Andando avanti il mio essere "diversa" iniziò ad appesantirmi. Non riuscivo a fare amicizia come volevo. Non riuscivo a fare esperienze nuove. Non riuscivo a dire la mia. Non riuscivo a conoscere nuove persone. Potrei continuare l'elenco all'infinito...
Mi sentivo stanca. Così decisi di dormire presto. Per un po' funzionò, mi sentivo meglio. Poi però capì che il problema non era dormire, ero stanca mentalmente. Misi tutta me stessa per recuperare le materie sotto a scuola, ma i voti delle altre materie calarono. Non riuscivo a concentrarmi. Riuscivo a fare solo una materia per volta, dopodiché era solo confusione.Ricordo che una volta ebbi verifica di fisica, studiai benissimo e presi 7, ero felice. Quel giorno uscivo alle 15 da scuola e non mangiai nulla a ricreazione, perciò mi sentivo debole e più confusa del solito. All'ultima ora ebbi geografia che decise di interrogare. Di interrogare me... Non facevamo geografia dei territori, era una specie di attualità. Mi chiese di un'alluvione avvenuta in Emilia-Romagna, ma non sapevo nulla a riguardo. Non era una lezione, dovevo semplicemente sentirla al telegiornale. Il fatto è che non riuscivo neanche più a guardare la tv per dedicarmi allo studio. Non ero più me stessa. Non riuscivo a fare neanche le cose che mi piacevano e che mi facevano stare bene.
"L'interrogazione" andò male. Era fine anno e l'unico mio pensiero era quello di dedicarmi alle uniche due materie sotto e ritirarmi. Ero stanca mentalmente e dormire non risolveva nulla. Il mio problema era la scuola.
Mi volevo ritirare il prima possibile perché non riuscivo più a concentrarmi allo studio e se mi interrogavano facevo soltanto abbassare i miei voti, col rischio di avere debiti. Perciò che senso aveva?
Uscita da scuola ero molto stanca e anche nervosa per questo accaduto. Mia madre tardò e io la dovetti aspettare con un buco allo stomaco che implorava di essere riempito e con un nervoso che mi portava ad avere un nodo alla gola e gli occhi lucidi. Iniziai a raccontare tutto tramite vocali a Riley e Max. Mia madre arrivò interrompendomi e mi chiese com'era andato il compito di fisica. Io risposi che era andato bene e che avevo preso 7, ma mi guardò strana. Perciò continuai a ripetere che avevo preso 7 ripensando alla mia "interrogazione" di geografia. Risultato? Scoppiai in lacrime.Mia madre allora iniziò ad agitarsi in mezzo alla strada e a chiedermi di farle ascoltare i vocali che stavo facendo. Li ascoltò e mi chiese se fosse questo il problema. Feci un cenno con la testa per farle capire che era così. La implorai di portarmi a casa. Era l'unica cosa che volevo fare. Arrivare a casa, mangiare e rilassarmi un po' per poi rimettermi a studiare. Ma lei mi disse che dovevamo mangiare qualcosa in giro perché era tardi per cucinare. Perciò dovetti andare in giro con le lacrime sul viso e mia madre che continuava a chiedermi cosa avessi. Non sapevo che rispondere. Come potevo dirle che sua figlia aveva bisogno di uno psicologo? Che era stanca e non capiva il motivo di questi suoi continui attacchi di pianto? Era difficile. Non l'avrebbe capito.
Mi chiese se fosse a causa del mio litigio con Jack, ma non era per questo. Mi chiese:"Ma perché ti litighi con tutti?". Come Le avrei dovuto spiegare che non ero stata IO a litigare con lui, ma era stato LUI a litigare con me.
Iniziò a dire che mi avrebbe fatta vivere da mio padre. Che ero diventata un peso. Che non riusciva più a portarmi avanti. Che avevo bisogno di uno psicologo. Che non stavo bene. Che avevo problemi. Tutte cose che già sapevo, non c'era bisogno che me le dicesse anche lei.
Non capivo cosa c'era in me. Perché ero così? Continuavo a ripetermi nella mente:"Cosa c'è che non va in me?".
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The life of any teenager
SpiritualQuesto è un racconto INVENTATO su un'adolescente come tutti gli altri, ma allo stesso tempo diversa. Alcuni potrebbero invidiare la sua vita, mentre altri provano compassione per lei. Si chiama Alaska Niltson, la sua vita spensierata è finita all'e...