Eravamo rimasti abbracciati per minuti interminabili. Non volevo più staccarmi. Allo stesso tempo avevo paura di farlo parlare, di capire le sue ragioni, di perdonarlo.
Ero in preda ad una spietata lotta interiore."Ti amo Ella. Credevo di morire in questi giorni senza di te. Sono appena tornato da Mosca. Perfavore, voglio spiegarti tutto." mi allontanai stizzita dalle sue braccia.
"Mi hai mentito, mi hai nascosto delle cose Blake. Non so se potrò perdonarti." dissi tra le lacrime, sedendomi sul divano vicino alla finestra.
"Ti racconto tutto. Promesso. E se non vorrai più vedermi, me ne farò una ragione, ma devo spiegarti."
Annuii con un cenno della testa, aspettando le sue spiegazioni.
"Tutto è iniziato quando ho fondato la società. Conobbi il padre di Sasha ad un convengo ed è stato uno dei primi ad investire nella mia azienda. In quel periodo conobbi la figlia e non ti nego che me ne innamorai. Ero pazzo di lei. Uscimmo per mesi, per poi fidanzarci ufficialmente. Poco dopo il fidanzamento lei mi disse di essere incinta e il padre mi spronò a chiederle la mano. E così feci. Le chiesi di sposarmi e per poco non l'ho fatto.
Una sera per puro caso, andai a casa sua per farle una sorpresa e la beccai mentre parlava nella sua stanza con un uomo. Quella porta socchiusa mi ha salvato da una trappola. La sentii ridere di me, dire di non essere davvero incinta e che voleva solo incastrarmi per mettere le mani sulla mia promettente azienda e su di me. Ma non era amore il suo era solo mania di potere e di possesso. Mi vedeva come un giocattolino nelle sue mani.
Da quella sera aprii gli occhi e nonostante la amassi ancora, la lasciai. Non riuscii però a liberarmi di suo padre che ovviamente credeva alla figlia. Siamo ancora ai ferri corti per questo."Ascoltai le sue parole, sconvolta dalle rivelazioni.
"E perché lei è convinta ancora di essere la tua futura moglie?"
"Perché si sarà ingelosita a vedermi con te. Io ti ho portata con me per mostrarti al mondo come mia compagna, sperando che mi lascino in pace. Ma ho fatto un casino e ti ho fatta soffrire. Scusami."
"C'è comunque qualcosa che non mi torna Blake. Lei era davvero convinta."
"Lo è. Mi minaccia con dei vecchi documenti. Gli investimenti del padre nella mia azienda non sono stati tutti puliti e avendo loro le carte le possono manipolare e io non posso dimostrare che in realtà è colpa loro."
"Quindi rischi l'azienda?"
"In poche parole si. È un rischio. Potrei riuscire a cavarmela o perdere tutto. È tutto così incerto. Ma so di avere bisogno di te. A costo di perdere tutto."
Mi lanciai tra le sue braccia, ricominciando a piangere. Ero stata doppiamente stupida. Ero scappata senza dargli modo di spiegarmi. Avevo ferito me stessa e lui per le mie stupide paure. Avevo rischiato di perderlo.
"Scusami per essere scappata."
Prese il mio volto tra le mani e poggiò le labbra sulle mie. Sentivo il bisogno nei suoi tocchi. Sentivo il mio bisogno nelle lacrime che scendevano sulle guance.
Infilai le dita tra i suoi capelli scuri, tirandolo di più verso di me. Intrecciammo le nostre lingue in un bacio pieno di amore e disperazione."Non importa piccola, me lo sono meritato."
"E ora che facciamo?"
"Ora tu vieni a vivere con me. Non voglio passare più un singolo giorno senza di te."
Spalancai gli occhi in un'espressione di stupore.
"Blake. Io...non è troppo presto? Insomma. Sei sicuro?"
Lui annuì stringendo la mia mano sinistra tra le sue. Potevo navigare ore nelle profondità del suo sguardo scuro.
"Ne sono più che sicuro. Voglio viverti appieno. Ma prima che tu accetti, c'è una cosa che dobbiamo fare urgentemente."
Spostò le labbra verso l'alto in un sorriso da sciogliere il cuore.
"Cosa?"
"Beh, per tuo padre non stiamo nemmeno insieme fino a che lui non mi darà il permesso, quindi .."
Gli buttai le braccia al collo stringendolo forte, fortissimo. Avevo una grande voglia di vedere i miei genitori, mi mancavano terribilmente.
"Abbiamo il volo domani mattina."
Improvvisamente mi iniziò a girare la testa e un forte senso di nausea mi prese alla bocca dello stomaco. Mi alzai di scatto dal divano, correndo al bagno più vicino.
Svuotai tutto il contenuto dello stomaco, con Blake che si affrettò a tenermi i capelli dietro.
Doveva essere il forte stress, mi era già capitato un paio di volte nell'ultima settimana.
Adesso che tutto si stava aggiustando, sarebbe passato. Ne ero sicura."Hey stai bene?"
"Si, è solo stress." Mi passai la mano sulla fronte madida di sudore.
Mi lavai i denti e mi sciacquai il viso, sentendomi subito meglio."Sei sicura? Vuoi fare un controllo? Così mi fai stare più tranquillo."
"Non c'è bisogno, davvero. Sono sicura che non ricapiterà. Sono stata molto male in questi giorni, il corpo ne ha risentito. Poi ho mangiato poco e niente. Sto bene adesso. "
"Va bene. Allora andiamo a pranzo fuori. Voglio accertarmi che mangerai."
Gli feci un sorriso e poggiai la testa sul suo petto. Ero così felice di aver aperto quella porta. Mi era mancato da morire, l'idea che lui mi avesse usata mi aveva spezzata, distrutta. Ed ero stata così sciocca. Avevo sofferto inutilmente per via del mio essere impulsiva.
"Ti amo Blake. Promettimi che avrai cura del mio cuore, non posso sopportare altro dolore."
Sorrise sentendo il brontolio del mio stomaco.
"Te lo prometto. Non ti farò mai del male. Ora andiamo a pranzo."
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Dreaming In New York City
RomanceTre migliori amiche partono per l'avventura della loro vita. Il sogno nel cassetto: New York City. Sogni che si avverano, amori, nuove amicizie. Ella è una ragazza semplice, di buona famiglia, che vive in un piccolo paesino del Michigan. Figlia un...