Capitolo 9

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Il viaggio in aereo fu tranquillo, dopo che tutti avevano concordato sul loro piano, il discorso "biglietto" non fu riaperto. Maggy con disinvoltura ripose nuovamente la borsa e continuò a leggere la sua rivista. Ronald aveva comunicato a i restanti partecipanti ciò che avevano deciso. Clare nel mentre dormiva ancora, a volte Atlas le lanciava qualche occhiata per vedere se respirasse ancora, lo stesso faceva anche Callias.

"- Clare!-" Callias batteva ripetutamente le mani sulla porta. Non poteva permettersi di lasciarla lì. Se fosse stato necessario l'avrebbe presa a pugni. Bussò freneticamente un'ultima volta prima di riuscire a intravedere dalle scale Atlas. Oh, grazie a Dio.

"- Cosa succede? -" domandò osservando l'espressione del suo amico.

"- Credo sia sia svenuta-" balbettò Callias, Atlas rivolse un'ultima occhiata alla porta prima di tirargli un calcio e sfondarla. Rimasero paralizzati quando la ritrovarono a terra. Entrambi corsero immediatamente nella sua direzione, Clare era lì completamente inerme.

"- Non è morta-" disse Atlas controllando il battito, gli tremavano le mani era terrorizzato. La ragazza che amava e che ama, sdraiata a terra ad occhi chiusi. Se non fosse per Callias, probabilmente avrebbe avuto un attacco di panico.

"- Chiama un'ambulanza-" esordì Callias mentre la prendeva tra le braccia con la testa rivolta verso il suo petto. Non era pesante anzi, sembrava una piuma, una minuscola piuma tra le sue braccia. Atlas la chiamò immediatamente, fece lo stesso con i genitori che erano al piano di sotto, Simone non fece attendere la sua reazione mentre aggrediva verbalmente Jack.

"- Sei un verme-" gli urlava, a quel punto quando Atlas vide che Simone stava per perdere il controllo lo bloccò spingendolo al lato destro.

Sull'ambulanza salirono solo i genitori. Era giusto così pensarono entrambi. Callias prese la sua macchina e ospitò Simone e Atlas, nel mentre Jack troppo impegnato a rivestirsi si fece dare un passaggio dal cuoco della casa verso l'ospedale. Sembravano delle macchine di scorta.

Circa qualche ora dopo aver rincorso i medici da una stanza all'altra Atlas e Callias si abbandonaro sulle poltrone della sala in cui era ricoverata Giorgia. In quell'esatto momento di sconforto entrò Jack, si poteva notare dalla sua espressione il totale imbarazzo che provava.

"- Esci-" ordinò Atlas con le mani fra i capelli, completamente distrutto,

"- No resto qui, finché non si risveglia-" disse Jack

"- Tu. Se questo è successo è colpa tua -" lo incolpò Atlas senza alzare la testa

"- Sì certo, tu invece che scendi a patti col padre per andarci a letto e prenderti tutto sei bravo-"

"- Chiudi quella fogna, altrimenti devo spalancare le finestre più di quanto sono già aperte-" sostenne Atlas

"- Almeno io potevo farmela in qualsiasi momento. Invece ho asp-"

La rabbia di Atlas divenne incontenibile, combatteva per lei e per lui. Caricò un pugno e glielo sferrò in faccia. Ma Jack palesemente più grande si abbassò a i suoi livelli lanciandogli un pugno all'addome. Continua così, pensò Atlas, Clare ti odierà ancora di più, e fu in quel momento che lei aprì gli occhi.

Atlas si guardò un'ultima volta le nocchie, leggermente rovinate per l'impatto con la faccia di Jack. L'aereo sarebbe atterrato a breve per cui decise di alzarsi per ricontrollare il suo bagaglio. Mentre incominciava a ricontrollare le sue tasche vide arrivare Luna Bartold. Non aveva mai intrattenuto una conversazione con lei, che novità.

"- L'hai persa -" disse completando una parola del suo complicato cruciverba, "amore", passò alla seconda, la quale non fu facile come la precedente, ci riuscì comunque "gelosia", fu il turno della terza "finzione".

"- Tu invece ne hai conquistato uno -" rispose Atlas dedicandole la sua attenzione fingendo di essere interessato alla loro conversazione.

"- Siamo sempre stati insieme, ma i nostri genitori ci infastidivano -"

"- Per favore Luna, non mentire a te stessa, se tu fossi stata fidanzata con lui, non avresti cambiato ragazzo ogni mese -" Luna fece cadere la penna involontariamente.

"- Non deve saperlo ti prego -" lo pregò notando sul suo volto un ghigno malefico e malizioso, ovviamente lo avrebbe detto a Simone.

"- Fottiti-" disse Atlas tirando via la sua borsa dallo scomparto con violenza, lasciando Luna sbigottita "- la parola che ti manca è "fiducia", forse non la sapevi abbastanza bene-", la ragazza guardò di nuovo il cruciverba e aveva ragione.

"- Siamo arrivati -" disse Maggy svegliando Clare, lei si alzò sgranchendosi gambe e braccia, la migliore amica invece le passava dietro per andare a prendere i suoi bagagli. Callias le prese per entrambe e Clare lo ringraziò educatamente senza degnarlo di uno sguardo. Aprì la portiera, sentendo il delicato profumo salmastro del mare. Il posto era meraviglioso. Una gigantesca distesa di sabbia bianca con acque azzurrine cristalline che le bagnavano a destra un minuscolo paesino che si reggeva su colonne in stile greco. Sembrava di essere ritornati ai tempi dell'antica Roma.

Benvenuta ad Atlantide mia cara amica.

Un messaggio dal suo caro amico le illuminò il telefono.

Proprio come la città perduta? Perché chiamarla così?

Rispondi prima a il mio indovinello.

Oh sì giusto!

Tutti sanno aprirmi ma nessuno sa richiudermi. Cosa sono?

Un uovo.

Complimenti amica mia. La risposta è: viene chiamata così dagli acquirenti abbastanza ricchi da poter comprare un'isola e renderla privata, Atlantide perché come la città perduta non è rappresentata sulle carte.

Un posto perfetto per far scomparire qualcuno.

Diciamo di sì.

Tu sei qui?

L'indovinello prima mia cara.

Ok...

Cosa c'è alla fine del sole, al centro dell'oceano e all'inizio dell'elica?

La lettera "e"

Si sono qui.

La chat venne cancellata segno che la loro conversazione era finita. Eppure Clare non si sentiva affatto sorpresa del fatto che lui fosse sull'isola, dopotutto doveva aiutarla.

"- Ragazzi venite! Ci stanno assegnando le stanze.-" richiamò tutti Maggy, gli altri erano andati a bagnarsi i piedi nell'acqua della riva, tutti felici e spensierati. Simone e Luna si schizzavano a vicenda, Atlas aveva tirato fuori una gigantesca pistola ad acqua che bagnava chiunque capitasse nel suo mirino, Callias fuggiva da lui sulle spalle di un Ronald estroverso e senza vergogna, Clare non voleva farsi un bagno almeno per ora, per cui si avvicinò a Maggy.

"- G, ti presento Carlos.-" Clare gli strinse la mano, era un uomo molto basso con una carnagione scura dei lunghi baffi neri, capelli lunghi neri, occhi completamente verdi, e un uniforme bianca.

"- I vostri genitori mi hanno mandato per darvi questa- le consegnò un foglio con la mappa della città in stile Roma antica, ad ogni minuscolo tempio corrispondeva una camera. "- siete pregati di rispettarle, benché le guardie che devono sorvegliarvi hanno obbiettivi singoli da sorvegliare 24 su 24, non possono pensare che in una stanza ci sia una persona e invece c'è n'è un'altra-"

"- Capisco ma dove sono i nostri genitori? -" domandò Clare curiosa,

"- Non glielo hanno detto? Loro non sono dall'altra parte del mondo-" rispose tranquillamente Carlos

"- COSA?!?!?-" gridarono all'unisono le amiche. Ok, in fondo sapevano che sarebbero state su un'altra isola, ma non dall'altra parte del mondo. Provarono entrambe a chiamare i propri genitori ma rispose sempre la segreteria telefonica. Una lunga vacanza.



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