Dopo la chiusura dell'amicizia con Jack evitavo anche solo di guardarlo. Ma continuavamo ad appartenere allo stesso gruppo nonostante non parlassimo più.
Circa un mese dopo arrivò la mia ultima settimana a scuola prima di ritirarmi. Feci le ultime interrogazioni. Recuperai le materie sotto, ma alcune che andavano bene scesero. Nonostante ciò non avrei avuto debiti, perciò decisi di ritirarmi quella settimana.
Accaddero delle cose strane con Jack. Lui si sedeva dietro di me e ogni volta che per sbaglio mi spostava la sedia chiedeva scusa, ma facevo finta di nulla.
Oppure se mi cadeva qualcosa me la prendeva, io mi giravo e la prendevo senza dire nulla.
O durante le interrogazioni mi suggeriva.
Ne parlai anche con Sammy e secondo lei si era pentito di ciò che aveva detto.
Il mio gruppo e io giocammo tutti insieme e decisi di scrivere una cosa sulla mano di tutti con la penna. Volevo farlo anche a Jack, ma non ebbi il coraggi.
Ritornata in classe dopo la ricreazione eravamo solo io e lui, presi la penna, mi girai verso di lui, gli presi la mano e gli disegnai un cuoricino. Notai il suo volto sconvolto. Non dissi nulla.In quel mese feci amicizia con due compagni e scherzai molto con loro.
Era l'ultimo giorno ed eravamo in laboratorio di disegno tecnico. Una stanza grande con tanti computer, ma i posti erano stabiliti. Mi trovavo accanto a Jack e i due compagni con cui presi confidenza quell'ultimo mese.
Mancavano 5 minuti al suono della campana. Alla fine del mio secondo superiore.
Dissi ai miei due compagni:"Vi rendete conto?! Mancano solo 5 minuti e finalmente per me è finita la scuola!".
A quanto pare Jack ascoltò. Si rivolse verso di me, quando meno me lo aspettavo, e mi disse:"Oggi ti ritiri? Dai vieni solo la prossima settimana".
Io rimasi stupita da quelle sue parole.
Gli dissi che ormai mi sarei ritirata e non aggiunse altro. Notai nei suoi occhi una certa tristezza mentre mi parlava.
Mancava pochissimo e tutti iniziammo a preparare lo zaino. Preparai lo zaino prima di Sammy e Tyler perciò mi fermai ad aspettarli. Notai con la coda dell'occhio Jack che si fermò vicino a me, ma lui non stava aspettando nessuno.
Forse stava aspettando me?
Avevo intenzione di salutare tutti, anche lui. Volevo abbracciarlo. Una cosa che con lui non avevo mai fatto.
Ma dopo un po' decise di andarsene. Pochissimo dopo andammo anche noi.
Lo vidi camminare con le cuffie davanti a noi. Mi presi di coraggio. Accelerai raggiungendolo e gli diedi un pugnetto amichevole sulla spalla. Si tolse una cuffietta e gli dissi:"non ti fare bocciare". Lui sorrise e disse:"ci provo".
Salutai tutti gli altri dicendo di provare a non farsi bocciare.
Arrivata a casa non ebbi neanche il tempo di sistemarmi che mi arrivò una notifica.
Era Jack.«Sono stato un coglione con te. Avevo bisogno di capire chi fossi e cosa volevo, ma nel farlo ho ferito una delle poche persone che mi ha aiutato nella mia crescita personale. Per quanto sia difficile ammetterlo hai portato molti cambiamenti dal me quindicenne che hai conosciuto al quasi diciassettenne che sono. È da quasi un mese che non parliamo, e devo ammettere che molte volte ti avrei voluto scrivere. Per parlare di cazzate, cose belle che mi sono successe e anche cose brutte, chiederti come stanno i cuccioli, ascoltare i tuoi vocale di ore. Ma pensavo non volessi saperne più nulla di me per come ti ho trattato. Ho sprecato un mese di scuola in cui potevamo essere più vicini. Ti avrei voluto abbracciare ma so che li odi quindi ho evitato. La colpa di quello che è successo è mia e non mi aspetto che dal nulla tu mi perdoni. Ma spero che oggi non sia l'ultima volta che ci vediamo prima dell'anno prossimo»
Rimasi sconvolta da queste parole.
Mi presi un po' di tempo per riflettere. Una parte di me diceva che non avrei dovuto perdonarlo, ma un'altra parte voleva e pensava che perdonandolo lo stress e i problemi accumulati in quel mese sarebbero spariti.
Decisi di perdonarlo solo se si sarebbe fatto promuovere. Ma era solo una scusa per non farlo bocciare.
Inoltre le cose con mia madre stavano andando abbastanza bene. Mi aveva preso due piantine per la stanzetta che chiamai Ivy e Mason e fece la raccolta differenziata.
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The life of any teenager
SpiritualQuesto è un racconto INVENTATO su un'adolescente come tutti gli altri, ma allo stesso tempo diversa. Alcuni potrebbero invidiare la sua vita, mentre altri provano compassione per lei. Si chiama Alaska Niltson, la sua vita spensierata è finita all'e...