mi ricordo di te

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ALICE'S POV

@paulodybala ha iniziato a seguirti.

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"hola... scusa se ti disturbo"

"non mi disturbi, tranquillo"

"per caso oggi sei in sede?"

"sì... perchè?"

"puoi portare con te la tua amica?

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Sorrisi, compiaciuta: stavo facendo un ottimo lavoro. Risposi a Paulo che sì, avrei portato Sofia con me.

Non sapevo cosa quel ragazzo avesse in mente, ma quello era il nostro ultimo giorno a Roma, e quei due avrebbero dovuto sbrigarsi.

Terminai la colazione, e salii velocemente le scale, per poi bussare alla porta della camera di Sofia e Rosa.

"buongiorno", mi salutò la mia amica.

"Cambiati. Vieni in sede con me", dissi, facendo riferimento alla tuta da ginnastica che aveva addosso, che poco si addiceva all'incontro con Paulo Dybala.

"no", ribatté.

"no cosa?", chiesi, spazientita.

"non verrò con te", ribadì.

"oh, si invece. Muoviti", la incitai, entrando nella stanza senza essere stata invitata.

Sapendo che non avrei mollato, Sofia fece una smorfia, e andò a cambiarsi. Riemerse dal bagno con addosso dei cargo neri, un maglioncino blu elettrico, delle Nike Jordan degli stessi colori, e una linea di eyeliner che le circondava l'occhio.

"sei uno schianto", le dissi, sorridendo.

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SOFIA'S POV

Quando varcammo la soglia della sede della Roma, il mio cuore batteva a mille. Non sapevo bene perchè, eppure sentivo il bisogno di vedere Paulo, di parlargli.

Anche solo di salutarlo, non volevo grandi discorsoni.

Ci sedemmo, come il giorno precedente, sugli spalti del campo di allenamento.

Osservavo l'argentino, mentre correva sull'erba, sfrecciando con la palla tra i piedi. Sorridevo, perchè, in fondo, sentivo di conoscerlo.

Non era vero, perchè il sesso di una sera e un battibecco in strada non mi rendevano certo una sua conoscente.

Quando l'allenamento terminò, tutti i giocatori andarono a cambiarsi, seguiti da Alice che era pronta per intervistarli. Tutti, tranne Paulo.

Si avvicinò a me, sorridente.

"sapevo che saresti venuta", commentò, a mo' di saluto.

Ricambiai il sorriso. "Sono stata costretta".

Paulo rise, con una punta di compiacimento nella voce. "Rosa Nera", sussurrò, poi.

"Come?", chiesi, fingendo di non capire.

"Mi ricordo di te"

Sorrisi, felice che finalmente lo avesse ammesso. "non serve specificare che anch'io, mi ricordo di te".

Colpì il pallone, tirandolo verso di me. Lo fermai con la pianta del piede destro.

"brava".

"Oh, non farti ingannare. Sono sempre stata impedita".

La rosa nera II Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora