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X: da chi è formata la sua famiglia?
W: mio padre, mia mamma...Sophie e mio fratello Max.
La psicologa scriveva su quell'agenda a che teneva in mano.
X: interessante come abbia detto solo il nome di suo fratello in modo deciso e non quello dei suoi genitori, anzi non quello di suo padre e soprattutto non abbia incluso la moglie di suo padre e i suoi altri due fratelli, come mai?
W: non lo so
X: mmm bene, iniziamo da sua mamma, che rapporto ha con lei?
W: Sophie...
Feci un sospiro e iniziai a parlare di mia mamma, del nostro rapporto, anzi del nostro rapporto strano.
Che poi non era neanche totalmente giusto, fino ai miei 10 anni io e mia mamma eravamo legate, poi successe un casino che spezzò per sempre il mio rapporto con lei.
Avevo deciso di fare danza, avevo 6 anni quando iniziai, in quegli anni legai tantissimo con Jenny, be un pomeriggio tornammo a casa sua prima del previsto, la lezione di danza era saltata, quando entrammo in casa sua ci aspettò una sorpresa inaspettata.
Mio padre con sua mamma, venne fuori che erano diventati amanti già da parecchio tempo, mia mamma mi accussó di essere la responsabile di quel tradimento.
Se non fossi andata a danza, se non avessi conosciuto Jenny, mio padre non l'avrebbe tradita.
I due iniziarono a litigare, lei mi accusava e lui mi difendeva, stranamente, diceva di volerlo perdonare ma non era così, voleva solo punirlo e poi trovare un modo per punire me.
Poi una sera, dopo l'ennesima litigata mio padre se ne andò di casa.
Sentì sbattere la porta, poi silenzio totale, ero in camera di Max lo stavo abbracciando per non fargli sentire che mamma e papà stavano litigando ancora.
In quel momento tutto taceva fino a quando mia mamma non aprì la porta della camera di Max, mi disse che il giorno dopo avremmo fatto i conti.
Dopo una settimana iniziò a bere, tornavo a casa e lei non si reggeva in piedi, mi sputava il suo veleno addosso, poi un pomeriggio, mi prese per il braccio, stringeva, mi faceva male, finì in ospedale con un polso rotto, a quel punto mio padre si impuntó e la minacciò che ci avrebbe portato via da lei se non si fosse rimessa in carreggiata.
Iniziò un percorso con una psicologa, ne venne fuori, fui la prima persona alla quale chiese scusa e da quel momento tornammo ad essere quella mamma e quella figlia che eravamo state, prima della catastrofe.
X: e suo padre? Non mi ha ancora detto il suo nome.
W: si chiama Jos.
Be che dire di lui?
Ex pilota di F1 ha sempre avuto un debole per le donne, una volta cresciuto ebbi la forte convinzione che la mamma di Jenny non fosse stata l'unica sua amante.
Pretendeva tanto dai suoi figli, anzi anche troppo e in cuor mio ringraziai di non essere quel figlio maschio che desiderava con tutto se stesso.
Vessava Max per le gare per i Kart, non c'era una volta in cui non lo riprendeva, non gli faceva mai un complimento, era sempre crudele con lui.
C'erano delle volte nelle quali max correva da me per piangere, la sola idea di andare con lui ad una gara gli metteva l'ansia.
Quando venne chiamato dalla F1, invece di essere contento era terrorizzato, perché ora papà avrebbe solo che peggiorato il suo modo di porsi con lui.
Papà fu l'ultimo a sapere che Max sarebbe approdato nella F1.
X: lei mi parla di Max e suo padre, ma non di lei e suo padre.
W: cosa dovrei dirle? Le uniche volte che mi rivolgeva la parola era per dirmi qualcosa di terribile.
Iniziai a giocare nervosamente con la pellicina del mio dito, fino a quando non ne uscì del sangue, la dottoressa mi passò un clinex per evitare che mi sporcassi.
X: le ha mai detto di volerle bene?
W: no mai
Mio padre quando seppe che mamma stava aspettando una femmina diede di matto, quando nacqui non mi prese mai in braccio, la prima volta che mi rapportai a lui avevo 6 anni quando mamma lo obbligò a portarmi a danza.
Poi conobbi Jenny e lui sua madre e tutto d'un tratto eccolo il padre che avevo sempre desiderato, veniva a vedere i miei saggi, mi portava agli allenamenti e addirittura max passava in secondo piano, poi con il tempo capì, non gli importava niente di me, era così perché la mamma di jenny era la sua amante.
Quando mamma e papà si separarono ci fu un momento nel quale vidi per la prima volta là preoccupazione nei suoi occhi per me, ma ben presto tornai ad essere la figlia di serie B.
Non si presentò alla mia laurea, non mi chiamò neanche, lui era troppo preoccupato a garantire un futuro a suo figlio, anzi ai suoi figli, c'erano anche quelli che aveva avuto dalla seconda moglie.
Una volta lo intervistarono e gli chiesero di parlare dei suoi figli, parlò solo di Max, di quanto fosse orgoglioso di lui e di quello che stava costruendo, solo quando la giornalista gli ricordò di avere altri figli e non uno solo allora parlò di me e degli altri due.
Per mio padre io ero il motivo per cui Max era debole, ovvero per cui Max era un essere umano con dei sentimenti e non un robot come invece voleva che fosse mio padre.
Quando eravamo costretti a passare del tempo insieme non mi faceva mai un complimento:

Wendy quella maglietta è troppo corta
Wendy sei troppo grassa
Wendy sei troppo magra
Wendy quel vestito ti fa sembrare una Troia

Insomma questo era mio padre.
Collezionava tutti i disegni di max per la festa del papà, mentre i miei no, molto probabilmente li buttava senza farsi vedere.
Il mio compleanno il più delle volte se lo dimenticava e quando se ne ricordava e si ricordava anche del regalo era perché ci metteva lo zampino mia nonna.
Insomma con questo uomo condividevo solo il dna e il cognome, non sentivo di avere altro in comune con lui.
Lui si giustificava sempre dicendo che lui dai suoi figli pretendeva sempre il meglio e per ottenerlo bisognava essere così e non quei genitori sdolcinati che si vedevano in giro.
Magari aveva anche ragione, però io sentivo che mi mancava avere un padre che guardandomi mi dicesse: tesoro ti voglio bene.
X: deve recuperare il rapporto con suo padre, anzi deve costruirlo.
W: che c'entra con quello che sto vivendo?
X: la figura paterna è fondamentale nella vita di ogni bambino o bambina, e quando c'è ma non, diciamo, assolve al suo dovere, crea dei grandi squilibri. Lei ha fatto da genitore a suo fratello, mettendo la sua vita molto spesso in secondo piano, ma il rapporto con Max è sano, anche quello con sua mamma lo è nonostante tutto. Ma il non rapporto con suo padre è il vero problema, le sue insicurezze, paure e ansie partono da lì.
Il suo rapporto con Lewis è minato da quello che non ha avuto con suo padre. Lei ha fatto di tutto per far in modo che Max non fosse come vostro padre vero?
W: si, ma non capisco cosa c'entro Lewis.
X: è un uomo che le ricorda suo padre, lei ha cercato di salvarlo facendolo innamorare di lei, per dimostrare che l'amore è una medicina eccezionale per l'anima, ma soprattutto per dimostrare a suo padre che tutti possono essere uomini o donne migliori, basta solo lasciarsi amare ed amare.
W: quindi io non amerei lewis ma starei con lui solo per impartire una lezione a mio padre?
X: no io credo che lei lo ami davvero, ma che nella costruzione del vostro rapporto ci sia un problema: il non rapporto con suo padre che di fatto mina la sua relazione. Al primo problema lei cosa ha fatto? Ha lasciato lewis perché aveva paura di quello che sarebbe potuto succedere, perché non vuole ritrovarsi come sua madre. Ma deve capire che i suoi genitori sono una cosa mentre lei e lewis un'altra cosa. Ma per fare ciò deve partire da suo padre, dovete diventare quel padre e figlia che non siete mai stati, o almeno provarci
W: e se lui non volesse?
X: allora deve avere il coraggio di essere Chiara con suo padre, non può più permettersi di nascondersi da lui.
Feci di si con la testa e poi tornai a casa, il mio inferno personale stava per avere inizio e quell'inferno aveva un nome e un cognome: Jos Verstappen, mio padre

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