Capitolo 14.

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Ella pov...

La giornata con Blake era stata perfetta, ci eravamo avvicinati molto parlando di noi stessi, la cosa mi spaventava un po'. Avevo scoperto un lato di lui che esternamente non si nota. Un lato sensibile, ferito, forte. Era stato un ragazzino davvero in gamba per uscire dalla sofferenza con un progetto, con un'idea e che quell'idea sia così nobile. Era un uomo davvero di grande valore e questo ai miei occhi lo rese ancora più bello. Non era solo un guscio vuoto, solo bellezza e nient'altro. Non aveva avuto tutto servito sul piatto d'argento. Dentro di sè nascondeva un mondo, un mondo fatto di bellezza e nobiltà d'animo.
E gli avevo parlato di Ryan, sentivo che era la cosa giusta, sentivo di potermi fidare.
Quando tornai a casa le ragazze erano ancora a lavoro, quindi andai in camera a scrivere. Avevo ancora qualche ora prima di affrontare Ryan.
Ero soddisfatta, ero riuscita a scrivere due interi capitoli, mi avvicinavo sempre di più alla fine. Quando guardai l'ora scoprii che erano passate le 8. Di corsa scelsi i vestiti e andai a cambiarmi. Indossavo un pantalone verde petrolio a palazzo, una camicetta bianca e gli stivali a punta bianchi. Presi il cappotto e la borsa e poi corsi di sotto mentre chiamavo un taxi.
Dopo venti minuti, ero di fronte alla porta di Ryan. Stavo cercando di ritrovare la calma e bussai.

"Eccoti, grazie per aver accettato." entrai, lasciandomi baciare sulla guancia.
Tolsi il cappotto e lo appesi poi andai in cucina, seguendolo.

"Cosa stai cucinando di buono?"

"Spaghetti ai pomodorini e per secondo la parmigiana di melanzane. Ricordo quando li cucinava tua nonna, li adoravi."

"Vero. Grazie."

Ero nervosa. Non sapevo come avrei affrontato l'argomento scottante.
Mi offrì un bicchiere di vino in attesa che la cena fosse pronta.
Aveva allestito il tavolo in maniera molto carina, mettendo anche centro un vaso con le rose rosse e anche alcuni petali sul tavolo sparsi. Non aveva molto l'aria di una cena tra amici.

"È PRONTO!" gridò dalla cucina.

"Vengo ad aiutarti."

"No, accomodati, arrivo subito."

Feci come mi disse. Dopo poco arrivò con due piatti fumanti di spaghetti e iniziammo a mangiare. Erano davvero buoni, non quanto quelli della nonna ma erano buoni.
Finito il primo, mi tolse il piatto impedendomi di aiutarlo e dopo poco tornò con le due porzioni di parmigiana.

"Mmm...che bontà." dissi mangiando la prima forchettata. Era squisita. Si era davvero superato.

"Me lo concedi un brindisi?" gli chiesi.

"Va bene a cosa brindiamo?" Disse con una punta di speranza nella voce. In quel momento mi sentivo una schifezza.

"A quest'ottima cena e alla nostra amicizia." dissi cercando di fare un sorriso sincero. Il suo sorriso invece si spense. Brindammo e lui svuotò il suo calice in un sorso. Ci era rimasto male.

"Ella...non riesco più ad esserti solo amico." sospirai. Sapevo che il momento sarebbe arrivato, anche se egoisticamente speravo facesse finta di niente e chiudessimo l'argomento senza approfondirlo.

"Ryan, perfavore, devo parlarti con il cuore perfavore non interrompermi sennò non riesco più a dirlo.
Io ti voglio bene, tantissimo, ma...per me sei come un fratello maggiore. Lo so che tu provi ben altro per me, da sempre. Ci ho sempre pensato sai a come sarebbe tra noi e sono sicura sarebbe fantastico ma ogni volta che penso a noi penso ad un rapporto di amicizia. Non riesco a immaginarmi noi in situazioni più di coppia, non riesco ad andare oltre l'amicizia. Vorrei tanto provare quello che provi tu, sarebbe bellissimo, saresti l'uomo perfetto perché sei un ragazzo davvero perfetto. Io non provo le farfalle nello stomaco, la pelle che brucia, il desiderio...non posso fingere e prenderti in giro. Non ho mai voluto prenderti in giro e non vorrei mai che tu soffra. Mi distrugge che sia io a farti soffrire Ryan."

Lui mi afferrò la mano e se la portò alle labbra. La strinse e poggiò un bacio sul dorso poi me la lasciò.

"Fa male Ella, ma devo accettarlo. Non posso dirti che ti voglio bene perché sai che provo molto di più. Cercherò di continuare ad esserti amico ma se non dovessi riuscirci e mi allontanerò, perfavore non prendertela."

"No, non me la prenderò. Scusami Ry."

"Va bene lasciamo perdere l'argomento, meno ci penso meglio è. Il mio capo sta organizzando una serata con falò, grigliata e tanta birra. L'ho già detto anche a mia sorella, tu ci sei? Sarebbe domenica."

"Ma certo, domenica sono libera ci sono."

Dissi, figendomi quasi sorpresa. Se solo avesse saputo...
Finita la parmigiana, Ryan portò due coppe di tiramisù. Si era davvero impegnato molto per questa cena, la cosa mi faceva stare ancora peggio. Aveva davvero speranze per questa serata e io gliele avevo appena uccise. Fargli del male era orribile, una sensazione che fa davvero schifo.
Trascorremmo ancora un'oretta tra vino e chiacchiere varie dopodiché si offrì di accompagnarmi. Rifiutai dicendo che avevo già chiamato il taxi. Scesi dal suo palazzo, dirigendomi al ristorante che non era molto lontano. Il servizio era quasi finito quindi aspettai Jessica e Diana. Era giunta l'ora di far conoscere le mie amiche alle mie migliori amiche.

Dreaming In New York CityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora