NON indipendenza

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Non ho mai avuto un rapporto di amicizia con mia madre. Spesso mi dava ordini e odiavo ciò. Capitava di tornare a casa stanca da scuola e di dover studiare per l'indomani, ma mi riposavo un po' prima. Risposare per me significava stare nel divano con il telefono, leggere o guardare la tv. Ho sempre odiato dormire il pomeriggio.
Quando mi mettevo nel divano, e mia madre mi vedeva, mi diceva sempre "si vede come studi", "non fai niente tutto il giorno". Mi hanno sempre dato fastidio questi suoi commenti perché non sapeva la confusione che avevo in testa e la stanchezza che si faceva sentire sempre di più.

Verso metà anno della seconda superiore iniziò un periodo davvero stressante e stancante per me. Lei lo iniziò a capire. A volte capitava di tornare a casa e scoppiare in lacrime. Cercavo di trattenermi, ma arrivata a un limite esplodevo e dai miei occhi uscivano cascate di dolore trattenuto per mesi.

Ero molto confusa, le mie giornate erano tutte uguali. Dal lunedì al giovedì la mattina ero a scuola, tornata a casa pranzavo senza voglia per paura di ingrassare e non avere il fisico dei miei sogni, facevo mangiare i cani, stavo un po' col telefono, studiavo, poco prima di cena facevo attività fisica, pubblicavo qualche post, cenavo, facevo mangiare i cani, ripassavo, mi preparavo le cose per l'indomani e poi mi mettevo a letto.
Il fine settimana cercavo di organizzare con i miei amici. Volevo uscire con loro, ma allo stesso tempo no. Volevo anche passare delle giornate da sola a fare le cose che più mi piacevano. Guardare serie, film, leggere, cantare, ascoltare musica o dipingere.
E mi sentivo obbligata ad uscire con loro per paura che potessero abbandonarmi sentendosi trascurati.

Ogni giorno avevo tutte queste cose da fare e non riuscivo mai a fare ciò che mi piaceva davvero.
Inoltre, avrei voluto fare tante cose ma non riuscivo. Era da un anno che volevo cambiare la stanzetta e lo continuavo a ripetere a mia madre, però rimandava sempre e io rimanevo con questo pensiero, odiavo non avere la MIA stanzetta. Volevo far diventare quella stanza il mio posto sicuro. Un posto dove poter essere finalmente felice. Piena di piante, libri e led.
Volevo anche fare sport, ma non riuscivo a causa dei troppi compiti.
Volevo uscire di più, ma c'era sempre lo stesso problema.
Molte cose, come la stanzetta o fare la raccolta differenziata (già, a casa mia non si è mai fatta nonostante io volessi farla), non dipendevano da me, ma da mia madre, e questa cosa mi dava molto fastidio.

The life of any teenager Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora