Capitolo 30.

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La serata stava giungendo al termine ormai, lo zio George e sua moglie erano andati via da qualche minuto, mentre Blake chiacchierava con i gemelli

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La serata stava giungendo al termine ormai, lo zio George e sua moglie erano andati via da qualche minuto, mentre Blake chiacchierava con i gemelli.
Avevo urgentemente bisogno di aria.
"Non sono tipo da fidanzata."
Lo credo bene, stronzo. Non era mai stato tipo quindi non mi stupiva certo la sua risposta. La cosa che mi infastidiva era che sarebbe stato meglio se fosse stato fidanzato.
Davvero Ella? Sarebbe stato davvero meglio?
Si, stupida vocina interiore, sarebbe stato meglio.

Uscii dalla porta sul retro per raggiungere il mio posto preferito. Dietro casa nostra c'era un piccolo bosco come giardino. I miei avevano recintato i 300mq di bosco quando ero piccola, per timore che potessero entrare animali o che potessi perdermi. Amavo passare il tempo lì ed era il mio rifugio quando qualcosa andava male.
Addentrandomi di poche decine di metri, c'era il mio albero. Una gigantesca quercia con una radice fuoriuscita dal terreno, che formava una panca naturale.
Mi sedetti con cura, cercando di bloccare il vestito sotto al sedere e buttai la testa all'indietro, appoggiandola al tronco.

Perché la vita si prendeva gioco di me? Per una volta che stavo davvero bene, che ero felice....
Forse ero semplicemente io ad attirare i guai. Perché Austin era questo. Un gran bel guaio. Un casino. Non mi era ancora indifferente, dopo tutti questi anni il mio corpo reagiva ancora nello stesso modo alla sua presenza. Anzi, addirittura peggio. Era straziante. Mi uscivano le lacrime come a una ragazzina, che nervi!

Mentre ero impegnata nella mia battaglia interiore, un rumore di passi si faceva sempre più vicino. Mi affrettai ad asciugarmi con la manica del vestito.

"Chi è?" domandai con voce tremolante.
"Chi potrebbe mai sapere dove trovarti, a parte me?"

Austin. Cazzo. Respira Ella, respira. Andrà tutto bene. Probabilmente ti farà capire che sei una stupida e che devi tornare dal tuo ragazzo e smetterla di fare la bambina, perché tanto non ti ha mai voluta.

"Austin, che ci fai qui?"
"Beh, ti ho vista uscire.."
"No. Intendo, perché sei venuto a cena a casa mia stasera?"
"Ah.."

Silenzio. Feci per andarmene ma mi bloccò, trattenendomi per il gomito.

"Lasciami stare Tin."
"Mai nocciolina, mai."

Ora stava davvero esagerando.

"Si può sapere cosa cavolo vuoi da me?"
"Mi sei mancata Ella."
"Oh si, infatti ho notato con quanta premura mi hai telefonato, scritto. Ti sei dato da fare davvero per farti sentire anche solo un minuto per dirmi che sei vivo. In effetti ho proprio notato quanto ti sono mancata."

Mi strattonai di nuovo, incamminandomi verso casa. Ne avevo abbastanza di lui ed era apparso da poche ore. Era sempre il solito coglione che prende senza dare, che ti ama a parole ma senza mai l'ombra di una dimostrazione. Lo odiavo.
Oh certo, si lo odi proprio tanto.

Con forza mi tirò di nuovo, facendomi sbattere contro un albero, per poi sovrastarmi con la sua altezza, portando il viso vicinissimo al mio. Troppo vicino. Aiuto.
I suoi occhi azzurri come le acque cristalline si posarono sui miei, il suo respiro caldo mi solleticava il viso. Tutto di me urlava, per scappare o per baciarlo. Non ne avevo idea.

"Ero stato chiaro con te. Era troppo grande per noi. Quello che sentiamo..."

"Parla per te, io non sento niente. Non più."

"Oh, andiamo. Lo senti benissimo. Il cuore a mille, il corpo in fiamme, le scosse elettriche al minimo tocco." Mentre diceva tutto con voce estremamente sensuale, fece scivolare la mano delicatamente sulla mia guancia.
Potevo anche svenire.
Cazzo se aveva ragione. Il suo tocco era qualcosa di...indescrivibile.

"Io non ti ho mai dimenticata, nocciolina."

"Smettila di chiamarmi così. Non ne hai più il diritto." risposi dura.

"Ella..."

Si avvicinava sempre di più, ed era estremamente eccitante ma altrettanto pericoloso.
Era con le labbra a un soffio dalle mie e mentre si stavano per sfiorare, tornai in me e lo spinsi via.

"No. Non ci provare nemmeno."
Mi allontanai a passo svelto.

"Ti avevo avvisato che non ci saremo più ritrovati. È troppo tardi Austin."

Lo lasciai lì e tornai di nuovo in casa, cercando di ricompormi, soprattutto mentalmente.
Trovai Blake seduto sul divano, insieme ai gemelli.

"Amore dove eri finita." Mi porse la mano che presi per poi finire a sedere sulle sue gambe.

"Scoiattolina, sappi che noi abbiamo deciso all'unisono e senza obiezioni, che Blake ci piace."

Che odio. Odiavo i nomignoli scoiattolina e nocciolina, li avevo fin da bambina per via della mia passione per gli alberi. Per il nostro (mio e di Austin) albero in particolare.
Beh, almeno Blake era approvato dai gemelli Lewis. Era già una conquista. Temevo di trovarli a litigare. Nessuno era mai andato a genio a quei due, forse crescendo erano diventati meno gelosi.

"Abbiamo anche una notizia bella e una brutta."

"Oh no. Ditemi prima quella bella, potrebbe aiutarmi a reggere la brutta."

Chris si schiarì la voce poi prese parola.

"Io lavorerò nel campo dello sviluppo scientifico."

"E io sono ufficialmente un avvocato."
Aggiunse Liam con un ghigno divertito.

"Quindi? Non vi seguo. Quale è la brutta notizia?"

"La brutta notizia è che ci dovrai nuovamente sopportare, scoiattolina. Verremo tutti a New York. Chris lavorerà da Blake mentre io lavorerò nello studio di Austin. Sei felice?"

Ero felice? Si. Avere di nuovo i gemelli nella mia vita era un piccolo pezzo di vita recuperato. Mi erano mancati davvero tanto. Mi portavano allegria e mi donavano sicurezza e fiducia.

"Sono molto felice per voi ragazzi e lo sono anche per me. Sarà bello avervi vicini di nuovo."

Li abbracciai, cercando di trasmettere loro tutto il mio affetto.

Quando tutti andarono via, aiutai mia madre a sistemare la cucina poi mi ritirai in camera con Blake, conscia del fatto che avremmo dovuto affrontare l'argomento convivenza.
E sebbene la rabbia per Austin avrebbe potuto fungere da incentivo, in realtà ero ancora incerta, ma non per lui, per me.

Dreaming In New York CityDove le storie prendono vita. Scoprilo ora