Socializzare

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Non ho mai avuto problemi a scuola, prendevo sempre voti alti e per questo mi hanno sempre definita "secchiona", odiavo moltissimo questo termine.
Sono sempre stata una ragazza con principi diversi dalle altre, ad esempio io il primo bacio lo volevo dare a una persona davvero importante. Sono sempre stata timida e introversa, invece tutte erano estroverse, uscivano, avevano già avuto più di una relazione, avevano già dato il primo bacio e avevano tanti amici. Mentre io ho sempre avuto poche amicizie e anche per questo mi sentivo inferiore alle altre. Loro erano già indipendenti e riuscivano a prendere confidenza con le persone in meno di un secondo.

Anche per quanto riguarda la scuola ero diversa, prendevo sempre voti alti e stavo sempre in silenzio da sola, i professori sono sempre stati orgogliosi di me e alle riunioni non si lamentavano mai, ma c'è una cosa che continuavano a ripetere fin dalle elementari:

«Non parla mai»
«È troppo timida»
«Si mette in disparte»
«Non riesce a socializzare».

Ho sempre avuto questo problema della timidezza fin da piccola e sia i professori che i miei parenti continuavano a lamentarsi di ciò, tutte queste lamentele mi tormentavano.
Immaginate una bambina che non riesce, ma vuole, socializzare a causa della timidezza e in più si sente in difetto per via dei continui tormenti degli adulti...
Ecco questa ero io.

Per quanto riguarda le medie, all'inizio del secondo anno, Iris stava legando con un gruppetto di ragazze di cui faceva parte anche Janette.
Inizialmente non ci feci molto caso, ma pian piano notai che stava iniziando a mettermi da parte e questa cosa non mi piaceva affatto e non sapevo cosa fare per evitare che mi abbandonasse.
Legarono molto con lei. Specialmente Jane, così le piaceva farsi chiamare.
Più di una volta successe che Iris e il gruppetto di ragazze organizzassero delle uscite, ammetto che ciò mi dava fastidio.
L'anno stava andando normalmente, studiavo e prendevo buoni voti come sempre, ma un giorno al telegiornale parlarono di un virus che stava sempre più infettando la popolazione e decisero di avviare una quarantena, non potevo uscire di casa neanche per andare a scuola e non potevo vedere la mia migliore amica.
Per fortuna potevamo sentirci per telefono e giocavamo insieme ai videogiochi.

Una sera mi chiese se insieme a noi potesse giocare il gruppetto di Jane e io accettai.
Inizialmente non parlai molto, però Iris provava ad integrarmi nelle conversazioni e dopo un paio di tentativi ci riuscì.
Notai che Jane parlava molto in dialetto, cosa che io odiavo e non l'ho mai saputo fare, e in più diceva molte parolacce, anche questa cosa che io non facevo.
Mi iniziava a stare antipatica, stranamente.
In seguito queste giocate insieme alle altre continuarono e io riuscii a prendere confidenza molto più velocemente rispetto in presenza.
Una volta successe che nessuna poteva giocare e mi arrivò un messaggio da parte di Jane che mi chiedeva se io potessi. Risposi di sì e mi arrivò subito una sua chiamata, iniziammo a giocare e ammetto che mi divertii molto. Ciò successe più volte.
In quel periodo andava di moda scegliere un cuore da usare in comune, Jane mi chiese se ne volessi scegliere uno da usare con lei e scegliemmo quello viola.
Iniziammo a chattare di notte, mi divertivo con lei e legammo molto rapidamente.

Finalmente un giorno al telegiornale dissero che potevamo tornare a scuola, ma con le mascherine.
Mi sentii molto emozionata e anche un po' in ansia di tornare più o meno come prima e di poter vedere faccia a faccia Jane.

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