Capitolo 14

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Atlas prese a mazzate la porta del tempio di Clare, finché non si aprì. Tutti rimasero bloccati quando proprio al centro dell'entrata era posizionato un tavolino di cristallo con un mazzo di rose e una lettera con la stessa busta del biglietto al loro funerale. Rose nere. Le stesse rose che il loro assassino voleva che fossero messe sulle loro bare. Si scambiarono un ulteriore occhiata prima che Simone l'aprisse senza problemi, 

                                                                                 Cari compagni di avventure,                             nah so persino io che suona male così. Calcolando tutta la confidenza che ultimamente abbiamo acquisito. Non so da dove cominciare. Ah, sì! Credete che io abbia rapito Clare? Lo penserei anche io, se fossi nei vostri panni. La risposta a questo quesito non è rilevante, perché non la scoprirete mai, inutile sprecare il mio importante fiato che sfrutterò solo con lei. Probabilmente vi ho lasciato troppo spazio, mettervi le spalle al muro subito sarebbe stato qualcosa di troppo sciocco togliendo tutto il divertimento di vedervi reagire a quei miei messaggi poetici. Dateci la caccia, cercateci, assumete agenti dell'FBI, sicari, mercenari per uccidermi, ma quando capirete che sarà tutto e dico tutto finito, i giochi saranno appena iniziati...

                                                                                                                     Con affetto il          vostro vecchio amico

 "- Abbiamo fatto di tutto per proteggerla, e se l'è presa comunque -" disse Maggy sul punto di piangere, Ronald la strinse sotto il suo braccio assicurandole che l'avrebbero trovata. Simone uscì dal tempio incominciando a chiamare i genitori e avvisandoli dell'accaduto. Il resto della comitiva si sparse per l'isola in cerca del rifugio del loro "vecchio amico". Atlas non riusciva a realizzare il tutto, gli serviva del tempo, da solo. La prima cosa che fece fu andare a cercare in camera sua. Ovunque guardasse anche il minimo dettaglio gli ricordava la persona che ora era dispersa, dagli scaffali pieni di libri mai sistemati, ai dettagli cipria sull'armadio. C'era ancora il suo profumo e non gli fu difficile immaginare una Clare felice di essere qui, arrabbiata spesso con lui per tutte le cavolate che si inventava per darle fastidio, fiera per una volta di essere tanto grande da partire col fratello. Lui voleva proteggerla da chi era un mostro. La figura immaginaria di una ragazza dispersa in mezzo all'oceano, volteggiava sul letto saltellando per la felicità, il suo sorriso i suoi capelli muoversi liberi nell'aria ovattati ad ogni suo movimento, sembrava un fantasma, il vestito lungo bianco si gonfiava ad ogni suo salto. Forse non si era ancora accorta della sua presenza perché era troppo felice, fino a quando non si sedette a gambe incrociate e lo guardava incuriosito. Quanto desiderava che fosse reale. Atlas incominciò a piangere così tanto da vedere sfocato.

"- Atlas che piange, che possa prendermi un colpo -" lei non parlava, benché era tutta l'immaginazione di Atlas, si avvicinò e gli asciugò una lacrima che gli scendeva da una guancia.

"- Dove sei? Torna da me -" disse singhiozzando, chi lo avesse visto in quel momento avrebbe pianto con lui, sembrava tutto così reale,

"- Sai, non è detto che io sia scomparsa del tutto -"  gli rispose sorridendo, lasciandosi andare all'indietro e diventano una nube di brillantini, che lo portò a guardare alla toilette piena di gioielli. Si asciugò parte delle lacrime con un fazzoletto che aveva in tasca e cominciò a frugare tra le cose della quella minuscola scrivania. Scansò via tutti i portachiavi dove c'erano appesi le meraviglie di ogni stato, rimase particolarmente sorpreso dato che a Clare piaceva collezionare cose simili ora davanti a lui però c'erano solo la torre Eiffel, una miniatura della Sagrada Familia spagnola e il Colosseo, non aveva tempo di pensare a cose simili per cui proiettò la sua attenzione su altro. Aprì una scatola con dentro tutti i disegni che si erano regalati a vicenda da piccoli, alzò tutti i foglietti fino a quando non trovò una foto. Erano loro due seduti su una panchina intenti a guardare il mare mano nella mano, la girò e sul retro trovò una mini lettera.

Con affetto, un ammiratore segreto...Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora