Capitolo 25

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"- Allora dimmi, come ti senti? -" la psichiatra riprese a compilare uno dei suoi soliti fogli, la luce bianca così accecante inondò la stanza illuminando anche il più piccolo angolo buio, i colori sul muro dovevano un tempo rappresentare un'arcobaleno, ma ora sbiaditi, assumevano un'aria a dir poco terrificante. L'odore di disinfettante bruciava le narici, l'aria circolava a fatica per colpa delle finestre murate, alla porta due infermieri grandi due volte una persona normale. Le uniche macchie  di colore erano i suoi capelli neri, il rossore delle sue labbra, e la pelle ormai abbronzata. Il colore era qualcosa di troppo prezioso da permettersi.

"- Se si aspetta che le disegnerò un fiore con tutte le cose cattive che mi danno fastidio, allora prenda una stanza, perché non accadrà mai -" si sdraiò a pancia in su guardando il bianco soffitto a tratti crepato, 

"- Dovresti collaborare -" la psichiatra scosse la testa arresa, lei rise immaginandosi quanto l'istituto fosse diventato povero accettando personale simile, quando mai collaborare era diventata un'opzione plausibile senza conseguenze, ma con vittorie?

"- Collaborare affinché al suo libro paga si aggiungano altri soldi dei miei genitori? Bruciate tutti all'inferno -" si alzò di scatto per prendere uno dei milioni di libri letti e riletti, guardò il muro davanti a sé troppo vuoto, le bolle di vernice scadente attirarono la sua attenzione, sarebbe diventata pazza. 

"- Le mie aspettative su di te erano più alte -" cercò di parlare la psichiatra, le sfuggì un sorrisino ironico, in quello stato chiunque sarebbe sembrato diverso agli occhi degli altri.

"- Spesso le aspettative falliscono, e più spesso dove  più  sono promettenti; e spesso soddisfano dove la speranza è più fredda e la disperazione più consona -" si girò per guardarla negli occhi, la dottoressa rimase sorpresa, riprese poi a scrivere, 

"- E' stato un piacere signorina Callum -" la psichiatra bussò due volte e si fece aprire la porta di ferro blindata, un rumore  pesante fece irrompere il silenzio nella stanza. Lei si legò i capelli in una treccia aspettando l'orario per il pranzo.

Un giorno prima.

"- Sai già cosa gli dirai? -" Alec si mise seduto su un sedile lontano da quello di lei per dedicargli il giusto spazio personale.

"- No, dipende da come prenderanno la notizia nel rivedermi -" rispose Clare allacciandosi la cinta del sedile di pelle,

"- Immagino saranno sorpresi -" disse Alec immaginandosi le facce sorprese di due assassini colti sul fatto,

"- Secondo me no, dovevano aspettarsi che prima o poi sarebbe saltato tutto fuori -" ammise giocando con il polpastrelli delle mani, ansiosa di trovarseli faccia a faccia,

"- Tu non eri quella persona però -" incrociò il suo sguardo insicuro, fragile, i genitori avevano un certo effetto su di lei.

"- Fa niente -" si abbandonò comodamente sul sedile addormentandosi. Circa un'ora dopo arrivarono a destinazione. Scesi dall'aereo trovarono davanti a loro una sfilza di macchine ad attenderli. Alec prese per il braccio Clare e la condusse alla classica jeep nera dove Dante avrebbe fatto sicuramente da guidatore. Caricati i bagagli e accertatosi di non aver lasciato nulla sull'aereo partirono. La tratta non fu molto lunga la villa dei Callum d'altronde non era poi così lontana dal centro. Clare si ritrovò a stringere le dita di Alec nel vedere il cancello aprirsi.

"- Se vuoi posso venire con te -" la rassicurò, ma lei non lo ascoltò e decise di far fermare la macchina sul parcheggio del retro, minacciandolo di stenderlo a tappeto se non se ne fosse andato. Dopo qualche risata lui accettò, comprendendo che doveva avere il suo momento faccia a faccia con la sua famiglia. 

La casa non era cambiata, stessi colori, stessa struttura, stessi vasi, Clare aveva previsto che i suoi genitori si sarebbero trovati in sala riunioni. Prese un respiro lungo e aprì la porta. 

"- Ciao mamma, ciao papà -" al padre caddero i fogli e la madre divenne di un bianco impressionante. Provarono ad avvicinarsi ad abbracciarla ma lei deviò facendogli capire che il contatto fisico con loro era terminato. La tensione in quella stanza si poteva tagliare con un coltello.

"- Ti abbiamo cercata, dove sei stata? Ti hanno rapita? Fatto del male? -" Clare scosse la testa, stringendo i pugni per non piangere,

"- No, sono stata benissimo -"

"- Con chi? -" domandò intelligentemente la madre, 

"- Non è importante -" sorrise sentendosi pronta a voler lanciare questa bomba "- conviene che vi sediate -" i genitori si scambiarono un'occhiata incerta, ma accettarono di farlo.

"- Cosa devi dirci? -" domandò il padre ansioso,

"- So tutto. Letteralmente. Voi due siete dei ludopatici, psicopatici maniacalmente perversi. Non preoccupatevi, non solo voi. Direi che spedirci su un'isola sia la cosa più intelligente per nascondere una morte incerta, accidentale. Mi fate schifo letteralmente. Mi avete cercato per due giorni dando il contentino a mio fratello, che starà già prendendo un'aereo per incastrarvi anche lui sul fatto. -" si fermò aspettando che dicessero qualcosa, ma rimasero in silenzio, per cui proseguì "- vi denuncerò, vi rovinerò la vita, al costo di affondare con voi. Sono pronta perdere tutto questo ben di Dio pur di vedervi dietro le sbarre di un manicomio o meglio ancora di una prigione -" 

"- Ti stai inventando tutto -" disse il padre alzandosi, 

"- Io?! Ho le prove! -" batté la mano sul tavolo,

"- Dove? Io di certo non le vedo, mia cara Clare, ti stai scavando la fossa da sola -" disse la madre con un sorrisetto inquietante,

"- Mi basta fare solo una chiamata -" ribatté la figlia,

"- Sei completamente impazzita, hai bisogno di riposo. -" aggiunse il padre, 

"- Vaffanculo, a tutti e due. Non vi lascerò vincere solo perché siete i miei genitori! -"

"- Sangue del tuo sangue! -" urlò la madre, 

"- Siete dei pazzi voi! Come avete potuto mandare i vostri figli al macello per un fottutissimo gioco? -"

"- E' più di un gioco, Clare. Di mezzo c'è orgoglio, denaro, forza. Voi dovevate vincere! -" urlò il padre, lei scoppiò in lacrime, 

"- Voi siete fuori -" 

"- Torna sull'isola -" ordinò il padre, 

"- No! Sono scappata via da lì anche Simone lo sta facendo. -" i genitori si guardarono sorridendo, "- Voi troverete un modo di rimandarlo sull'isola -" disse con un filo di voce, 

"- Sai troppo figliola -" la madre cliccò un pulsante rosso e circa dieci uomini vestiti completamente di bianco entrarono nella stanza. Il cuore di Clare cominciò a battere velocemente, si sarebbe difesa. Il primo uomo lei si avvicinò e lei lo buttò a terra, il secondo le tenno fermo il braccio mentre il terzo si avvicinò lentamente piantandole una siringa nel braccio, cadde in un sonno profondo.  














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