Tre migliori amiche partono per l'avventura della loro vita. Il sogno nel cassetto: New York City.
Sogni che si avverano, amori, nuove amicizie.
Ella è una ragazza semplice, di buona famiglia, che vive in un piccolo paesino del Michigan. Figlia un...
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(Kat, la segretaria di Blake)
"Allora, cosa c'è tra te e il signor Blake?" Disse Kat ad un tratto mentre le porte dell'ascensore si chiudevano alle nostre spalle.
"Mmh come mai mi chiedi questo?" cercai di deviare la domanda con un'altra domanda.
Non ero ancora riuscita ad inquadrarla, non sapevo se fosse amichevole o fosse come Sabrina. Potevo sbilanciarmi? Infondo no. Non potevo dare un nome alla nostra relazione, perché non aveva un nome. D'altronde non potevo nemmeno negare ci fosse qualcosa dato che eravamo praticamente mano nella mano poco prima. Osservai la sua espressione che passò da curiosa a confusa infine si aprì nuovamente in un sorriso.
"Oh no, non pensare male sono solo curiosa. Non posso negare che il signor Blake sia un bel ragazzo ma io ho praticamente 40 anni, li compio a giugno. Oltre ad essere vecchia per lui, sono anche sposata e ho due figli ormai adolescenti. Non sono gelosa, non chiedo per quello."
Tirai mentalmente un sospiro di sollievo. Caspita però, non credevo possibile che quella donna avesse 40 anni, ne dimostrava almeno dieci in meno.
"Non ci credo! 40? Devi mostrarmi la carta d'identità perché giuro che non te ne avrei dati più di 32." Lei ridacchiò visibilmente contenta per il mio commento.
"Giuro, poi te la mostrerò se non mi credi. Comunque non cambiare discorso signorina."
Uscimmo dell'ascensore al 30esimo piano dove c'era un grande bar caffetteria e ben due ristoranti.
"Non sto cambiando discorso, sediamoci poi ti dico."
"Ok, tanto non puoi sfuggire, stai con me per almeno altre due ore."
Entrammo nel bar, sedendo subito ad uno dei tavoli liberi vicino ad una finestra, leggermente più appartato. Ordinammo subito i due caffè.
"Non so cosa c'è tra me e Blake a dire il vero. Cioè stiamo insieme ma non ne abbiamo ancora parlato ufficialmente. Diciamo che non c'è un nome che definisce la nostra relazione al momento." Lei annuì soddisfatta.
"Lo vedo felice El, lo conosco da anni ormai. Non l'ho mai visto così. Ma toglimi una curiosità. Qualche settimana fa avete discusso?"
La guardai stranita cercando di capire il nesso della domanda.
"Mmm in verità no, ci conoscevamo da poco e io l'ho diciamo allontanato, avevo un po' paura sai..."
"Ecco spiegato."
"Cosa?" domandai confusa.
"È stato insopportabile per una settimana intera. Insopportabile credimi. Prima era normale, ne triste ne felice, poi improvvisamente lo vidi con una scintilla nuova nello sguardo, poi quella settimana infernale. Dio per poco non l'ho mandato a quel paese." Disse roteando gli occhi verso il cielo e intanto iniziammo a sorseggiare il nostro caffè fumante, appena consegnatoci.
Mi fece sorridere. Quindi anche lui iniziò a tenere a me quasi subito, forse dopotutto non ero una sciocca a pensare che tra di noi era stato come un colpo di fulmine.
"Come è Blake?" chiesi a bruciapelo.
"È un grande capo, tratta tutti con rispetto ma tiene comunque le redini con forza. Pretende il massimo rispetto altrettanto e il massimo impegno. Io sto al suo fianco fin dalla fondazione, il motto è sempre stato 'dai il massimo ricevi il massimo'. Come uomo ovviamente lo conosco in parte, so che ha sofferto molto e non l'ho mai visto con una ragazza. Qualche anno fa ebbe una storiella di un paio di mesi con una certa Sasha ma la lasciò non so perché. Per il resto come avrai notato qui sono praticamente tutte innamorate di lui, ma diciamocelo, ci sono parecchi bei ragazzi. Io ad esempio stravedo per Seth. Ovviamente un amore platonico, ha praticamente la metà dei miei anni."
Scoppiammo a ridere entrambe e finimmo i nostri caffè. Sasha. Dovevo assolutamente ricordarmi quel nome. Ma che sei gelosa? Ooooh stai zitta vocina. Fatti gli affari tuoi.
Era ormai ora di pranzo quando salutai Kat e tornai nell'ufficio di Blake. Mi aveva portato a visitare almeno 30 piani. In quelli sotto c'erano principalmente le "fasi finali" come confezionamento, imballaggi, stoccaggio, depositi ecc.., fino al decimo piano. Dal decimo al ventesimo piano erano tutti laboratori. Poi c'erano un paio di piani salotto per il relax durante le pause. Al piano 23 c'era il nido per i figli delle impiegate, al 24 il baby park. Questo denotava quanto Blake tenesse ai suoi dipendenti. Dal piano 25 al 30 vi erano tutti gli uffici contabili. Tra il 30 e il 40 vi erano altre sezioni tra cui i commercialisti del dipendenti, gli avvocati, per poi a salire fino al 44 piano che sarebbe stato quello in cui avrei potuto lavorare io. Gli uffici dei pezzi grossi erano posti agli ultimi piani più in alto. Non avrei mai immaginato che quel breve giro mi avrebbe stancata. Le cose da ricordare erano tante e se mai avessi accettato la sua offerta, probabilmente avrei comunque impiegato settimane per riuscire a mettere insieme tutta la mappa mentale del palazzo.
Mi avvicinai alla porta di Blake, bussai dopodiché una volta accordato l'accesso entrai chiudendomi la porta alle spalle. Lui non mi degnò nemmeno di uno sguardo, poggiava con i gomiti sulla scrivania tenendo i pugni serrati sotto la mascella. Non l'avevo mai visto così.
"Hey che succede?" Tentai di capire, avvicinandomi. Andai dietro la scrivania e lui mi fece posto a sedere sulle sue gambe. Non parlava. Che ansia.
"Hey.." gli accarezzai la guancia, dandogli un tenero bacio sull'altra.
"Ely sono teso."
"Puoi dirmi perché?"
Lui affondò la testa sul mio petto, stringendomi con le braccia i fianchi.
"Accetterai la mia offerta?"
"Non lo so Blake, è così....generosa. Io non voglio che pensino che me lo sono guadagnato andando a letto con te. Mi piace meritarmi le cose, mi piace essere indipendente e crearmi le cose da sola, mi capisci?" Lui scosse la testa.
"No Ella ascoltami, ho pensato a te prima di tutto per i tuoi studi e in secondo momento perché voglio averti qui perché tengo a te. Nessuno oserà dirti nulla perché licenzierei chiunque osasse in tronco. È chiaro?"
Sospirai, stringendomi a lui.
"Me lo prometti? E se non fossi all'altezza?"
"Lo sei e poi ho anche altri progetti per te. Ma poi ne parleremo più avanti. Accetti? Ti prego."
Sospirai di nuovo.
"Ok...va bene. Accetto."
Il suo viso improvvisamente riacquistò colore e un enorme sorriso gli si dipinse sul viso. Mi prese il viso tra le sue mani grandi e mi diede un bacio talmente lungo da lasciare entrambi senza respiro.
"Mi sento sollevato. Prepara i bagagli mia piccola Ninfa, stasera abbiamo un volo per Mosca."