"Oggi pensavo di portare Rosa in sede, e farla giocare un po' a calcio", mi comunicò Paulo, estraendo dal frigorifero un succo d'arancia.
Si sedette di fronte a me, per fare colazione.
"E' un'ottima idea", risposi, addentando una brioche.
"Sai... quell'idea che ha di fare la calciatrice... che ne pensi?"
Sorrisi. "E' solo una bambina, e l'idea che questa convinzione le rimanga per sempre è un po' folle, ma se è pazza come sua madre, non è escluso", commentai. "mi piace molto l'idea che voglia seguire le tue orme, e in fondo il calcio è una delle cose che uniscono di più la nostra famiglia"
Paulo sorrise, ma non disse nulla.
"Tu non vuoi che giochi a calcio? Con il tuo nome, ha già una bella strada di fronte a se"
"Ho paura", rispose.
Lo guardai, esterrefatta. "Perchè?"
"Non lo so... ho paura che possa essere delusa dalle sue aspettative. In fondo lei vede me, ma il calcio femminile, purtroppo, è ben diverso. Poi il nostro mondo è spietato, e non voglio che si faccia del male"
Sorrisi, e strinsi la mano di Paulo, stesa sopra al tavolo della cucina.
"Rosa è ancora piccola, e spero che le cose cambino per il momento in cui dovrà prendere sul serio una decisione. Sì, il mondo del calcio è spietato, soprattutto se sei una donna, ma sono cose che aiutano a crescere. Nulla, nel mondo, è facile. Fa parte del percorso, della vita. Si farà male, e magari anche tanto, come ti sei fatto male tu, come mi sono fatta male io, e come si fa male ogni singola persona di questa terra. L'importante è sempre sapersi rialzare più forti di prima"
Paulo sorrise. "Cosa farei senza di te?", chiese, ridendo.
Risposi alla risata, che fu interrotta dalla suoneria del mio telefono.
"pronto?", chiesi.
"tieniti forte", rispose mia madre.
"che succede?"
"Viene a trovarti la zia"
"No. Mi rifiuto"
"Coraggio, Sofi. Dovete andarla a prendere in stazione alle 10, domani mattina", rispose, riattaccando.
Il sangue mi si gelò nelle vene. Quella zia di cui parlava mia madre, era la sorella di mio padre, sempre pronta a criticare ogni singola cosa che facevo. La vedevo come uno dei "dissennatori" di Harry Potter: quando passa lei, ti sembra di non poter mai più essere felice.
"Va tutto bene?", chiese Paulo, probabilmente notando il mio sguardo sconsolato.
"Viene mia zia"
"E... allora? E' una bella notizia, no?"
"NO CHE NON E' UNA BELLA NOTIZIA", gridai.
Paulo scoppiò a ridere. "che ti ha fatto di male?"
Sorrisi. "Lo scoprirai quando verrà e ti esaminerà per tutto il tempo. Se hai un difetto, stai certo che lei lo scoverà e lo evidenzierà fino alla tomba"
"Ma dai... non essere così tragica. Sono certo che non avrà niente da ridire"
Feci una smorfia, spostando lo sguardo verso il cielo.
"Rosa, muoviti che andiamo!", gridò Paulo, verso sua figlia che era chiusa in bagno da mezz'ora. La bambina ne uscì velocemente, già pronta con indosso la sua tuta da calcio.
La osservai, e sorrisi. Avessi potuto tornare indietro nel tempo, anche io mi sarei messa a giocare a calcio.
Trascorsi tutta la giornata sistemando casa e facendo delle commissioni in vari negozi di Roma, per accertarmi che quella perfida zia che mi ritrovavo non avesse difetti a cui appigliarsi per farmi del male.
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La rosa nera II Paulo Dybala
RomanceArrivare a 19 anni senza aver mai baciato nessuno... folle, no? Chi l'avrebbe mai immaginato, che proprio nella notte in cui avevi deciso di lasciarti andare, ti saresti trovata con una figlia da Paulo Dybala. Figlia di cui lui, ovviamente, è ignaro...