la mancanza di paura verso la morte quando saliva su quella monoposto, in quel momento si stava sentendo fragile.
Si sentiva una formica di fronte a quella tanto spaventosa morte.

Poco dopo prese coraggio e cliccò su essa, ma non rispose.
<rispondimi> sussurrò posando il cellulare all'orecchio, attendendo un altro rifiuto.

Ma stavolta, dall'altra parte non ci fu nessuna segreteria, ma bensì la voce più rotta e triste che lui avesse mai sentito.

<Lewis...> mormorò lei fra le lacrime.

<dove sei?> domandò lui smorzando il silenzio <sto andando a casa, mamma e babbo sono rimasti in ospedale> rispose senza esitazione <Kla-> venne fermato ancor prima che potesse continuare a parlare <no Lewis, non venire. Non osare saltare una gara per me o per venire qua. Vinci e basta, ti scongiuro vinci> lo supplicò, quando fra i suoi pensieri apparve Scott.

Uno Scott sorridente di fronte al televisore, a guardare il suo più grande idolo, il suo più grande eroe.
<sei arrivata?>
<sto entrando adesso> rispose infilando le chiavi dentro la serratura della porta.

<voglio che tu mi faccia sapere quando ci sarà il funerale>
<lo farò, ma ti prego...>
<non verrò Klara, se sarai tu a chiedermelo> ammise con il cuore in mano, o almeno, quello che era rimasto di esso.

<rimani un altro po' con me...> lo supplicò ancora una volta, mentre si stendeva sul letto.
Prese una coperta di pile e se la stese addosso, posò la testa sul cuscino e si fermò ad ascoltare il ragazzo che amava.

<starò in chiamata finché non ti sarai addormentata> rispose poi, facendola sorridere.

Quello era, un piccolo sorriso che nacque in mezzo al veleno. Era un fiore che nasceva in mezzo all'asfalto, ma era quello il suo potere, lui ci riusciva in ogni momento.

<parlami> mormorò chiudendo gli occhi e facendo si che una lacrima colasse lentamente.
Lui fece proprio come lei, si stese sotto le coperte e spense la luce, lasciando si che il silenzio dasse spazio alla loro piccola ma ENORME conversazione.

Lewis rimase a parlarle per un bel pò, ricevendo raramente sue risposte, ma andava bene così.

E piano piano, Klara si addormentò con la sua voce all'orecchio, e quella voce calda era come casa.
Si bloccò dal parlare e notò il suo respiro profondo al microfono del cellulare, sorrise quando capì che si era addormentata.

Fuoco e Benzina | LH44Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora