sei un genio

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Paulo insistette per riportarmi a casa, dato che ormai era notte fonda... Rosa dormiva dai miei genitori, per cui non avevo problemi di orario.

Le ultime ore a Venezia erano state stupende: avevamo cenato su una meravigliosa terrazza, ammirando le luci che si riflettevano sull'acqua della Laguna.

Trascorremmo tutto il viaggio ad ascoltare musica, e a prenderci in giro per i rispettivi gusti musicali che, alla fine, non erano nemmeno così diversi.

"Non ti stanca vivere nel tuo paesino?", mi chiese Paulo, abbassando il volume.

Sorrisi. "Altroché, ma non posso farci molto"

"Mi sembri tanto una ragazza da grande città. Ti vedo, sui tuoi tacchi a spillo, a guidare un'auto di lusso, a cenare nei ristorante più costosi, con indosso abiti firmati."

"Il piano utopistico era quello, ma Rosa ha stravolto tutto"

"Mi dispiace", disse, sincero.

"A me no"

Paulo mi guardò, senza capire.

"Con Rosa sono felice", spiegai. "Non sarò ricca e famosa, forse vivrò in quel buco di paese per sempre, ma almeno ho lei"

L'argentino sorrise. "Puoi trovare lavoro in una città, e trasferirti lì con Rosa"

"E dove la lascio? Sarei lontana da casa per troppo tempo, e lei è ancora piccola per restare da sola... non avrei i soldi per pagare qualcuno che badi a lei"

Paulo annuì. Era evidente che quello era un dettaglio a cui non aveva mai pensato: lui di soldi ne aveva in abbondanza, e avrebbe potuto pagare eserciti di persone.

Restammo in silenzio per un po', prima che esclamasse: "L'insegnante!"

Lo fissai, perplessa.

"So che punti più in alto, ma per un po' potresti insegnare. Riusciresti a stare a casa con Rosa, e allo stesso tempo pagare qualcuno che te la tenga, se servisse"

Non ci avevo mai pensato prima. Mia madre era una professoressa di liceo, e per tutta la vita avevo promesso a me stessa che non sarei mai diventata come lei.

Solo che...

Per un po', finché Rosa non fosse cresciuta, sarebbe stato un ottimo ripiego... Uno stipendio non troppo alto, ma comunque sufficiente per mantenere entrambe in modo più che dignitoso.

In fondo ero una neolaureata, con una figlia a carico... sul serio speravo che qualche grande studio sarebbe stato disposto ad assumermi?

Fare l'insegnante sarebbe stata la soluzione migliore, e avrei anche potuto cambiare città, scegliendone una più grande, più viva.

Paulo puntava il suo sguardo su di me, mentre sfrecciavamo in autostrada.

"Tutto bene?", chiese, dato che ero ammutolita.

Lo fissai, sorridente. "Certo! Posso insegnare!"

"Sul serio, non ci avevi mai pensato?"

"No... prima d'ora mai. Ma è una soluzione fantastica, veramente. Sei un genio"

"Sono felice di averti aiutata"

Gli sorrisi, osservando il suo volto. Non mi guardava: i suoi occhi erano puntati verso la strada. Le luci delle auto di fronte a noi gli illuminavano il volto, rendendo i suoi occhi verdi ancora più luminosi.

Non avrei mai creduto che tutto questo sarebbe potuto accadere, ma il padre di mia figlia era diventato il mio migliore amico. Non avevo mai avuto un rapporto così con un ragazzo.

La rosa nera II Paulo DybalaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora